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Draisine, celeriferi e 'macchine per correre': le antenate della bici

Il 3 giugno ricorre la Giornata mondiale della bicicletta. Per celebrarla BIKE vi propone una serie di articoli e curiosità sulla storia delle due ruote a pedali, dalle origini all’e-bike.

Il 1816 è ricordato in tutto il mondo come l'anno 'senza estate'. Dopo l'eruzione del vulcano Tambora, in Indonesia, le temperature crollarono ad ogni latitudine, il cielo si oscurò, la neve cadde anche in estate. Tra le conseguenze vi furono raccolti scomparsi e carestie: la mancanza di avena e la fame portarono in tanti ad abbattere i propri cavalli per nutrirsi, placando la fame ma perdendo un mezzo di locomozione.

Per ovviare a quest'ultimo problema, intervenne il barone tedesco Karl Friedrich Drais von Sauerbronn, che quell'estate ad Heidelberg perfezionò la sua 'Laufmaschine' (la 'macchina per correre'): due ruote in legno con otto raggi, e una sbarra anch'essa in legno su cui sedersi, un manubrio per curvare e i piedi come unica fonte di propulsione. Il 12 luglio del 1817 la usò per coprire i 28 chilometri da Mannheim a Schwetzingen e ritorno.

Nell'aprile seguente il barone andò a Parigi per brevettare l'invenzione e presentarla con una dimostrazione: la stampa non apprezzò molto, ma il pubblico adottò subito la 'draisina', che rappresenta il vero antenato della bicicletta. O forse no. Prima infatti venne il 'celerifero', ideato dal nobile francese Mède de Sivrac nel 1791, che era del tutto simile, sebbene privo di sterzo.

C'è un inconveniente, però: pare che De Sivrac non sia mai esistito, e dello stesso 'celerifero' non vi è traccia sino a fine '800, tanto che c'è chi ipotizza che si tratti soltanto di una leggenda creata per rivalità tra tedeschi e francesi. Una cosa è certa: la nascita della bicicletta è ricca di misteri.

Nella foto due uomini guidano un esemplare di 'draisina' inventata da Karl Von Drais (Herz/Getty Images)

Rileggi tutti gli articoli precedenti (cliccando sul titolo):

1 Il genio di Leonardo e l’invenzione della bicicletta