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Redazione

Tour: la giornata di Roglič, e di Contador

Quando mancano le gambe, c'è sempre il cuore. E' questo il messaggio della tappa odierna di Alberto Contador, animata con oltre cento chilometri di fuga, all'assalto della più prestigiosa delle vittorie di tappa in un Le Tour de France che lo ha respinto anche all'ultimo assalto di quella quarta maglia gialla che lo avrebbe fatto entrare nella storia. E' partito sulle prime rampe del Croix de Fer il madrileño, libero dal controllo per via dei 7 minuti di ritardo in classifica, e da lì non si è mai fermato: prima con Quintana, poi da solo, poi con i fuggitivi e infine ancora da solo. Croix de Fer, Télégraphe, Galibier... un'avventura su e giù dalle montagne che hanno scritto la leggenda del ciclismo.

L'attacco di Contador sembrava preparato, tanta era la presenza delle maglie Trek nel gruppo di testa: 33 uomini staccatisi nella prima fase di gara, poco dopo la caduta che avrebbe portato al ritiro di Marcel Kittel, costretto a salutare una maglia verde difesa coi denti dal dinamismo di Michael Matthews. Fuga corposa, con all'interno nomi preziosi: Thomas De Gendt, ovviamente, ma pure Bauke Mollema, Jarlinson Pantano, Darwin Atapuma, Esteban Chaves, Sylvain Chavanel, Thomas Voeckler, Serge Pauwels, Alberto Bettiol... tanto che su di loro sarebbe voluto rientrare persino Nairo Quintana (poi naufragato), se solo avesse avuto le gambe. O almeno il cuore di Contador, che rientra quasi da solo e si proietta verso la vittoria di tappa tanto agognata.

Non arriverà nemmeno questa, naturalmente. Sul traguardo il madrileño arriverà stremato ma orgoglioso, con 01'44" di ritardo da Primož Roglič, capace di un'impresa clamorosa resistendo sin dalla prima fuga e attaccando da solo sulle ultime rampe del Galibier, per poi gettarsi a rotta di collo in una discesa che solo chi ha provato il brivido del salto con gli sci avrebbe potuto affrontare in maniera così veemente. Nel frattanto alle loro spalle si registra qualche punzecchiatura in gruppo. Dopo esser stati accompagnati dagli uomini Sky per tutta la giornata, con Michał Kwiatkowski e Vasil' Kiryenka che avran tirato due terzi di tappa da soli, gli sfidanti di Chris Froome si sono svegliati negli ultimi chilometri del Galibier. Un paio di tentativi a testa per Daniel Martin e Romain Bardet. Tanto basta per ridurre il gruppo all'osso, con Fabio Aru, Louis Meintjes e lo stesso Martin che lasceranno 30" ai rivali sul traguardo, mentre per Simon Yates sarà di ben due minuti il passivo.

La classifica finisce ancora una volta per ritoccarsi giusto in qualche dettaglio marginale. C'è chi scivola e chi risale ma si tratta pur sempre di manciate di secondi, quando a Parigi mancano soltanto la cronometro di sabato e l'arrivo sull'Izoard di domani. E forse è stata proprio la paura del giorno successivo a limitare l'aggressività dei contendenti. Forse una semplice mancanza di gambe, dietro all'encomiabile strategia degli Sky. O forse soltanto desiderio di non rovinare la straordinaria impresa di Roglič, o l'opera di uno degli ultimi artisti del nostro ciclismo: Alberto Contador.


Ordine d'arrivo:
01. Primož Roglič 05h07'41"
02. Rigoberto Urán a 01'13"
03. Christopher Froome st
04. Romain Bardet
05. Warren Barguil
06. Mikel Landa a 01'16"
07. Daniel Martin a 01'43"
08. Alberto Contador a 01'44"
09. Louis Meintjes st
10. Fabio Aru

Classifica generale:
01. Christopher Froome 73h27'26"
02. Rigoberto Urán a 27"
03. Romain Bardet a 27"
04. Fabio Aru a 53"
05. Mikel Landa a 01'24"
06. Daniel Martin a 02'37"
07. Simon Yates a 04'07"
08. Louis Meintjes a 06'35"
09. Alberto Contador a 07'45"
10. Warren Barguil a 08'52"





Filippo Cauz
(foto e video via A.S.O.)