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Approvata la legge sulla mobilità ciclistica!
Nella tarda serata di ieri, dopo un'attesa smisurata, è stata finalmente approvata al Senato la prima Legge Nazionale sulla Mobilità Ciclistica. E' il risultato di una battaglia durata 10 anni, portata avanti dalle associazioni e dai gruppi di ciclisti (a partire dalla FIAB) passando per i soggetti più istituzionali: un'unità di intenti per disinnescare la strage che si registra ogni giorno sulle nostre strade dove auto e mezzi pesanti mietono vittime con estrema facilità. Eppure il rischio che questa legge, che rappresenta soltanto una prima tappa, forse persino un prologo, di un percorso molto più lungo ancora tutto da scrivere, non venisse mai approvata è stato più reale che mai. Con una legislatura in scadenza, un governo ormai in disarmo e un parlamento preoccupato esclusivamente dell'ormai avviata campagna elettorale, il destino dei ciclisti rischiava concretamente di finire nel dimenticatoio, proprio come la proposta di inasprimento delle pene per chi guida al cellulare, scartato prima ancora di essere votato. La tenacia di chi ha spinto fino all'ultimo per questo risultato, allenata per anni pedalando su qualsiasi strada e in qualsiasi condizione, ha invece avuto la meglio, e oggi si può celebrare una giornata a suo modo storica per il nostro ciclismo.
Queste le parole di Giulietta Pagliaccio, presidentessa FIAB: «Una legge che sancisce, finalmente, che la bicicletta non è un "gioco per il tempo libero", come la si è sempre considerata, ma un vero mezzo di trasporto al pari degli altri, inserito nelle attività di sviluppo del Ministero dei Trasporti e per il quale sono necessari interventi diversi per una crescita adeguata, come si fa per gli altri mezzi di trasporto. Il risultato di oggi è quindi frutto di un lavoro di tanti, che ha radici lontano nel tempo, oltre 30 anni per FIAB; un lavoro di tanti soci e socie che in questi anni non hanno mai smesso di crederci, di proporre, di confrontarsi con politica e gli amministratori pubblici in modo trasversale. E il risultato più bello è proprio questa Legge che ha raggiunto l'unanimità dei consensi e che dimostra che finalmente sono stati abbattuti steccati ideologici su un argomento, quello della mobilità ciclistica, che deve essere patrimonio di tutti. E un grazie a tutti i cittadini e cittadine che tenacemente ogni giorno prendono la loro bicicletta e mettono in pratica una "rivoluzione gentile" che sta cambiando le nostre città che, grazie a questa Legge, riusciranno a dare risposte alle nuove esigenze di mobilità sostenibile».
«Con questa legge per la prima volta in Italia si attribuisce la responsabilità al Governo di promuovere la mobilità in bicicletta - ha dichiarato Paolo Gandolfi, membro della Commissione Trasporti della Camera e primo firmatario e promotore dell'iniziativa -. In altre parole la bicicletta entra a pieno titolo tra i mezzi di trasporto utili a risolvere i problemi di mobilità, soprattutto nelle città. E’ l’inizio vero di una stagione nuova che si spera lunga e benevola per la qualità ambientale, la sicurezza stradale, il benessere dei cittadini e la qualità urbana, perché a questo portano tante biciclette in più sulle nostre strade».
Sull'argomento si è espressa persino ANCMA, l'associazione nazionale dei costruttori, attraverso le parole del suo presidente Andrea dell'Orto: «La bicicletta è sempre più al centro del dibattito pubblico sulla mobilità e offre il contributo più evidente agli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione Europea e recentemente recepiti dal nostro Paese. Nella prossima legislatura ci aspettiamo che Governo e Parlamento diano continuità al lavoro intrapreso a favore della bicicletta e mettano anche in campo misure concrete per lo sviluppo della mobilità a 360°».
Queste le parole di Giulietta Pagliaccio, presidentessa FIAB: «Una legge che sancisce, finalmente, che la bicicletta non è un "gioco per il tempo libero", come la si è sempre considerata, ma un vero mezzo di trasporto al pari degli altri, inserito nelle attività di sviluppo del Ministero dei Trasporti e per il quale sono necessari interventi diversi per una crescita adeguata, come si fa per gli altri mezzi di trasporto. Il risultato di oggi è quindi frutto di un lavoro di tanti, che ha radici lontano nel tempo, oltre 30 anni per FIAB; un lavoro di tanti soci e socie che in questi anni non hanno mai smesso di crederci, di proporre, di confrontarsi con politica e gli amministratori pubblici in modo trasversale. E il risultato più bello è proprio questa Legge che ha raggiunto l'unanimità dei consensi e che dimostra che finalmente sono stati abbattuti steccati ideologici su un argomento, quello della mobilità ciclistica, che deve essere patrimonio di tutti. E un grazie a tutti i cittadini e cittadine che tenacemente ogni giorno prendono la loro bicicletta e mettono in pratica una "rivoluzione gentile" che sta cambiando le nostre città che, grazie a questa Legge, riusciranno a dare risposte alle nuove esigenze di mobilità sostenibile».
«Con questa legge per la prima volta in Italia si attribuisce la responsabilità al Governo di promuovere la mobilità in bicicletta - ha dichiarato Paolo Gandolfi, membro della Commissione Trasporti della Camera e primo firmatario e promotore dell'iniziativa -. In altre parole la bicicletta entra a pieno titolo tra i mezzi di trasporto utili a risolvere i problemi di mobilità, soprattutto nelle città. E’ l’inizio vero di una stagione nuova che si spera lunga e benevola per la qualità ambientale, la sicurezza stradale, il benessere dei cittadini e la qualità urbana, perché a questo portano tante biciclette in più sulle nostre strade».
Sull'argomento si è espressa persino ANCMA, l'associazione nazionale dei costruttori, attraverso le parole del suo presidente Andrea dell'Orto: «La bicicletta è sempre più al centro del dibattito pubblico sulla mobilità e offre il contributo più evidente agli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Unione Europea e recentemente recepiti dal nostro Paese. Nella prossima legislatura ci aspettiamo che Governo e Parlamento diano continuità al lavoro intrapreso a favore della bicicletta e mettano anche in campo misure concrete per lo sviluppo della mobilità a 360°».