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Glaetzer, un fulmine a Manchester
Non si ferma l'entusiasmo in tutto il mondo per la straordinaria performance di Matthew Glaetzer, che domenica al velodromo di Manchester è diventato il primo uomo nella storia a scendere sotto il minuto nel chilometro correndo a livello del mare.
Il venticinquenne pistard di Adelaide, Australia, è entrato come un razzo nella storia del nostro sport, se non addirittura dell'eterno rapporto tra uomo e velocità nella stagione in cui sembra aver raggiunto la definitiva maturazione, dopo una carriera cominciata prestissimo ma segnata negli anni da infortuni e persino conversioni religiose.
Il record assoluto restano i 56.303 secondi fatti registrare dal leggendario François Pervis, sempre in una prova di Coppa del Mondo, nel 2013. Ad Aguascalientes, Messico, lo sprinter francese volò alla velocità di 63.940 km/h, ma nel valutare la sua prestazione va tenuto in considerazione il vantaggio considerevole offerto dall'altura. Il velodromo messicano si trova infatti a quasi 3'000 metri sul livello del mare, dove l'aria è più rarefatta. E a quota ancora più elevata era stato fatto registrare il precedente primato da un altro francese, Arnaud Tournant, al velodromo di La Paz, Bolivia.
Il 59.970 di Matthew Glaetzer ha qualcosa di incredibile, dunque, tanto che lo stesso sprinter si è dichiarato sorpreso, come dichiarato a fine torneo, dopo aver conquistato anche la finale con un tempo leggermente superiore ma altrettanto fenomenale: 1:00.081. "Speravo di poter far registrare un tempo simile nel giro di un anno circa, ma farlo già oggi è stato fantastico. Sono orgoglioso di aver potuto lasciare un segno anche io in una disciplina come il chilometro la cui storia è stata scritta da corridori come Sir Chris Hoy e Shane Kelly".
Un risultato ancora più sorprendente se si considera che questa disciplina è una delle tagliate dal programma olimpico, e dunque inevitabilmente sacrificata in sede di preparazione dagli atleti di uno sport che vede nella competizione a cinque cerchi l'appuntamento fondamentale. Eppure l'avvicinamento a Tokyo 2020 di Glaetzer procede con ottimismo, con l'australiano che si batterà nello sprint individuale e nel keirin, senza dimenticare che lungo la strada verso il Giappone il chilometro continuerà ad assegnare medaglie in Coppa del Mondo e maglie iridate.
L'occasione per migliorarsi arriverà già dalle prossime tre tappe di Coppa (il 02/03 dicembre a Milton, Canada, la settimana successiva a Santiago del Cile e infine il 19-21 gennaio a Minsk, Bielorussia), dai Mondiali olandesi del 28 febbraio - 04 marzo ad Apeldoorn e infine dai giochi del Commonwealth, che si disputeranno il prossimo aprile a Gold Coast, proprio in Australia.
Il venticinquenne pistard di Adelaide, Australia, è entrato come un razzo nella storia del nostro sport, se non addirittura dell'eterno rapporto tra uomo e velocità nella stagione in cui sembra aver raggiunto la definitiva maturazione, dopo una carriera cominciata prestissimo ma segnata negli anni da infortuni e persino conversioni religiose.
Il record assoluto restano i 56.303 secondi fatti registrare dal leggendario François Pervis, sempre in una prova di Coppa del Mondo, nel 2013. Ad Aguascalientes, Messico, lo sprinter francese volò alla velocità di 63.940 km/h, ma nel valutare la sua prestazione va tenuto in considerazione il vantaggio considerevole offerto dall'altura. Il velodromo messicano si trova infatti a quasi 3'000 metri sul livello del mare, dove l'aria è più rarefatta. E a quota ancora più elevata era stato fatto registrare il precedente primato da un altro francese, Arnaud Tournant, al velodromo di La Paz, Bolivia.
Il 59.970 di Matthew Glaetzer ha qualcosa di incredibile, dunque, tanto che lo stesso sprinter si è dichiarato sorpreso, come dichiarato a fine torneo, dopo aver conquistato anche la finale con un tempo leggermente superiore ma altrettanto fenomenale: 1:00.081. "Speravo di poter far registrare un tempo simile nel giro di un anno circa, ma farlo già oggi è stato fantastico. Sono orgoglioso di aver potuto lasciare un segno anche io in una disciplina come il chilometro la cui storia è stata scritta da corridori come Sir Chris Hoy e Shane Kelly".
Un risultato ancora più sorprendente se si considera che questa disciplina è una delle tagliate dal programma olimpico, e dunque inevitabilmente sacrificata in sede di preparazione dagli atleti di uno sport che vede nella competizione a cinque cerchi l'appuntamento fondamentale. Eppure l'avvicinamento a Tokyo 2020 di Glaetzer procede con ottimismo, con l'australiano che si batterà nello sprint individuale e nel keirin, senza dimenticare che lungo la strada verso il Giappone il chilometro continuerà ad assegnare medaglie in Coppa del Mondo e maglie iridate.
L'occasione per migliorarsi arriverà già dalle prossime tre tappe di Coppa (il 02/03 dicembre a Milton, Canada, la settimana successiva a Santiago del Cile e infine il 19-21 gennaio a Minsk, Bielorussia), dai Mondiali olandesi del 28 febbraio - 04 marzo ad Apeldoorn e infine dai giochi del Commonwealth, che si disputeranno il prossimo aprile a Gold Coast, proprio in Australia.