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Redazione

La bicicletta festeggia 200 anni

Il 12 giugno 1817 l'inventore tedesco Karl Friedrich Christian Ludwig, barone Drais di Sauerbronn, partì dalla sua Mannheim verso Schwetzingen in sella ad un mezzo mai visto. L'Europa era stritolata dalle carestie provocate dall'anno senza estate, la stagione di stravolgimenti climatici globali che era seguita all'esplosione del vulcano Tambora in Indonesia. Senza raccolto e senza risorse, gli animali erano morti di fame o erano stati direttamente abbattuti per sfamare i padroni, cavalli compresi. Un contesto drammatico ma ideale per far decollare l'invenzione del Barone: la laufmaschine, letteralmente macchina che corre, nell'idea di Drais un cavallo meccanico, nella risposta di Gianni Brera l'anticavallo, nella denominazione comune la draisina, nell'evoluzione che ne è seguita sino ad oggi, la bicicletta.

Trasformatasi ma non troppo, con l'aggiunta di volta in volta dei pedali, della trasmissione, del cambio... e tutto sommato di poco altro, la bicicletta è una tecnologia talmente perfetta che ha conservato la sua semplicità sino ad oggi, senza bisogno di miglioramenti sensibili. Certo, una bici di oggi non sembra avere molto da spartire con una draisina, eppure condividono ancora l'elemento primario, l'idea. Ieri, 12 giugno 2017, nel pieno di un'altra crisi climatica, meno emergenziale ma più persistente, la bicicletta ha compiuto ufficialmente 200 anni, e numerosi ciclisti nel mondo sono scesi in strada per celebrare questo straordinario anniversario. Pedalate, raduni, ciclostoriche e festival hanno attraversato l'intero globo: dalla Gran Bretagna all'Australia (dove le bici hanno invaso le strade di otto città differenti), da Parigi a New York, ma la festa più grande non poteva che tenersi proprio a Mannheim, laddove tutto è cominciato, e dove per tutto l'anno si susseguono le iniziative in onore di Karl Drais e della sua straordinaria invenzione.

Non è soltanto la celebrazione di una passione, di un gioco, di un mezzo di felicità, ma anche di uno strumento che ha segnato la storia recente dell'umanità. La bicicletta ha contribuito all'emancipazione delle donne nell'Europa dell'800, e continua a farlo in Africa e in Medio Oriente, in bicicletta si muovevano le staffette partigiane in guerra, così come avvenivano i trasporti clandestini con cui Gino Bartali salvò centinaia di ebrei dal fascismo, in bicicletta oggi sono ridotte la distanza da scuole, pozzi e ospedali nelle zone più impervie del mondo, in bicicletta si spostano migliaia di persone ogni giorno, raggiungono i luoghi del proprio lavoro e del proprio piacere, sgravando le strade dal traffico cittadino e l'aria dalle polveri sottili, sfidando i rischi di una mobilità che gli stessi ciclisti stanno trasformando. La bicicletta ha attraversato la letteratura e il cinema, la musica e la cultura popolare, in soli duecento anni ha saputo rivoltare il nostro immaginario, e trovare un posto in primo piano come simbolo di libertà, gioia, autodeterminazione e indipendenza. Conquiste che nessuno riuscirà a toglierle, nemmeno con altri 200 anni.