Immagine
title

Redazione

Giro101: una doppia "prima volta"

Saranno due prime volte per il Giro d'Italia nel 2018, che non poteva non cominciare in maniera più clamorosa il suo secondo secolo di vita. La prima partenza da fuori Europa nella storia di un Grande Giro, la prima partenza da un territorio di conflitto, con uno slancio di coraggio da parte di un'organizzazione che vuole ribadire la sua centralità nello scenario ciclistico internazionale. L'iniziativa è stata presentata questa mattina a Gerusalemme con interventi istituzionali italiani e israeliani e la presenza di Ivan Basso e di una fresca leggenda del Giro come Alberto Contador, appena sceso di sella dopo una carriera che l'ha visto trionfare per tre volte alla Corsa Rosa.

Tra saranno le tappe disputate nelle terre mediorientali: una cronosquadre di dieci chilometri e due frazioni in linea, adatte perlopiù alle ruote veloci. Si parte dunque dal cuore di Gerusalemme: in un'epoca storica in cui le religioni tornano di gran moda, il Giro d'Italia parte da una città simbolica, luogo sacro per cristiani, musulmani ed ebrei, ma anche luogo di conflitto in corso, con l'occupazione dei territori circostanti e interni alla città che continua giorno dopo giorno. Da questo punto di vista, il ciclismo, con la sua capacità unica di abbattere le barriere tra i territori, si propone come uno sguardo nuovo, auspicabilmente di pace. Il percorso è molto articolato, con l'arrivo a ridosso della città storica. Si affrontano in sequenza numerose svolte tra vie cittadine in un susseguirsi di saliscendi che costeggerà alcuni luoghi simbolo le mura storiche. Finale tutto in salita da leggera a impegnativa.

Sabato 5 la prima frazione in linea porterà il gruppo da Haifa alla capitale israeliana Tel Aviv dopo 167 chilometri. Le uniche difficoltà di giornata saranno nella prima parte collinare, con il primo GPM a Zikron Yakov. La seconda metà di tappa è sostanzialmente piatta e su strade, con l'arrivo sul rettilineo del lungomare cittadino. La carovana si trasferirà quindi nella parte meridionale del paese per la terza tappa mediorientale, saltando le zone di posti di blocco, colonie e territori occupati tra Gaza e Gerusalemme. 226 chilometri con partenza da Be'er Sheva e arrivo a Eilat, sul Mar Rosso, con poche asperità alle porte del Negev e un finale pressochè in discesa.

Sarà una partenza storica e non mancherà di fare discutere. Ci sarà chi criticherà il rischio del portare il Giro in uno scenario bellico, chi ne sottolineerà le pericolose implicazioni sociali, chi ricorderà le possibili problematiche relative a visti e sponsor e chi farà notare come queste iniziative obblighino corridori e carovana a trasferimenti straordinari, tanto che per l'ennesima volta sarà necessario anticipare il via al venerdì ed inserire un giorno di riposo già al quarto giorno. Sarà però soprattutto una scelta redditizia, ed è questa la spiegazione più concreta. Israele infatti ha deciso di seguire la strada già segnate in anni recenti dai vicini paesi della penisola araba come Qatar ed Emirati Arabi Uniti, investendo ingenti risorse nei grandi eventi sportivi. I media locali parlano di ben dodici milioni di euro stanziati dal comitato di partenza per portare qui la Corsa Rosa. Una cifra che non può che far sorridere RCS... che sia sufficiente per staccare l'assegno per una terza prima volta, quella di Chris Froome all'assalto del Giro?