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Redazione

Europei pista, un bilancio positivo

La strada verso Tokyo 2020 è ancora molto lunga, ma se la si deve giudicare dal suo primo passo, sarà tutta da godere. Gli Europei su pista di Berlino infatti hanno mantenuto fede alle aspettative, offrendo quattro giornate di spettacolo puro che hanno visto i più grandi campioni della disciplina sfidarsi senza mai tirare il fiato. E tra loro ci sono tanti italiani, a confermare lo stupefacente stato di salute di un settore povero di infrastrutture e investimenti ma spinto da una generazione che non si vedeva da 20 anni a questi livelli.

A troneggiare nel medagliere però torna finalmente la Germania, che dopo qualche anno di delusioni è riuscita a rilanciare il suo settore velocità, da sempre il suo punto di forza, e ha raccolto ben cinque medaglie d'oro nella rassegna di casa. Il personaggio da copertina di questa rassegna dunque non può che essere Kristina Vogel, che all'età di 26 anni ha raggiunto ormai la piena maturità atletica, diventando stabilmente la velocista numero uno al mondo. Con due ori e un argento la ciclista originaria del Kyrgyzstan ha sgretolato la concorrenza, arrendendosi soltanto nella velocità a squadre, dove ha concluso al secondo posto. La Germania festeggia anche in campo maschile nella velocità, grazie al vecchio Maximilian Levy, che torna ad esultare nel keirin battendo il quasi coetaneo Shane Perkins, alla prima competizione in maglia russa dopo il cambio di nazionalità. La velocità maschile resta comunque terreno di caccia per i francesi, che si aggiudicano sia la prova a squadre che l'individuale, dove il sorprendente Sebastien Vigier è riuscito a battere i ben più titolati Jeffrey Hoogland e Denis Dmitriev.

L'ultima giornata di gare ha visto festeggiare i francesi anche nell'americana, dove Benjamin Thomas è ormai una garanzia a livello mondiale, e da oggi può affiancare alla maglia iridata anche quella di campione europeo insieme a Florian Maitre, conquistata in una gara tiratissima sino all'ultimo sprint, proprio come la corsa femminile, dove sono state le britanniche Elinor Barker ed Eleanor Dickinson ad esultare davanti alla coppia irlandese. La Gran Bretagna esce comunque un po' ridimensionata da questa rassegna continentale: priva dei suoi pesi massimi e con una federazione in pieno subbuglio, con il licenziamento di Heiko Salzwedel ancora fresco, la nazionale di Sua Maestà si è poggiata quasi completamente sulle spalle di Katie Archibald, i cui due ori (inseguimento individuale e omnium) rendono più tollerabile un bilancio finale ancora lontanissimo dai trionfi olimpici.

A privare di gioie la squadra britannica ci si è messa soprattutto l'Italia, che nonostante una situazione di grossa difficoltà soprattutto dal punto di vista delle infrastrutture (l'ultima notizia è la chiusura persino del moderno velodromo di Montichiari, sommerso da acqua e debiti) ritorna protagonista a livello mondiale. Il merito è di una generazione di talenti che si aspettava da tempo, e dei due tecnici che hanno saputo proteggerli e crescerli: Dino Salvoldi e Marco Villa. Gli azzurri sono ormai un riferimento nell'inseguimento, premiato da un oro e un argento a squadre e da un oro e un bronzo nell'individuale: nessuna altra nazionale è andata a medaglia in tutte e quattro le prove. Fatica ancora molto il settore velocità, ma è lo specchio di un quadro di enorme difficoltà nazionale, in un contesto dove si fatica anche solo ad organizzare i campionati italiani. Il bilancio della spedizione azzurra però non può che essere positivo, con un quinto posto finale nel medagliere, preceduta soltanto da una grande Germania, dagli squadroni francese, britannico e olandese e da una soprendente Danimarca.



Tutti i podi:
Eliminazione D - 1. Kirsten Wild (Ned), 2. Evgenia Augustinas (Ru), 3. Maria Giulia Confalonieri (I);
Scratch U - 1. Adrien Garel (F), 2. Krisztian Lovassky (Hu), 3. Roman Gladysh (Ukr);
Inseguimento a squadre U - 1. Francia, 2. Italia, 3. Russia;
Inseguimento a squadre D - 1. Italia, 2. Gran Bretagna, 3. Polonia;
Velocità a squadre U - 1. Francia, 2. Germania, 3. Paesi Bassi;
Velocità a squadre D - 1. Russia, 2. Germania, 3. Paesi Bassi;
Corsa a punti D - 1. Trine Schmidt (Den), 2. Gulnaz Badykova (Ru), 3. Tatsiana Sharakova (Blr);
Inseguimento individuale D - 1. Katie Archibald (GB); 2. Justyna Kaczkowska (Pol), 3. Silvia Valsecchi (I);
Eliminazione U - 1. Gerben Thijssen (B), 2. Maksim Piskunov (Ru), 3. Rui Oliveira (Por);
500 metri D - 1. Miriam Welte (Ger), 2. Pauline Sophie Grabosch (Ger), 3. Daria Shmeleva (Rus);
Velocità individuale U - 1. Sebastien Vigier (F), 2. Jeffrey Hoogland (Ned), 3. Denis Dmitriev (Ru);
Corsa a punti U - 1. Alan Banaszek (Pol), 2. Niklas Larsen (Den), 3. Maximilian Beyer (Ger);
Omnium U - 1. Alberto Torres Barcelo (E), 2. Julius Johansen (Den), 3. Benjamin Thomas (F);
Scratch D - 1. Trine Schmidt (Den), 2. Tetyana Klimchenko (Ukr), 3. Evgenia Augustinas (Ru);
Chilometro U - 1. Jeffrey Hoogland (Ned), 2. Joachim Eilers (Ger), 3. Quentin Lafargue (F);
Keirin D - 1. Kristina Vogel (Ger), 2. Simona Krupeckaite (Lit), 3. Liubov Basova (Ukr);
Inseguimento individuale U - 1. Filippo Ganna (I), 2. Ivo Oliveira (Por), 3. Domenic Weinstein (Ger);
Omnium D - 1. Katie Archibald (GB), 2. Kirsten Wild (Ned), 3. Elisa Balsamo (I);
Stayer U - 1. Franz Schiewer (Ger), 2. Reinier Honig (Ned), 3. Stefan Schäfer (Ger);
Americana D - 1. Gran Bretagna, 2. Irlanda, 3. Paesi Bassi;
Velocità individuale D - 1. Kristina Vogel (Ger), 2. Mathilde Gros (F), 3. Daria Shmeleva (Ru);
Keirin U - 1. Maximilian Levy (Ger), 2. Shane Alan Perkins (Ru), 3. Andrii Vynokurov (Ukr);
Americana U - 1. Francia, 2. Danimarca, 3. Polonia.