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Caso Salbutamolo, ecco cos'è
Non è la prima volta che il salbutamolo diventa protagonista delle cronache ciclistiche rispetto ai problemi con l'anti-doping. Il composto è infatti presente in numerosi farmaci comuni, nello specifico quelli utilizzati nel trattamento dell'asma, che per il ciclismo attuale pare essere una vera e propria malattia professionale. Il suo utilizzo come broncodilatatore è talmente comune che la WADA (l'Agenzia Mondiale Anti-Doping) lo consente anche senza dover ricorrere ad un'esenzione terapeutica: l'unica richiesta è quella di rispettare i limiti massimi.
E' proprio riguardo alla quantità di salbutamolo riscontrata che possono nascere i problemi per Chris Froome. Il capitano della Sky infatti ha fatto registrare un valore di 2000 ng/ml, esattamente la quantità doppia rispetto a quella che fa scattare la non-negatività. Va sottolineato però come questi valori siano stati riscontrati soltanto nella tappa di Santo Toribio de Liebana, mentre non risultano anomali nelle analisi dei giorni precedenti e successivi, il che fa pensare ad un semplice errore di valutazione piuttosto che ad un tentativo di doping.
In altre dosi infatti il salbutamolo può essere utilizzato a scopo dopante, come ha spiegato il cardiologo Jordi Trías de Bes alla rivista spagnola Ciclismo a Fondo: "il salbutamolo ha anche un effetto minore che comporta l'aumento del battito cardiaco, azione che si combina con il rilassamento della muscolatura respiratoria. Ma il più interessante è un altro suo effetto non specifico: alte dosi possono tonificare i muscoli fasici (i muscoli motori di gambe e braccia). E' un diuretico della stessa famiglia del clenbuterolo, con la differenza che produce perdita di massa grassa anzichè disidratazione. E' utilizzato come aiuto esogeno in discipline come il nuovo o il culturismo". Il medico spagnolo specifica comunque che la quantità rilevata a Froome "non è una dose terapeutica. In caso di asma acuta la soluzione non è aumentare il dosaggio, che può provocare tremori, cefalea, tachicardia, palpitazioni e spasmi".
Cosa può accadere ora è tutto da stabilire, tutto dipenderà dalle spiegazioni che il corridore e la squadra saranno in grado di fornire. Froome potrebbe uscirne completamente pulito così come incappare in una squalifica più o meno lunga. E' un caso che ricorda molto da vicino quanto accaduto a Diego Ulissi al Giro del 2014, che si concluse con una squalifica di 9 mesi. Prima di Ulissi il salbutamolo aveva causato alcuni grattacapi anche a Matteo Trentin (squalificato per due mesi nel 2007), Alessandro Petacchi (squalificato per un anno nel 2008 e poi assolto in sede di appello), Leonardo Piepoli, Óscar Pereiro, Igor González de Galdeano, Miguel Indurain, Franco Ballerini, Bo Hamburger e Alex Zülle (tutti scagionati per ragioni mediche). Le speranze di vedere Froome già al via del prossimo Giro d'Italia, insomma, restano intatte.
E' proprio riguardo alla quantità di salbutamolo riscontrata che possono nascere i problemi per Chris Froome. Il capitano della Sky infatti ha fatto registrare un valore di 2000 ng/ml, esattamente la quantità doppia rispetto a quella che fa scattare la non-negatività. Va sottolineato però come questi valori siano stati riscontrati soltanto nella tappa di Santo Toribio de Liebana, mentre non risultano anomali nelle analisi dei giorni precedenti e successivi, il che fa pensare ad un semplice errore di valutazione piuttosto che ad un tentativo di doping.
In altre dosi infatti il salbutamolo può essere utilizzato a scopo dopante, come ha spiegato il cardiologo Jordi Trías de Bes alla rivista spagnola Ciclismo a Fondo: "il salbutamolo ha anche un effetto minore che comporta l'aumento del battito cardiaco, azione che si combina con il rilassamento della muscolatura respiratoria. Ma il più interessante è un altro suo effetto non specifico: alte dosi possono tonificare i muscoli fasici (i muscoli motori di gambe e braccia). E' un diuretico della stessa famiglia del clenbuterolo, con la differenza che produce perdita di massa grassa anzichè disidratazione. E' utilizzato come aiuto esogeno in discipline come il nuovo o il culturismo". Il medico spagnolo specifica comunque che la quantità rilevata a Froome "non è una dose terapeutica. In caso di asma acuta la soluzione non è aumentare il dosaggio, che può provocare tremori, cefalea, tachicardia, palpitazioni e spasmi".
Cosa può accadere ora è tutto da stabilire, tutto dipenderà dalle spiegazioni che il corridore e la squadra saranno in grado di fornire. Froome potrebbe uscirne completamente pulito così come incappare in una squalifica più o meno lunga. E' un caso che ricorda molto da vicino quanto accaduto a Diego Ulissi al Giro del 2014, che si concluse con una squalifica di 9 mesi. Prima di Ulissi il salbutamolo aveva causato alcuni grattacapi anche a Matteo Trentin (squalificato per due mesi nel 2007), Alessandro Petacchi (squalificato per un anno nel 2008 e poi assolto in sede di appello), Leonardo Piepoli, Óscar Pereiro, Igor González de Galdeano, Miguel Indurain, Franco Ballerini, Bo Hamburger e Alex Zülle (tutti scagionati per ragioni mediche). Le speranze di vedere Froome già al via del prossimo Giro d'Italia, insomma, restano intatte.