Passione da leader
Articolo pubblicato sul volume 1 di BIKE edizione SUMMER luglio-settembre 2020.
Se c’è un manager che, agli occhi della gente, in questi ultimi anni, ha impersonato più di altri l’amore per la bicicletta, quell’uomo è Francesco Starace. L’amministratore delegato di Enel ha scoperto il ciclismo otto anni fa quando, in vacanza al mare in Cilento, per andare in spiaggia, doveva percorrere 300 metri di discesa che al ritorno erano di ripida salita. Da una piccola sfida con sé stesso è scoccata la scintilla di una passione che, nel giro di poco tempo, l’ha portato fin sulle irte rampe della Maratona delle Dolomiti, di cui Enel è main sponsor. Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, passi praticamente senza soluzione di continuità che Starace ama percorrere e ai quali, purtroppo, quest’anno ha dovuto rinunciare a motivo del rinvio della manifestazione. “Una fatica spaventosa e un’emozione impagabile” ebbe a dire qualche anno fa della granfondo più amata in Italia e all’estero e percorsa anche da tanti altri manager, tra cui alcuni di quelli che vi presentiamo nelle pagine che seguono.
Che cosa ha da insegnare questo sport di fatica al popolo italiano in una circostanza come l’attuale, in cui la Nazione è alle prese con la ripartenza dopo l’emergenza Covid-19? "La bicicletta permette un’attività sportiva sostenibile, che fa leva su valori positivi come impegno, passione e determinazione”, commenta a BIKE Starace. “La fatica della pedalata aiuta a concentrarsi e a focalizzarsi sugli obiettivi da raggiungere”, facendo la tara a tutto il resto. Ma non solo. “Nei momenti di difficoltà si continua a pedalare alla ricerca del proprio ritmo giusto”, prosegue l'ingegnere nucleare, classe 55, nato a Roma e laureato al Politecnico di Milano. Quando sei in sella, soprattutto in salita, è “inutile guardare indietro” e se arriva “il momento di difficoltà in bici, come spesso nella vita, si supera guardando dentro di noi e mettendoci in armonia con la nostra strada, la vita”.
In Enel dal 2000, dove ha ricoperto posizioni in ambito dirigenziale fino a diventare ad di Enel Green Power nel 2008, Starace è alla guida del Gruppo dal 2014. Prima di arrivarci ha lavorato in altre società del mercato energetico, occupandosi inizialmente della gestione e della costruzione di impianti di generazione elettrica, tra le quali General Electric e ABB Group. Successivamente in Alstom Power Corporation ha ricoperto il ruolo di responsabile delle vendite globali all'interno della divisione turbine a gas. Starace ha ulteriormente consolidato la sua esperienza professionale a livello internazionale, avendo lavorato in Arabia Saudita, Egitto, Stati Uniti e Svizzera.
“Quest’anno, un po’ come tutti, sono stato costretto a cambiare le mie abitudini durante il periodo di lockdown e pedalare sui rulli”, confida a BIKE Starace. Non li ha amati fin da subito, ma non ha mai mollato. Tanto che, sebbene “all’inizio non fossi molto convinto di questa soluzione, poi ho pedalato probabilmente anche più dei periodi normali all’aria aperta”. A conferma che, anche nell’emergenza più impensabile e indesiderata, occorre saper trarre il meglio da circostanze apparentemente avverse.
Starace è riuscito a trasmettere la sua passione per la bicicletta all’intero Gruppo. Non è un caso, infatti, che Enel abbia scelto di essere sponsor della maglia rosa dal 2016, salendo sul gradino più alto del podio al Giro d’Italia prima con il nostro Vincenzo Nibali e in seguito con la rivelazione Tom Dumoulin, Chris Froome, al suo primo successo dopo 4 Tour de France vinti, e infine la sorpresa Richard Carapaz, direttamente dall’Ecuador. Quattro corridori da altrettante nazioni e due continenti (tre se si considerano le origini keniote di Froome) che hanno contribuito a portare, insieme alla maglia rosa, l’immagine di Enel nel mondo.
Ma le radici di Enel sono 100% italiane, come la passione per la bici e la corsa rosa. “Il Giro d’Italia è una manifestazione che tocca tutto il territorio, un po’ come la nostra presenza capillare in tutta Italia”, commenta Starace la decisione di sponsorizzare il grande giro italiano. “Poi c’è la dedizione: non si può fare ciclismo occasionalmente, è necessario applicarsi costantemente nel tempo per ottenere risultati, e questo è il modo di fare le cose in Enel, un lavoro quotidiano per dare il migliore risultato”.