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Redazione

Tour: vince sempre Kittel

C'è un supereroe verde che sovrasta chiunque altro quando si arriva sul rettilineo finale in questo Tour de France, e così è successo pure oggi. Si potrebbe sintetizzare in poche righe ormai queste tappe, in tre parole che si ripetono giorno dopo giorno: vince Marcel Kittel. Il risultato pare già scritto alla partenza, tuttalpiù si può discettare su chi lo accompagnerà nel teorico podio di tappa, ma finisce lì. Invece la Eymet - Pau finisce un po' più in là, non perchè Kittel non abbia vinto, questo è impossibile, ma perchè i velocisti questa volta se la sono dovuta sudare.

Il motivo si chiama Maciej Bodnar, passistone polacco della Bora-Hansgrohe, gregario da sempre e uomo fidato di Peter Sagan nei ventagli e nei drittoni di pianura, che trovatosi al Tour senza il suo capitano ha dovuto reinventare il proprio destino, e lo ha fatto nell'unico modo a disposizione dei ciclisti di tale risma: la fuga. Parte al chilometro zero la fuga, ça va sans dire, e altrettanto ovviamente non prende mai il vantaggio di cui avrebbe bisogno. In tanti avranno sentito riecheggiare nelle orecchie la sfuriata fatta da Yoann Offredo alla fine della tappa di ieri: "Ma cosa stanno in gruppo a fare? Ad accompagnare Kittel? Non riesco a capire, ci sono 50 squadre che possono attaccare Kittel ma poi non lo fa nessuno". La chiamata alla battaglia di chi non molla mai avrà agitato i sonni di tanti, ma poi a Eymet è spuntato il sole, il vento era debole e caldo, e gli intenti coraggiosi sono rimasti sotto il cuscino. Attaccano in tre e senza speranze, il gruppo pensa "bene così".

I malcapitati di giornata sono Marco Marcato, Maciej Bodnar e Frederik Backaert. Prendono subito un minuto e mezzo, il gruppo inizia subito a fare l'elastico, e il copione è seguito alla linea. Piccole variazioni. Una foratura per Julien Vermote, sostituito per qualche chilometro in testa al gruppo da Gianluca Brambilla. Le cadute al rifornimento: a John Degenkolb non ne va bene una ma prosegue, Dario Cataldo invece ha un polso malconcio e sale in ammiraglia, brutta botta per Fabio Aru. Raddoppiata poco dopo dal riacutizzarsi del dolore al polso di Jakob Fuglsang, che però stringe i denti. Le squadre degli uomini di classifica rimontano sino in testa al gruppo a caccia di ventagli, ma il vento non c'è, si torna al copione.

Quando mancano una trentina di chilometri da Pau, cittadina che assiste al passaggio del Tour per la 102esima volta (solo Bordeaux e Parigi han fatto meglio) la collaborazione tra i tre fuggitivi finisce, resta da solo Bodnar. Il polacco è un bel passistone, non è facile andarlo a riprendere, ma il gruppo fa i suoi calcoli. Nel frattanto in coda si registra anche oggi una caduta per Alberto Contador, arrotatosi col compagno Michael Gogl, e una bottarella tocca pure a Romain Bardet, senza conseguenze.

Gli ultimi 10 chilometri sono la solita follia a 80 all'ora. Bodnar esausto pedala più storto che mai, ma la spinta è ancora efficace. Il gruppo è tirato da Lotto, Katusha e Quick-Step. Uno contro tutti, tutti contro Bodnar, più che contro Kittel. Il ricongiungimento avviene a poco più di trecento metri dal traguardo: la differenza di velocità è impietosa. 300 metri soltanto per separare un corridore da un'impresa che avrebbe avuto del clamoroso, dopo 203 chilometri di fuga. Ma l'impresa non c'è stata, e come al solito ha vinto Kittel.



Ordine d'arrivo:
01. Marcel Kittel 04h01'00"
02. Dylan Groenewegen st
03. Edvald Boasson Hagen
04. Michael Matthews
05. Daniel Mclay
06. Davide Cimolai
07. André Greipel
08. Nacer Bouhanni
09. Ben Swift
10. Danilo Wyss

Classifica generale:
01. Christopher Froome 47h01'55"
02. Fabio Aru a 18"
03. Romain Bardet a 51"
04. Rigoberto Urán a 55"
05. Jakob Fuglsang a 01'37"
06. Daniel Martin a 01'44"
07. Simon Yates a 02'02"
08. Nairo Quintana a 02'13"
09. Mikel Landa a 03'36"
10. George Bennett a 03'53"




Filippo Cauz
(foto e video via A.S.O.)