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Ciclismo femminile, verso un nuovo professionismo
Il ciclismo femminile è un universo in espansione, una crescita continua di praticanti, spettatori e appassionati che rappresenta un caso raro nell'intero mondo delle due ruote. Eppure il bilancio è ancora in rosso dal punto di vista economico, con tante professioniste costrette a barcamenarsi per riuscire a coprire le spese, anche in squadre ad alto livello, e un supporto politico ancora molto carente. A suonare nuovamente l'allarme è Alessandra Cappellotto, campionessa del mondo su strada nel 1997 e oggi a capo della divisione femminile del CPA (Cyclistes Professionels Associés), il sindacato dei corridori.
"Ritengo che la cosa più importante, che ora con un nuovo presidente può diventare realizzabile, sia l'introduzione di un salario minimo", ha dichiarato Cappellotto al celebre sito Cyclingnews. L'intenzione è quella di stabilire un doppio binario, con un salario obbligatorio per tutte le formazioni professionistiche ma differenziato su più livelli: più alto per le squadre del Women's World Tour e più contenuto a livelli inferiori. Un obiettivo ancora più concreto a fronte della crescente tendenza delle principali formazioni ad abbinare una squadra maschile ed una femminile, strada scelta recentemente anche dalla Movistar.
E' ovvio che per raggiungere questa conquista ci vorrà del tempo, ma i primi risultati potrebbero arrivare in tempi non troppo lunghi. "Per la nuova stagione credo che ormai sia tardi, ma non possiamo aspettare ancora a lungo. Se riuscissimo a parlarne nel corso di questo inverno, potrebbe essere realizzabile già per la stagione 2019. Così facendo le squadre avrebbero il tempo per pianificare i bilanci e capire quante atlete potranno ingaggiare".
Un'evoluzione di questo genere sarebbe fondamentale, a detta della stessa Cappellotto, per far evolvere il professionismo in campo femminile, passando definitivamente oltre al concetto di passatempo. Un esempio di sucesso, apprezzato da tutto il movimento, è La Course, la prova organizzata da ASO in concomitanza con il Tour de France e trasmessa sulle televisioni di tutto il mondo. Il prossimo passaggio potrebbe essere il ritorno di un vero Tour de France femminile. "Sarebbe fantastico se diventasse più lunga di un giorno. In passato c'era un Tour femminile, al quale ho partecipato più volte, ma nel ciclismo moderno il calendario è molto più fitto. Si potrà trovare una collocazione ideale anche oggi, ma attualmente è durante il Tour de France maschile e credo sarebbe perfetta una gara di qualche giorno e non di uno solo".
"Ritengo che la cosa più importante, che ora con un nuovo presidente può diventare realizzabile, sia l'introduzione di un salario minimo", ha dichiarato Cappellotto al celebre sito Cyclingnews. L'intenzione è quella di stabilire un doppio binario, con un salario obbligatorio per tutte le formazioni professionistiche ma differenziato su più livelli: più alto per le squadre del Women's World Tour e più contenuto a livelli inferiori. Un obiettivo ancora più concreto a fronte della crescente tendenza delle principali formazioni ad abbinare una squadra maschile ed una femminile, strada scelta recentemente anche dalla Movistar.
E' ovvio che per raggiungere questa conquista ci vorrà del tempo, ma i primi risultati potrebbero arrivare in tempi non troppo lunghi. "Per la nuova stagione credo che ormai sia tardi, ma non possiamo aspettare ancora a lungo. Se riuscissimo a parlarne nel corso di questo inverno, potrebbe essere realizzabile già per la stagione 2019. Così facendo le squadre avrebbero il tempo per pianificare i bilanci e capire quante atlete potranno ingaggiare".
Un'evoluzione di questo genere sarebbe fondamentale, a detta della stessa Cappellotto, per far evolvere il professionismo in campo femminile, passando definitivamente oltre al concetto di passatempo. Un esempio di sucesso, apprezzato da tutto il movimento, è La Course, la prova organizzata da ASO in concomitanza con il Tour de France e trasmessa sulle televisioni di tutto il mondo. Il prossimo passaggio potrebbe essere il ritorno di un vero Tour de France femminile. "Sarebbe fantastico se diventasse più lunga di un giorno. In passato c'era un Tour femminile, al quale ho partecipato più volte, ma nel ciclismo moderno il calendario è molto più fitto. Si potrà trovare una collocazione ideale anche oggi, ma attualmente è durante il Tour de France maschile e credo sarebbe perfetta una gara di qualche giorno e non di uno solo".