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Redazione

Transcontinental #5: una nuova avventura

Saranno in 293 suddivisi in 29 coppie e 235 individuali, i ciclisti che domani sera si raduneranno nella piazza centrale di Geraardsbergen, nel cuore delle Fiandre, pronti a partire per la più grande avventura a pedali dell'estate europea: la PEdALED Transcontinental Race. Quasi 4000 chilometri di gara a percorso libero, che li porterà in un tempo variabile tra 7 e 30 giorni al traguardo finale di Meteora, in Grecia. Giunta alla sua quinta edizione, la Transcontinental si presenta in questo 2017 completamente rinnovata, dopo la sua annata più difficile di sempre.

Alcune delle novità invero erano già previste da tempo, ma i destini sono cambiati per sempre della Transcontinental alla fine del mese di marzo, quando Mike Hall -fondatore e direttore della corsa - è stato investito e ucciso in Australia, mentre era impegnato in una competizione simile, l'Indian Pacific Wheel Race. La scomparsa di Mike ha obbligato lo staff della Transcontinental a ripartire, allargandosi e rilanciado sullo stesso spirito di avventura che l'aveva sempre mossa, ma anche ad imparare quasi da zero a gestire una competizione difficile, che fino a pochi mesi fa si poggiava quasi interamente sulle spalle del fenomenale ultraciclistat inglese.

"Come gli ultimi anni hanno dimostrato, le condizioni culturali, economiche e politiche sono soggette a cambiamenti. La TCR non crede di dover apportare cambiamenti drastici in risposta alle paure, nei casi in cui non ci siano informazioni chiare. In fondo, crediamo che l'avventura stia proprio nell'imparare ed esperire le situazioni in prima persona, a prescindere che siano attrattive o no". Cita il testo di presentazione della corsa, lasciando intendere che al centro della Transcontinental resterà sempre e solo l'esplorazione, quella dei partecipanti ma anche quella della gara stessa, che si rinnova e cambia anno dopo anno.


La partenza però resta fissa, per il terzo anno di fila. Si parte nella tarda serata di domani da Geraardsbergen: raduno in piazza, un veloce giro del centro, e poi su per il mitico Muur, illuminato nella notte dalle centinaia di fiaccole agitate dagli spettatori entusiasti. Un bagno di energia che sarà molto utile ai partecipanti, perchè una volta raggiunta la cappella in cima al Muur, la corsa comincia davvero. Il regolamento si riassume in poche righe: bisogna coprire l'intero tragitto a pedali, contando solo su se stessi senza supporto esterno, è obbligatorio passare dai quattro control points e bisogna essere in grado di dimostrarlo, è vietato stare in scia ad altri ciclisti, si pedala sempre nel rispetto del traffico e delle leggi locali, indossando il casco e le luci nelle ore notturne. Si pedala soprattutto nello spirito dell'autonomia e dell'uguaglianza tra i corridori, dice la regola numero 10: quella che riassume tutte le altre.

Il primo control point sarà in Germania, allo Schloss Lichtenstein, dopo soli 480 chilometri, che i partecipanti copriranno in poco più di un giorno. Si tratta di un magnifico castello neogotico del 1842, arroccato sulle montagne del Giura con vista su tutta la valle dell'Echaz; un luogo magico che i corridori apprezzeranno poco, perchè da lì comincia il segmento più duro. Secondo control point in cima al Monte Grappa: al Rifugio Bassano, salendo da Semonzo, una salita che non ha bisogno di presentazioni. Un altro migliaio di chilometri verso nord est e la corsa raggiungerà la Slovacchia, con il control point 3 di Tatranská Poljanka, sulla catena degli Alti Tatra. E sempre i Carpazi faranno da scenario all'ultimo passaggio obbligatorio, la magnifica ascesa a Transfăgărăşan, in Romania: una strada dalla bellezza mozzafiato e dalla storia tragica, costruita dai militari dopo l'invasione della Cecoslovacchia nel 1968, la cui realizzazione ha comportato un altissimo dispendio di vite umane. Dalla Romania si scenderà per un migliaio di chilometri verso sud, verso il traguardo che per la prima volta si sposta dalla Turchia, benchè di poco. La linea d'arrivo sarà infatti in Grecia, a Meteora, davanti al complesso di monasteri celesti patrimonio dell'umanità. Un arrivo che resterà nascosto sino all'ultimo anche ai partecipanti, costretti ad un ultima ascesa che solo nei metri finali lascerà spazio all'orizzonte, e alla soddisfazione di aver raggiunto il traguardo di un'impresa così titanica.

C'è molta curiosità anche rispetto ai partecipanti, con una starting list inedita. Mancherà infatti il vincitore di tre delle quattro edizioni disputate, il belga Kristoff Allegaert, e con lui mancheranno tutti i primi classificati dello scorso anno. Addirittura tra gli iscritti nessuno è mai salito sul podio delle edizioni precedenti, anche se c'è chi l'ha sfiorato, come il favoritissimo James Hayden, quarto un anno fa dopo due giorni di stop per malattia. Tra i suoi rivali si segnalano Nelson Trees e Geoffrey Dussault (7° e 8° nel 2016), l'esperto bike messenger parigino Stephane Ouaja e altri piazzati della scorsa edizione: Vincent Muhlethaler, Michael Wacker, Matthew Falconer, Samuli Mäkinen. Mentre tra le donne la sfida è aperta alla campionessa uscente Emily Chappell, di nuovo in gara con il suo numero 7. Ma le sorprese non sono da escludere, il movimento dell'ultracycling è in enorme crescita, si affacciano sulle scene atleti giovani ma perfettamente allenati, come dimostra l'ultima edizione da record della Trans Am, e c'è da scommettere che non mancheranno le performance inattese.

La PEdALED Transcontinental Race è una corsa anomala in tutto, soprattutto nel seguirla. Il modo migliore è il classico dotwatching: l'osservazione dei puntini luminosi di ogni corridore mentre si spostano sulla mappa d'Europa. Due sono le differenti piattaforme: trackleaders.com/transconrace17 e frrt.org/tcrno5. Ma il modo più divertente è sicuramente il racconto diretto dei partecipanti via social network, che sia quanto viene riportato quotidianamente sul sito transcontinental.cc, sia via Twitter seguendo l'hashtag #TCRNo5 o nei gruppi di discussione su Facebook (in italiano o in inglese).