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L'io e le solite scuse
Le nostre paure spesso ci levano la forza per vincere, allora ci ritroviamo immersi nel gregge che corre verso l'uscita di quel recinto dove solo una passa per prima; seguiamo gli altri e basta, non pensiamo, agiamo come se il nostro cervello non esistesse più. Questo seguire è spesso la conseguenza di pensieri negativi sulle nostre reali capacità, frutto di una carenza in consapevolezza del nostro io.
Sorrido nel sentire sempre le stesse filastrocche pre-gara, quasi una mantra di chi ricerca forza nelle false scuse:
Poi a fine gara succede spesso che i perdenti in partenza vincano e festeggino la loro prestazione. Perché non affrontare lo sport con più sincerità, non verso gli altri, ma verso noi stessi? Perchè partire/arrivare con le solite scuse? E verso chi? Verso chi guarda la classifica a casa e commenta le nostre prestazioni, oppure chi viaggia con noi in macchina. Perchè quelli forti, allenati, vincenti, non hanno mai scuse e se le hanno, non sono scuse ma sono fatti reali. Capita a tutti la giornata no, giusto?
Determinazione, forza, coraggio, perseveranza, logica e tempo: la magica formula per abbattere le scuse di chi ci prova sempre, credere nel futuro ed in esso vedere il forte stimolo per provare a vincere, non solo con se stesso, ma anche con gli altri. Ma cosa sarà questo io che con affetto culliamo nella nostra mente sin dalla nascita e ci lascia il giorno dell'ultimo respiro?
L'io in filosofia viene definito come il fulcro da cui nasce la riflessione in cui pensante e pensato sono presenti nel pensiero come medesima realtà: un incastro molto fine di parole per definire il concetto che "siamo quello che pensiamo profondamente". Sempre in filosofia è stato definito come l'unità originaria che ordina e unifica la molteplicità delle informazioni provenienti dai sensi. Pensate un po' nello sport quest'ultima definizione quanto può essere forte nella crescita interpersonale di chi vive lo sport come stile di vita e ne fa un abitudine psicofisica.
Per la psicologia l'io rappresenta una struttura psichica - organizzata e relativamente stabile - deputata al contatto ed ai rapporti con la realtà sia interna che esterna. Con il termine realtà si intende ciò che esiste effettivamente, di solito in contrasto a ciò che è illusorio, immaginario o fittizio. A volte viene anche contrapposta al sogno. L'io, sempre in psicologia, organizza e gestisce gli stimoli ambientali, le relazioni oggettuali ed è il principale mediatore della consapevolezza. Si può immaginare l'io come il gestore centrale di tutte le attività psichiche, che rivolge verso sé stesso e verso l'ambiente esterno generando, appunto, la consapevolezza propria e della realtà.
Allora, cari amici a due ruote o a due piedi: come possiamo vincere con noi stessi, vincere le nostre paure, se partiamo già perdenti dentro? Cioè in quella parte dove ogni dimensione perde senso, visto che quando si parla di crescita interpersonale non si parla di numeri, ma di sensazioni e pensieri. Avere pensieri negativi e scuse senza logica non ci fa crescere se non nella parte materiale, i muscoli e i watt, ma alla fine non saremo mai soddisfatti di come siamo dentro, perchè ci ritroveremo sempre vuoti in quella parte fondamentale che è l'io.
di Alessandro Schiasselloni - The Sport Mentalist
Mental Coach - Posturologo - Riflessologo - Preparatore Atletico
Telefono: 333 4014119 - aschiasselloni@gmail.com
www.posturale.info - www.sportmentalist.it - facebook.com/alessandro.schiasselloni
[foto via directpower]
Sorrido nel sentire sempre le stesse filastrocche pre-gara, quasi una mantra di chi ricerca forza nelle false scuse:
- - In questo periodo mi sono allenato poco, è un periodaccio tra lavoro ed impegni di famiglia non ho potuto fare una corretta programmazione.
- - Sono debilitato da un virus: non ci voleva proprio, che sfiga.
- - Ho sbagliato strada, non ho visto il bivio.
- - Sono scivolato senza farmi male.
- - Ho bucato, che sfiga, mi capita solo in gara.
- - Sono rimasto senza energetici o sali minerali, peccato ero messo bene, ma senza energia non si va avanti.
- - Ho avuto i crampi dall'inizio, eppure mi sentivo bene in partenza.
Poi a fine gara succede spesso che i perdenti in partenza vincano e festeggino la loro prestazione. Perché non affrontare lo sport con più sincerità, non verso gli altri, ma verso noi stessi? Perchè partire/arrivare con le solite scuse? E verso chi? Verso chi guarda la classifica a casa e commenta le nostre prestazioni, oppure chi viaggia con noi in macchina. Perchè quelli forti, allenati, vincenti, non hanno mai scuse e se le hanno, non sono scuse ma sono fatti reali. Capita a tutti la giornata no, giusto?
Determinazione, forza, coraggio, perseveranza, logica e tempo: la magica formula per abbattere le scuse di chi ci prova sempre, credere nel futuro ed in esso vedere il forte stimolo per provare a vincere, non solo con se stesso, ma anche con gli altri. Ma cosa sarà questo io che con affetto culliamo nella nostra mente sin dalla nascita e ci lascia il giorno dell'ultimo respiro?
L'io in filosofia viene definito come il fulcro da cui nasce la riflessione in cui pensante e pensato sono presenti nel pensiero come medesima realtà: un incastro molto fine di parole per definire il concetto che "siamo quello che pensiamo profondamente". Sempre in filosofia è stato definito come l'unità originaria che ordina e unifica la molteplicità delle informazioni provenienti dai sensi. Pensate un po' nello sport quest'ultima definizione quanto può essere forte nella crescita interpersonale di chi vive lo sport come stile di vita e ne fa un abitudine psicofisica.
Per la psicologia l'io rappresenta una struttura psichica - organizzata e relativamente stabile - deputata al contatto ed ai rapporti con la realtà sia interna che esterna. Con il termine realtà si intende ciò che esiste effettivamente, di solito in contrasto a ciò che è illusorio, immaginario o fittizio. A volte viene anche contrapposta al sogno. L'io, sempre in psicologia, organizza e gestisce gli stimoli ambientali, le relazioni oggettuali ed è il principale mediatore della consapevolezza. Si può immaginare l'io come il gestore centrale di tutte le attività psichiche, che rivolge verso sé stesso e verso l'ambiente esterno generando, appunto, la consapevolezza propria e della realtà.
Allora, cari amici a due ruote o a due piedi: come possiamo vincere con noi stessi, vincere le nostre paure, se partiamo già perdenti dentro? Cioè in quella parte dove ogni dimensione perde senso, visto che quando si parla di crescita interpersonale non si parla di numeri, ma di sensazioni e pensieri. Avere pensieri negativi e scuse senza logica non ci fa crescere se non nella parte materiale, i muscoli e i watt, ma alla fine non saremo mai soddisfatti di come siamo dentro, perchè ci ritroveremo sempre vuoti in quella parte fondamentale che è l'io.
- • Cerchiamo di vivere lo sport senza forzare troppo i numeri.
- • Cerchiamo di vivere lo sport come la forza motrice di quei muscoli che soffrono e ci fanno poi sopportare meglio le sofferenze della vita di tutti i giorni.
- • Cerchiamo di vivere lo sport con più leggerezza senza forzare la nostra vita sportiva con programmazioni senza senso adatte a chi vive lo sport come lavoro e non come hobby.
- • Cerchiamo di partire vincenti ogni giorno uscendo di casa e mettiamoci a correre senza programmazione o con un piano di allenamento fatto su misura.
- • Cerchiamo di fermarci quando siamo stanchi, visto che se la mente non ha limite, il corpo sì.
- • Cerchiamo di soffrire, ma anche troviamo spazio per il rilassamento psico/fisico.
- • Cerchiamo di vivere lo sport con gli amici: il bello dello sport è stare insieme e non da soli con la nostra sella.
- • Cerchiamo di salutare chi incrociamo e sopratutto di rispettare i più deboli, anche loro soffrono come noi e forse più di noi: non dimentichiamoci che tutti siamo partiti dallo stesso punto.
- • Cerchiamo di non litigare con chi ci sfiora senza rispetto, per una fretta che non ha senso, ma solo il riflesso di uno stato d'animo nevrotico e frenetico.
- • Cerchiamo di non dire le bugie come fanno i bambini, anche se la mente non ha età, le bugie sì.
di Alessandro Schiasselloni - The Sport Mentalist
Mental Coach - Posturologo - Riflessologo - Preparatore Atletico
Telefono: 333 4014119 - aschiasselloni@gmail.com
www.posturale.info - www.sportmentalist.it - facebook.com/alessandro.schiasselloni
[foto via directpower]