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Il ciclismo secondo Alberto Contador
Un appello per tornare a un ciclismo più genuino, più coinvolgente per appassionati, spettatori ma pure per i corridori stessi. Lo ha ribadito Alberto Contador in una lunga intervista al quotidiano spagnolo Marca, a poco meno di un mese dal suo ritiro al termine della Vuelta.
Che il madrileño negli ultimi anni avesse sposato con decisione le tesi riformiste non è una novità, ma la sua presa di posizione oggi, libero dai vincoli di chi ancora deve pedalare in gruppo, acquisisce una nuova forza, e infonde un po' di speranza. Il primo obiettivo di Contador sono i misuratori di potenza, aggeggi ormai irrinunciabili sulle bici di qualsiasi professionista (e, ahinoi, sempre più comuni anche tra gli amatori) che, a detta dei critici, trasformano le corse ciclistiche in una sorta di videogioco. Contador spinge perchè vengano vietati almeno in corsa, lasciando la libertà di utilizzarli in allenamento per monitorare i dati di ogni atleta. A suo dire, i misuratori di potenza sono ancora più limitanti delle radioline, per le quali il madrileño non ha parole critiche.
"Se lungo una salita sai di non potere superare i 400 watt, e in testa al gruppo c'è la Sky che sta spingendo a 400 watt, non oserai mai attaccare per il rischio di impiantarti dopo due chilometri. Ma se non hai i numeri sott'occhio, ascoltare le tue sensazioni può spingerti all'attacco. I corridori si bloccano psicologicamente quando leggono i numeri, specie lungo le salite al 6% o 7%".
Il dito è puntato verso la Sky, ma non solo. Contador auspica infatti anche una difficile introduzione di un tetto salariale per le formazioni World Tour, allo scopo di evitare che pochissimi squadroni diventino padroni assoluti in corsa: "Se una formazione può permettersi di spendere il quadruplo di altre, potrà ingaggiare molti corridori che altrove sarebbero capitani. Con squadre di questo tipo le corse finiscono per diventare bloccate. Il tetto può anche essere alto, ma non stratosferico: un capitano può percepire un salario elevato, e poi la squadra costruirà la formazione intorno a lui".
Sebbene ufficialmente ritirato, Alberto Contador disputerà ancora la Japan Cup di domenica 22 ottobre e la China Criterium, prima di dedicarsi totalmente alla Fundación Contador e al formazione under 23 che dirigerà la prossima stagione. Per il momento comunque non ha smesso di pedalare: "Non si può passare da 200 chilometri al giorno a una vita sedentaria di colpo. Non fa nemmeno bene alla salute. L'ideale è continuare a uscire 3-4 volte alla settimana, e continuerò a farlo anche per mantenermi in forma". Quello che emerge da queste parole, però, è un Contador fortemente politico. Chissà che il suo futuro non sia lontano dalle ammiraglie e più vicino alle scrivanie. Per il ciclismo potrebbe essere una lieta sorpresa.
Che il madrileño negli ultimi anni avesse sposato con decisione le tesi riformiste non è una novità, ma la sua presa di posizione oggi, libero dai vincoli di chi ancora deve pedalare in gruppo, acquisisce una nuova forza, e infonde un po' di speranza. Il primo obiettivo di Contador sono i misuratori di potenza, aggeggi ormai irrinunciabili sulle bici di qualsiasi professionista (e, ahinoi, sempre più comuni anche tra gli amatori) che, a detta dei critici, trasformano le corse ciclistiche in una sorta di videogioco. Contador spinge perchè vengano vietati almeno in corsa, lasciando la libertà di utilizzarli in allenamento per monitorare i dati di ogni atleta. A suo dire, i misuratori di potenza sono ancora più limitanti delle radioline, per le quali il madrileño non ha parole critiche.
"Se lungo una salita sai di non potere superare i 400 watt, e in testa al gruppo c'è la Sky che sta spingendo a 400 watt, non oserai mai attaccare per il rischio di impiantarti dopo due chilometri. Ma se non hai i numeri sott'occhio, ascoltare le tue sensazioni può spingerti all'attacco. I corridori si bloccano psicologicamente quando leggono i numeri, specie lungo le salite al 6% o 7%".
Il dito è puntato verso la Sky, ma non solo. Contador auspica infatti anche una difficile introduzione di un tetto salariale per le formazioni World Tour, allo scopo di evitare che pochissimi squadroni diventino padroni assoluti in corsa: "Se una formazione può permettersi di spendere il quadruplo di altre, potrà ingaggiare molti corridori che altrove sarebbero capitani. Con squadre di questo tipo le corse finiscono per diventare bloccate. Il tetto può anche essere alto, ma non stratosferico: un capitano può percepire un salario elevato, e poi la squadra costruirà la formazione intorno a lui".
Sebbene ufficialmente ritirato, Alberto Contador disputerà ancora la Japan Cup di domenica 22 ottobre e la China Criterium, prima di dedicarsi totalmente alla Fundación Contador e al formazione under 23 che dirigerà la prossima stagione. Per il momento comunque non ha smesso di pedalare: "Non si può passare da 200 chilometri al giorno a una vita sedentaria di colpo. Non fa nemmeno bene alla salute. L'ideale è continuare a uscire 3-4 volte alla settimana, e continuerò a farlo anche per mantenermi in forma". Quello che emerge da queste parole, però, è un Contador fortemente politico. Chissà che il suo futuro non sia lontano dalle ammiraglie e più vicino alle scrivanie. Per il ciclismo potrebbe essere una lieta sorpresa.