Immagine
Giro100: Dolomiti rosa per Dumoulin
A cinquantatre chilometri dall'arrivo della diciottesima tappa del Giro, la micro-frazione dolomitica da Moena a Ortisei, Nairo Quintana è partito all'attacco. Mancava uno sputo al GPM del Passo Gardena, e il colombiano aveva battezzato quel momento per portare a compimento il piano di squadra e svoltare il Giro. Uno scatto secco, magnifico, potente come quelli a cui ci ha abituato, tanto che in pochi metri va a riprendere Andrey Amador e si mette comodo al calduccio della sua ruota. Vincenzo Nibali attende che Quintana abbia una ventina di secondi di vantaggio, poi capisce che lì in mezzo l'unico interessato a tirare è Tom Dumoulin, e parte pure lui. Non ha gregari vicinissimi, ma lungo la strada trova Dario Cataldo, suo compagno fino a una stagione fa, che non si tira indietro dal dargli una mano. Avrebbe potuto cominciare così la cronaca della tappa che rivoluziona il Giro, invece la tensione dura il tempo di un caffè. Sul GPM sono di nuovo tutti insieme. Prima rientra Dumoulin, lucido ed elegante in una maglia rosa che irradia potenza. Poi arrivano anche Ruben Plaza e Simn Yates, Thibaut Pinot e Sébastien Reichenbach, Ilnur Zakarin, Bauke Mollema, Steven Kruijswijk, Domenico Pozzovivo... c'è quasi folla.
Se non ci era riuscito il tappone dello Stelvio a scombinare il Giro, ancora meno ci è riuscita la tappetta dolomitica. Martedì c'era stato almeno il brivido dato dall'intestino di Dumoulin, oggi nemmeno quello, con i due sfidanti intenti più a far perdere l'olandese che a vincere il Giro. Lo dirà esplicitamente la maglia rosa a fine tappa, lamentandosi di come hanno corso i suoi avversari, ma chiosando che a far così rischiano di perdere persino il podio, lui non capisce non si adegua. Già perchè negli ultimi chilometri verso Ortisei il catenaccio di Quintana e Nibali su Dumoulin ha una preventivabile conseguenza: se ne vanno tutti gli altri. Con Pinot, Zakarin e Pozzivivo che si mettono in tasca un minutino che vale un balcone con vista sul podio finale. Il pallino resta ora agli altri due. Quintana si trincera dietro ai soliti silenzi. Nibali reagisce stizzito, dà dello spavaldo all'olandese, dicendo che "ha dimostrato di essere forte in gara ma non esageri con le parole, di certo noi non lo porteremo in carrozza a Milano. Lo conosce il karma? Tutto torna...". Sparate verbali che verranno ricordate di più rispetto al poco visto in strada, con l'olandese che chiude il ping-pong con un sintetico "E poi sarei io lo spavaldo...", ma poi dà parzialmente ragione al vincitore uscente. Dumoulin sa di essere in totale controllo, se non è il più forte è tra i più forti, ed è ampiamente il più abile nel gestire le situazioni di corsa.
In comune con la tappa di Bormio c'è un altro aspetto oggi, che andrebbe sottolineato con maggior forza: la straordinaria prova di Mikel Landa, conclusa ancora con un secondo posto. A Ortisei infatti esulta Tejay Van Garderen, un altro estromesso presto dalla classifica generale che oggi ha trovato la giornata della vita. Prima vittoria in un grande giro e sorriso ritrovato. Van Garderen ama l'Italia, e in Val Gardena viene a fare i suoi ritiri in altura, tanto da conoscere le strade metro per metro. Una conoscenza che gli ha permesso di sprintare al meglio nel tortuoso finale, per quanto Landa avesse mostrato una gamba ben più scintillante, salvata per il finale anche grazie all'aiuto di un monumentale Diego Rosa, in testa su tutti i GPM per aiutare il suo capitano. Landa si consola con una maglia azzurra ormai pressochè certa, una motivazione ritrovata, un affetto crescente da parte dei tifosi. Ma sono ben magre consolazioni dopo due secondi posti simili: è uno dei corridori più spettacolari di questo Giro e meriterebbe maggior gioia, specie fintanto che lo spettacolo da parte dei primi in classifica continua a farsi desiderare...
Ordine d'arrivo:
01. Tejay Van Garderen 03h54'04"
02. Mikel Landa st
03. Thibaut Pinot a 08"
04. Domenico Pozzovivo st
05. Jan Hirt a 11"
06. Ilnur Zakarin a 24"
07. Steven Kruijswijk a 34"
08. Bauke Mollema st
09. Tom Dumoulin a 01'06"
10. Nairo Quintana
Classifica generale:
01. Tom Dumoulin 80h00'48"
02. Nairo Quintana a 31"
03. Vincenzo Nibali a 01'12"
04. Thibaut Pinot a 01'36"
05. Ilnur Zakarin a 01'58"
06. Domenico Pozzovivo a 02'07"
07. Bauke Mollema a 03'17"
08. Steven Kruijswijk a 05'48"
09. Adam Yates a 07'06"
10. Bob Jungels a 07'34"
Filippo Cauz, Ortisei
(foto via Giro d'Italia)
Se non ci era riuscito il tappone dello Stelvio a scombinare il Giro, ancora meno ci è riuscita la tappetta dolomitica. Martedì c'era stato almeno il brivido dato dall'intestino di Dumoulin, oggi nemmeno quello, con i due sfidanti intenti più a far perdere l'olandese che a vincere il Giro. Lo dirà esplicitamente la maglia rosa a fine tappa, lamentandosi di come hanno corso i suoi avversari, ma chiosando che a far così rischiano di perdere persino il podio, lui non capisce non si adegua. Già perchè negli ultimi chilometri verso Ortisei il catenaccio di Quintana e Nibali su Dumoulin ha una preventivabile conseguenza: se ne vanno tutti gli altri. Con Pinot, Zakarin e Pozzivivo che si mettono in tasca un minutino che vale un balcone con vista sul podio finale. Il pallino resta ora agli altri due. Quintana si trincera dietro ai soliti silenzi. Nibali reagisce stizzito, dà dello spavaldo all'olandese, dicendo che "ha dimostrato di essere forte in gara ma non esageri con le parole, di certo noi non lo porteremo in carrozza a Milano. Lo conosce il karma? Tutto torna...". Sparate verbali che verranno ricordate di più rispetto al poco visto in strada, con l'olandese che chiude il ping-pong con un sintetico "E poi sarei io lo spavaldo...", ma poi dà parzialmente ragione al vincitore uscente. Dumoulin sa di essere in totale controllo, se non è il più forte è tra i più forti, ed è ampiamente il più abile nel gestire le situazioni di corsa.
In comune con la tappa di Bormio c'è un altro aspetto oggi, che andrebbe sottolineato con maggior forza: la straordinaria prova di Mikel Landa, conclusa ancora con un secondo posto. A Ortisei infatti esulta Tejay Van Garderen, un altro estromesso presto dalla classifica generale che oggi ha trovato la giornata della vita. Prima vittoria in un grande giro e sorriso ritrovato. Van Garderen ama l'Italia, e in Val Gardena viene a fare i suoi ritiri in altura, tanto da conoscere le strade metro per metro. Una conoscenza che gli ha permesso di sprintare al meglio nel tortuoso finale, per quanto Landa avesse mostrato una gamba ben più scintillante, salvata per il finale anche grazie all'aiuto di un monumentale Diego Rosa, in testa su tutti i GPM per aiutare il suo capitano. Landa si consola con una maglia azzurra ormai pressochè certa, una motivazione ritrovata, un affetto crescente da parte dei tifosi. Ma sono ben magre consolazioni dopo due secondi posti simili: è uno dei corridori più spettacolari di questo Giro e meriterebbe maggior gioia, specie fintanto che lo spettacolo da parte dei primi in classifica continua a farsi desiderare...
Ordine d'arrivo:
01. Tejay Van Garderen 03h54'04"
02. Mikel Landa st
03. Thibaut Pinot a 08"
04. Domenico Pozzovivo st
05. Jan Hirt a 11"
06. Ilnur Zakarin a 24"
07. Steven Kruijswijk a 34"
08. Bauke Mollema st
09. Tom Dumoulin a 01'06"
10. Nairo Quintana
Classifica generale:
01. Tom Dumoulin 80h00'48"
02. Nairo Quintana a 31"
03. Vincenzo Nibali a 01'12"
04. Thibaut Pinot a 01'36"
05. Ilnur Zakarin a 01'58"
06. Domenico Pozzovivo a 02'07"
07. Bauke Mollema a 03'17"
08. Steven Kruijswijk a 05'48"
09. Adam Yates a 07'06"
10. Bob Jungels a 07'34"
Filippo Cauz, Ortisei
(foto via Giro d'Italia)