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Il futuro al volante

Articolo apparso sul volume 3 di BIKE (allegato a Forbes Italia di gennaio) in edicola fino a marzo 2021

Che cosa vuol dire concretamente smart mobility? “Poter passare da un servizio all’altro con facilità e fluidità”, spiega a BIKE Gabriele Benedetto, amministratore delegato di Telepass, gruppo noto soprattutto per il pagamento dei pedaggi autostradali ma che, con TelepassPay, negli ultimi due anni ha costruito una piattaforma ispirata al principio dell’integrazione. Con una sola app è infatti adesso possibile comprare un biglietto del treno, prenotare e pagare il taxi, percorrere l’ultimo chilometro con una bici in condivisione. E anche pagare il carburante, lo skipass, ordinare un lavaggio dell’auto su strada o rinnovare una polizza assicurativa.

Le tecnologie digitali sono il propulsore del grande cambiamento che sta attraversando il mondo dei trasporti e della mobilità e che vede scendere in campo operatori provenienti da diversi settori. “Negli ultimi tre anni abbiamo investito per far diventare l’innovazione concreta, abbiamo comprato startup quando erano coerenti al nostro business e stiamo continuando su questa strada: mettere il nostro circuito di pagamento invisibile a disposizione di chi riesce a rendere più comoda la mobilità”, prosegue Benedetto.

Nemmeno l’emergenza sanitaria ha fermato la smart mobility. “Il covid non ha certo ucciso la mobilità, che è un bisogno innato nell’uomo”, osserva l’ad di Telepass. Anzi la pandemia e la conseguente necessità di limitare i contatti hanno rivelato lo spazio esistente per servizi innovativi che, fino ad ora, avevano faticato a farsi largo come, ad esempio, Food&Drink, che consente di prenotare e pagare con lo smartphone il panino e la bibita in autogrill per trovarli poi già pronti per il ritiro non appena si entra nell’area di servizio. Evitare le code, è vero, è in simili circostanze una forma di tutela sanitaria, ma resterà pur sempre una grande comodità.

Proprio nell’anno del Covid, Telepass, che nel 2020 ha compiuto 30 anni, è stata valutata dieci volte il suo fatturato dal fondo Partners Group che ne ha rilevato il 49% per poco più di 1 miliardo di euro. Il sistema ad abbonamento funziona, constata Benedetto, ma c’è anche la grande attenzione degli investitori internazionali per i nuovi scenari della mobilità che vedono protagonista la tecnologia, insieme con l’azione illuminata delle amministrazioni locali. Le nostre auto, del resto, sono destinate ad evolvere velocemente, anche senza che le si debba sostituire per forza. La ‘scatoletta’ grigia che usiamo di solito per far alzare la sbarra ai caselli autostradali e, qualche volta, quella di un parcheggio sta infatti per diventare intelligente. “Il nuovo Obu, come lo chiamiamo noi (acronimo che sta per On board unit, ndr), che cominceremo a distribuire nel corso del 2021, sarà il primo passo verso l’auto connessa e intelligente senza dover entrare nei sistemi del veicolo”, racconta Benedetto a BIKE.

Che cosa si potrà fare con il nuovo Obu? Riconoscere chi entra in auto o aprire un cancello soltanto avvicinandosi, indicare a quale pompa fare benzina e pagare, segnalare quando un semaforo sta per diventare verde o rosso (nelle città dove i semafori sono intelligenti, come in parte già succede a Torino) e ricordare la presenza del bimbo nel seggiolino posteriore. Connesse e intelligenti sono anche le auto proposte da Telepass con il primo servizio di noleggio a lungo termine completamente digitalizzato promosso insieme ad Arval: l’auto si ordina con lo smartphone e si riceve a casa. E il cerchio così si chiude.

Con i dati e le tecnologie digitali l’unico limite alla smart mobility è la fantasia, avverte Benedetto, che ha portato Telepass nel settore delle assicurazioni senza volere fare concorrenza alle assicurazioni. “Noi restiamo fedeli alla mobilità”, assicura. “C’è tantissimo da fare per offrire forme di protezione innovative legate ai momenti in cui ci muoviamo”. Un esempio? “Una polizza che preveda il rimborso del pedaggio autostradale o parte di esso se il tempo di percorrenza supera quello previsto in media sulla base dei dati in nostro possesso”. Fino a oggi una cosa del genere si poteva solo sognare, e invece con Telepass può diventare realtà.

(Shutterstock)