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Le nuove maglie e il calendario che non torna
Qualche giorno fa la Katusha ha presentato a Mallorca la sua nuova maglia per la stagione 2018. E' una maglia molto bella, come da tradizione del congiunto russo-tedesco, con un tocco di azzurro leggero nella parte alta che la renderà più facilmente individuabile in gruppo. A giudicare dai commenti degli appassionati, sarà anche molto apprezzata: forse solo la nuova tenuta della AG2R di Romain Bardet, splendida ed elegantissima, ha trovato maggiore approvazione. Ma nel défilé della Katusha si è notato meno un particolare illegale: il modello a centro-foto era Marcel Kittel.
Che il velocista tedesco correrà per la Katusha il prossimo anno è cosa nota e annunciata da tempo. In casa Quick-Step hanno preferito puntare sul futuro assicurato di Fernando Gaviria, affiancandogli la solidità di Elia Viviani, ma in questo momento della stagione... c'è un problema. Già perchè per quanto non ce ne si accorga, distratti dallo spettacolo di pista e ciclocross o soltanto dal freddo invernale, la stagione 2017 su strada è ancora in corso. La scorsa settimana ad esempio si è gareggiato in Cina, con il Tour of Quanzhou Bay che ha visto la Bike Channel - Canyon grande protagonista con due vittorie di tappa e la classifica generale conquistata da Max Stedman; la settimana procedente l'azione era in Indonesia, con il Tour de Singkarak (vinto dall'iraniano Khalil Khorshid). Corse minori, certamente, ma il problema resta: per quanto i corridori stiano già allenandosi e pianificando il proprio futuro con le formazioni in cui militeranno nel 2018, in questo momento vestono ancora tutti gli stessi colori del 2017, e Marcel Kittel è un corridore della Quick-Step.
La nuova annata comincia il primo di gennaio, nel bel mezzo della stagione del ciclocross (in cui siamo abituati da tempo a quegli assurdi cambi di maglia, bici, squadra al giro di boa), in un punto imprecisato dell'ormai infinita stagione su strada. Il senso di tutto ciò sfugge ai più: mentre da anni l'UCI promette e progetta mirabolanti riforme di calendari e regolamenti, nessuno è ancora riuscito a mettere una toppa su questo nonsense invernale. L'ultimo a denunciarlo è stato il manager della Quick-Step Patrick Lefevere che ha pubblicato sui propri social network una foto di Kittel in maglia Katusha con questo commento: "L'ho autorizzato a partecipare al servizio della Katusha per provare l'ipocrisia dell'UCI. Noi della Quick-Step dobbiamo pagarlo sino al 31 dicembre".
Lefevere non sarà un mostro di simpatia, non lo è mai stato, ma qui è difficile dargli torto. Chissà che questo suo ultimo sfogo, da uno dei più importanti manager del ciclismo attuale e con (involontario) protagonista uno dei campioni più famosi, non serva per smuovere le acque stagnanti delle riforme più piccole ed utili. In fondo basterebbe individuare con un certo realismo una data di "fine stagione" verso metà/fine ottobre e ipotizzare una deroga (con le dovute limitazioni) per i protagonisti delle altre discipline fuori strada per far sì che formazioni e... colori rispecchino davvero il calendario dell'anno ciclistico. Forse non sarebbero tutti d'accordo, ma gli appassionati sicuramente sì.
Che il velocista tedesco correrà per la Katusha il prossimo anno è cosa nota e annunciata da tempo. In casa Quick-Step hanno preferito puntare sul futuro assicurato di Fernando Gaviria, affiancandogli la solidità di Elia Viviani, ma in questo momento della stagione... c'è un problema. Già perchè per quanto non ce ne si accorga, distratti dallo spettacolo di pista e ciclocross o soltanto dal freddo invernale, la stagione 2017 su strada è ancora in corso. La scorsa settimana ad esempio si è gareggiato in Cina, con il Tour of Quanzhou Bay che ha visto la Bike Channel - Canyon grande protagonista con due vittorie di tappa e la classifica generale conquistata da Max Stedman; la settimana procedente l'azione era in Indonesia, con il Tour de Singkarak (vinto dall'iraniano Khalil Khorshid). Corse minori, certamente, ma il problema resta: per quanto i corridori stiano già allenandosi e pianificando il proprio futuro con le formazioni in cui militeranno nel 2018, in questo momento vestono ancora tutti gli stessi colori del 2017, e Marcel Kittel è un corridore della Quick-Step.
La nuova annata comincia il primo di gennaio, nel bel mezzo della stagione del ciclocross (in cui siamo abituati da tempo a quegli assurdi cambi di maglia, bici, squadra al giro di boa), in un punto imprecisato dell'ormai infinita stagione su strada. Il senso di tutto ciò sfugge ai più: mentre da anni l'UCI promette e progetta mirabolanti riforme di calendari e regolamenti, nessuno è ancora riuscito a mettere una toppa su questo nonsense invernale. L'ultimo a denunciarlo è stato il manager della Quick-Step Patrick Lefevere che ha pubblicato sui propri social network una foto di Kittel in maglia Katusha con questo commento: "L'ho autorizzato a partecipare al servizio della Katusha per provare l'ipocrisia dell'UCI. Noi della Quick-Step dobbiamo pagarlo sino al 31 dicembre".
Lefevere non sarà un mostro di simpatia, non lo è mai stato, ma qui è difficile dargli torto. Chissà che questo suo ultimo sfogo, da uno dei più importanti manager del ciclismo attuale e con (involontario) protagonista uno dei campioni più famosi, non serva per smuovere le acque stagnanti delle riforme più piccole ed utili. In fondo basterebbe individuare con un certo realismo una data di "fine stagione" verso metà/fine ottobre e ipotizzare una deroga (con le dovute limitazioni) per i protagonisti delle altre discipline fuori strada per far sì che formazioni e... colori rispecchino davvero il calendario dell'anno ciclistico. Forse non sarebbero tutti d'accordo, ma gli appassionati sicuramente sì.