Immagine
Tour: Boasson Hagen fugge in Provenza
Da Embrun a Salon-de-Provence, la diciannovesima tappa del Tour è una prevedibile giornata di riposo per gli uomini di classifica. Un'anomalia, nella settimana decisiva della Grande Boucle, alla vigilia della crono tanto attesa (e rimpianta), c'è questa frazione sonnacchiosa. Tappa decisiva per l'assegnazione del numero rosso, simbolo del più combattivo, di chi cerca di ribellarsi a un ciclismo in cui tutto pare già scritto. Per il resto, si sa già in partenza, nulla da dichiarare.
Il primo che prova a portar via l'attacco in effetti è un professionista della categoria, autore dell'azione più coraggiosa dell'intero Tour: Guillaume Van Keirsbulck. Ma non gli riesce. Ce la fa invece il re degli attaccanti di questo Tour, Thomas de Gendt, ad entrare nell'azione buona: venti uomini comprendenti attaccanti di razza (Sylvain Chavanel, Lilian Calmejane, Rudy Molard, Romain Hardy, Tony Gallopin), ruote più o meno veloci (Edvald Boasson Hagen, Ben Swift, Daniele Bennati), onesti gregari e nobili decaduti. Alla Sky va bene così. Di conseguenza, come da inizio Tour, al gruppo va bene così.
Li lasciano andare con tale tranquillità che il vantaggio lievita più veloce di un panino in forno, sino ad arrivare in torno ai dieci minuti. Al traguardo, nel rilassamento generale, saranno addirittura dodici e mezzo. La testa dei primi è alla crono di domani, di tanti in mezzo è ai contratti da rinnovare, dei fuggitivi - e solo dei fuggitivi - è alla vittoria di tappa. C'è da attendere però sino agli ultimi venti chilometri, distanza ridotta nella frazione più lunga della Grande Boucle. Distanza che si riduce sempre di più col passare degli attacchi belli ma inefficaci: prima Jens Keukeleire, poi Sylvain Chavanel, infine Michael Albasini. Quando tanto caos sembra tendere alla linearità, a decidere tutto è una curva. A tre chilometri dall'arrivo, il più classico dei rondò del sud della Francia, pennellato alla perfezione, diventa rampa di lancio come la parabolica di un velodromo. In sette vanno da una parte, ma è troppo lunga. In due dall'altra, ed è la mossa decisiva. Nikias Arndt fa compagnia ad Edvald Boasson Hagen per poche centinaia di metri, poi il norvegese si invola verso la vittoria. Si aggiudica la frazione più lunga dopo averne persa una con il distacco più breve. Dai 6 millimetri di Nuits-Saint-Georges ai 222 chilometri di Salon-de-Provence, o da pochi metri di differenza: una curva.
Ordine d'arrivo:
01. Edvald Boasson Hagen 05h06'29"
02. Nikias Arndt a 05"
03. Jens Keukeleire a 17"
04. Daniele Bennati st
05. Thomas de Gendt
06. Sylvain Chavanel
07. Elie Gesbert
08. Jan Bakelants
09. Michael Albasini a 19"
10. Pierre Luc Périchon a 01'32"
Classifica generale:
01. Christopher Froome 83h26'55"
02. Romain Bardet a 23"
03. Rigoberto Urán a 29"
04. Mikel Landa a 01'36"
05. Fabio Aru a 01'55"
06. Daniel Martin a 02'56"
07. Simon Yates a 04'46"
08. Louis Meintjes a 06'52"
09. Warren Barguil a 08'22"
10. Alberto Contador a 08'34"
Filippo Cauz
(foto e video via A.S.O.)
Il primo che prova a portar via l'attacco in effetti è un professionista della categoria, autore dell'azione più coraggiosa dell'intero Tour: Guillaume Van Keirsbulck. Ma non gli riesce. Ce la fa invece il re degli attaccanti di questo Tour, Thomas de Gendt, ad entrare nell'azione buona: venti uomini comprendenti attaccanti di razza (Sylvain Chavanel, Lilian Calmejane, Rudy Molard, Romain Hardy, Tony Gallopin), ruote più o meno veloci (Edvald Boasson Hagen, Ben Swift, Daniele Bennati), onesti gregari e nobili decaduti. Alla Sky va bene così. Di conseguenza, come da inizio Tour, al gruppo va bene così.
Li lasciano andare con tale tranquillità che il vantaggio lievita più veloce di un panino in forno, sino ad arrivare in torno ai dieci minuti. Al traguardo, nel rilassamento generale, saranno addirittura dodici e mezzo. La testa dei primi è alla crono di domani, di tanti in mezzo è ai contratti da rinnovare, dei fuggitivi - e solo dei fuggitivi - è alla vittoria di tappa. C'è da attendere però sino agli ultimi venti chilometri, distanza ridotta nella frazione più lunga della Grande Boucle. Distanza che si riduce sempre di più col passare degli attacchi belli ma inefficaci: prima Jens Keukeleire, poi Sylvain Chavanel, infine Michael Albasini. Quando tanto caos sembra tendere alla linearità, a decidere tutto è una curva. A tre chilometri dall'arrivo, il più classico dei rondò del sud della Francia, pennellato alla perfezione, diventa rampa di lancio come la parabolica di un velodromo. In sette vanno da una parte, ma è troppo lunga. In due dall'altra, ed è la mossa decisiva. Nikias Arndt fa compagnia ad Edvald Boasson Hagen per poche centinaia di metri, poi il norvegese si invola verso la vittoria. Si aggiudica la frazione più lunga dopo averne persa una con il distacco più breve. Dai 6 millimetri di Nuits-Saint-Georges ai 222 chilometri di Salon-de-Provence, o da pochi metri di differenza: una curva.
Ordine d'arrivo:
01. Edvald Boasson Hagen 05h06'29"
02. Nikias Arndt a 05"
03. Jens Keukeleire a 17"
04. Daniele Bennati st
05. Thomas de Gendt
06. Sylvain Chavanel
07. Elie Gesbert
08. Jan Bakelants
09. Michael Albasini a 19"
10. Pierre Luc Périchon a 01'32"
Classifica generale:
01. Christopher Froome 83h26'55"
02. Romain Bardet a 23"
03. Rigoberto Urán a 29"
04. Mikel Landa a 01'36"
05. Fabio Aru a 01'55"
06. Daniel Martin a 02'56"
07. Simon Yates a 04'46"
08. Louis Meintjes a 06'52"
09. Warren Barguil a 08'22"
10. Alberto Contador a 08'34"
Filippo Cauz
(foto e video via A.S.O.)