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Redazione

Tour de France: Froome o dopo Froome?

Chissà se Ralf Hütter, Florian Schneider e Karl Bartos, quando nel 1982 si sono messi a registrare il loro tributo alla corsa ciclistica che più amavano, hanno mai considerato l'ipotesi che 35 anni più tardi il Tour de France sarebbe partito proprio da lì, a pochi metri dal Kling Klang Studio, dal cuore della Düsseldorf delle aziende, dei Kraftwerk e dei Neu!, di una Germania che si riscopre finalmente innamorata del grande ciclismo. Il Tour 2017 parte domani da Düsseldorf con una cronometro veloce e ritmata che pare ideata proprio dai Kraftwerk (che in serata suoneranno in città con un concerto-omaggio al Tour de France): quattordici chilometri ne fanno più di un prologo ma meno di una cronometro, una tendenza alla via di mezzo che attraverso un po' tutta questa edizione del Tour. Una Grande Boucle mai stata così poco boucle, con la forma a ricciolo sacrificata in un nome di un andirivieni tra tutte le cinque catene montuose dell'esagono, con buona pace di tutta la Francia nord-occidentale, tagliata del tutto dal percorso.

Si parte dall'estero, con una crono che strizza l'occhio all'eroe di casa Tony Martin, ma forse ancora di più ai due Lotto Primož Roglic e Jos van Emden (che sogna un clamoroso back-to-back con l'ultima tappa del Giro), allo svizzero Stefan Küng e alle speranze di Taylor Phinney e Sylvain Chavanel, l'esperto francese che accompagnerà Thomas Voeckler in un commovente Tour d'addio. Eppure in un percorso così povero di cronometro (l'unica altra prova contro il tempo sono i 23 chilometri di Marsiglia), con tante montagne ma distribuite in maniera stocastica, la prima crono chiama già all'appello gli uomini di classifica, perchè in questa Grande Boucle non si vede una tappa in cui si possa vincere la corsa, ma sono tantissime quelle in cui lasciare secondi potenzialmente decisivi.


La lotta per la maglia gialla
Chris Froome vuole vincere il suo terzo Tour di fila (e quarto in assoluto), impresa riuscita solo a cinque corridori prima di lui. Per farlo ha ritardato un po' la condizione rispetto al passato: arriva a Düsseldorf senza vittorie e con qualche domanda in più. Preparazione ritardata o solo sbagliata? Di certo la sua Sky ha vissuto, almeno psicologicamente, la stagione più difficile da sempre, cui le sfortune del Giro non hanno certo aiutato. Buon per chi la Sky l'ha lasciata per cercar fortuna da solo, quel Richie Porte che pare lo sfidante più accreditato di Froome. Dalla sua l'australiano ha la migliore stagione della vita, per contro i 32 anni di età in cui non è mai riuscito a salire sul podio di un grande giro: dovrà sperare in una corsa abbastanza chiusa (e le aspettative ci sono tutte) e nel Froome sbagliato, perchè la corsa chiusa significherebbe la corsa della Sky, che in quei casi raramente sbaglia. Se invece lo svolgimento si rivelasse più sorprendente del recente passato cui ormai ci siamo abituati, ecco che il bouquet dei pretendenti si amplia parecchio.

Primo tra tutti non può che essere Romain Bardet, piazzato d'onore 12 mesi fa e speranza di tutta la Francia, paese che ama i propri rappresentanti ma soprattutto i corridori dotati di panache, quella tendenza naturale al coraggio e allo spettacolo che sembra scorrere nelle vene dell'alverno ben più che in quelle del terzo sul podio 2016. Nairo Quintana non potrà che partire tra i favoriti anche quest'anno, ma l'ultimo Giro sembra avere molto ridimensionato le aspettative del colombiano. Dalla sua Nairo ha la tendenza a far sempre bene nel secondo giro stagionale, e qui potrebbe tornare ad avere valore proprio la sua presenza alla Corsa Rosa.
Completano il ventaglio delle alternative l'inossidabile Alberto Contador, lontano dagli anni d'oro ma deciso a rinviare il ritiro per far bene a questo Tour, il solito Alejandro Valverde, sin qui il miglior corridore della stagione, la coppia Astana Fabio Aru / Jakub Fuglsang, con il sardo rinvigorito dalla maglia tricolore e il danese vincitore di un Delfinato che negli ultimi anni ha (quasi) sempre portato bene, e Thibaut Pinot, che spera che il Giro gli abbia rinforzato i muscoli e rilassato la mente.

E ancora gli outsider: Louis Meintjes, in condizioni super e molto adatto a un percorso che non richiede grandi doti di fondo; Ion Izagirre, che deve ancora dimostrare di saper eccellere sulla lunga distanza; i due Orica Simon Yates / Esteban Chaves, entrambi all'esordio in Francia, con il colombiano reduce da un infortunio che lo ha bloccato per tutta la primavera; Rafał Majka, Daniel Martin, il già citato Primož Roglic insieme a Robert Gesink.


La sfida dei velocisti
Gli organizzatori del Tour hanno deciso di tornare indietro nel tempo, e la Grande Boucle di quest'anno potrebbe presentare almeno sette, ma forse addirittura dieci, tappe per sprinter. Cifre che non si vedevano dai primi anni '90, quando alle ruote veloci era destinata per intero la prima settimana, con conseguenti cadute e sorprese a rovinare i sogni degli uomini di classifica più sprovveduti. Nel 2017 i velocisti potrebbero giocarsi di fatto la metà delle frazioni del Tour, e inevitabilmente questo ha attirato in Francia il gotha dello sprint. Ad esclusione di Fernando Gaviria e Bryan Coquard, tutti gli altri nomi che contano in volata saranno al via di Düsseldorf, e già da domenica a Liegi (si, quella Liegi, ahinoi) la sfida sarà aperta. A guardare un anno fa, dovrebbe essere Mark Cavendish l'uomo di punta, ma il britannico ha lottato con un brutto virus per tutta la primavera e c'è da aspettarsi un avvio lento per lui, con l'occhio puntato sulla seconda metà di corsa. Prima toccherà ai rivali teutonici, ringaluzziti dalla partenza di casa, André Greipel e Marcel Kittel, e agli altrettanto rivali francesi, con Nacer Bouhanni che punta a riprendersi la leadership ai danni del sontuoso tricolore Arnaud Démare di questa stagione. E per completare il quadro, ecco buttarsi in mischia Alexander Kristoff, Dylan Groenewegen, Daniel Mclay... ma pure gli sprinter più resistenti, che sperano nella selezione prima della volata, come Michael Matthews, John Degenkolb, Ben Swift o Sonny Colbrelli.


... e Sagan?
Tutto questo con buona pace di Peter Sagan, perchè da Peter Sagan passano i destini di tanti in questo Tour. Una corsa dal percorso di questo è talmente... saganistico che c'è chi ha ipotizzato lo slovacco persino in doppia cifra nelle vittorie di tappa. E' un'esagerazione, non accadrà, ma oltre alla scontata sesta maglia verde consecutiva che lo porterà ad affiancare Erik Zabel a soli 27 anni, roba da fenomeno di sempre, lo slovacco può togliersi davvero tante soddisfazioni da questa Grande Boucle. Un anno fa, in uno dei Tour più noiosi di tutti i tempi, Sagan fu la salvezza dei pomeriggi di luglio: sempre all'attacco, sempre protagonista, vincitore di tre tappe e sul podio di altre cinque. Performance difficile da ripetere, eppure paradossalmente migliorabile. Già perchè Peter Sagan tra le caratteristiche che lo rendono unico al mondo ha la capacità di sapersi trasformare a seconda di quanto chieda la corsa. E così, in un tracciato che pare snobbare i grandi nomi della classiche (seppur presenti, con Philippe Gilbert, Greg Van Avermaet, Michał Kwiatkowski, Edvald Boasson Hagen, Tiesj Benoot , Michael Albasini, Fabio Felline e Diego Ulissi), Sagan è già pronto a ributtarsi negli sprint di gruppo. E la statistica del ciclismo contemporaneo dice che se Sagan ci prova dieci volte, è assai improbabile che non ne vinca almeno un paio.



Il nostro borsino dei favoriti:
***** Chris Froome
**** Richie Porte
*** Nairo Quintana, Romain Bardet
** Alejandro Valverde, Fabio Aru, Jakub Fuglsang, Thibaut Pinot
* Louis Meintjes, Simon Yates, Rafał Majka, Daniel Martin, Esteban Chaves


Le tappe:
sabato 01 luglio: Düsseldorf (D) – Düsseldorf (D), 13 km [cronometro individuale];
domenica 02 luglio: Düsseldorf (D) – Liegi (B), 202 km;
lunedì 03 luglio: Verviers (B) – Longwy, 202 km;
martedì 04 luglio: Mondorf-les-Bains (LUX) – Vittel, 203 km;
mercoledì 05 luglio: Vittel – La Planche des Belles Filles, 160 km;
giovedì 06 luglio: Vesoul – Troyes, 216 km;
venerdì 07 luglio: Troyes – Nuits-Saint-Georges, 214 km;
sabato 08 luglio: Dole – Les Rousses, 187 km;
domenica 09 luglio: Nantua – Chambéry, 181 km;
lunedì 10 luglio: riposo;
martedì 11 luglio: Périgueux – Bergerac, 178 km;
mercoledì 12 luglio: Eymet – Pau, 202 km;
giovedì 13 luglio: Pau – Peyragudes, 214 km;
venerdì 14 luglio: Saint-Girons – Foix, 100 km;
sabato 15 luglio: Blagnac – Rodez, 181 km;
domenica 16 luglio: Laissac – Le Puy-en-Velay, 189 km;
lunedì 17 luglio: riposo;
martedì 18 luglio: Le Puy-en-Velay – Romans-sur-Isère, 165 km;
mercoledì 19 luglio: La Mure – Serre Chevalier, 183 km;
giovedì 20 luglio: Briançon – Col d’Izoard, 178 km;
venerdì 21 luglio: Embrun – Salon-de-Provence, 220 km;
sabato 22 luglio: Marsiglia – Marsiglia, 23 km [cronometro individuale]
domenica 23 luglio: Montgeron – Parigi Champs Élysées, 105 km.


Albo d'oro recente:
2008 - 1. Alberto Contador, 2. Cadel Evans, 3. Levi Leipheimer;
2008 - 1. Carlos Sastre, 2. Cadel Evans, 3. Bernhard Kohl;
2009 - 1. Alberto Contador, 2. Andy Schleck, 3. Lance Armstrong;
2010 - 1. Alberto Contador, 2. Andy Schleck, 3. Denis Menchov;
2011 - 1. Cadel Evans, 2. Andy Schleck, 3. Fränk Schleck;
2012 - 1. Bradley Wiggins, 2. Chris Froome, 3. Vincenzo Nibali;
2013 - 1. Chris Froome, 2. Nairo Quintana, 3. Joaquim Rodríguez;
2014 - 1. Vincenzo Nibali, 2. Jean-Christophe Péraud, 3. Thibaut Pinot;
2015 - 1. Chris Froome, 2. Nairo Quintana, 3. Alejandro Valverde;
2016 - 1. Chris Froome, 2. Romain Bardet, 3. Nairo Quintana.





Filippo Cauz