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Redazione

Una Movistar al femminile?

Si corre la Vuelta, e la Spagna diventa inevitabilmente il baricentro del ciclismo a livello mondiale. Almeno per tre settimane, perchè il movimento spagnolo non sembra sfangarsela granchè bene, tra invecchiamento dei suoi campioni (ritirato Purito Rodríguez, Contador all'ultima gara, Valverde infortunato e 37enne), rallentamento del ricambio generazionale e diminuzione delle squadre. Una formazione che tiene alta la bandiera iberica però continua ad esserci, quasi da sempre. La Movistar ha debuttato nel ciclismo che conta proprio nell'anno di nascita del suo capitano Alejandro Valverde, il 1980, e da allora ha inanellato campioni e successi, da Pedro Delgado a Miguel Indurain, da Abraham Olano ad Alex Zülle, fino a Valverde e chissà dove, l'ultimo ingaggio è la più grande speranza del ciclismo spagnolo per gli anni a venire: Mikel Landa. Sin qui, però, si è parlato soltanto di uomini, da questa Vuelta emerge la più lieta delle novità.

Il progetto del team manager Eusebio Unzué, svelato ieri durante un'intervista con l'ottimo Cycling Podcast, è lo sbarco nel ciclismo femminile. "E' una delle cose a cui lavoriamo da un paio d'anni, è probabile che a breve ci muoveremo in appoggio allo sport femminile. Logicamente, arriverà il momento in cui lo faremo in maniera definitiva", ha dichiarato Unzué in risposta interrogato sugli esempi di doppia attività già portati avanti da formazioni di primo piano come Sunweb, FdJ, Lotto, Orica e Astana.

L'attesa a quanto pare non sarà troppo lunga, seguendo quanto detto dal manager spagnolo: "In questo momento stiamo imparando a conoscere meglio l'ambiente, però ancora non possiamo confermare nulla. Il momento giusto potrebbe arrivare già quest'anno, o quello successivo". Un'indicazione che era già stata in parte fornita dall'avvistamento di Unzuè al campionato nazionale svoltosi a Soria a fine luglio, quando in gruppo si era affacciata l'ammiraglia Movistar, guidata da Jorge Sanz, ex-direttore sportivo della Lointek, formazione femminile spagnola di seconda categoria.

Quelle di Esebio Unzué restano ancora solo indicazioni, ma la direzione sembra chiara, e il fatto che un team manager così importante si sia espresso esplicitamente non può che essere un buon segno. Il ciclismo femminile, d'altronde, gode di ottima salute e di un boom di praticanti e appassionate a livello mondiale. Quello che manca è ancora una crescita di investimenti e professionalità; da questo punto di vista, l'interessamento di una squadra solida come la Movistar rappresenta un'ottima prospettiva.