Pedalare al tempo delle 'Scuotiossa'
Il 3 giugno ricorre la Giornata mondiale della bicicletta. Per celebrarla BIKE vi propone una serie di articoli e curiosità sulla storia delle due ruote a pedali, dalle origini all’e-bike.
La ricerca collegata allo sviluppo tecnologico della bicicletta proseguì in maniera continua e creativa, soprattutto in Francia. Almeno fino al 1870, quando lo scoppio della guerra Franco-Prussiana frenò l'economia e distolse gli artigiani transalpini dalle invenzioni ciclomeccaniche. Fu allora, dall'altra parte della Manica, in Gran Bretagna, che i velocipedi continuarono a svilupparsi, con un soprannome che era tutto un programma: 'boneshaker', letteralmente 'scuotiossa'.
Nel 1868 nacque il primo sistema a trazione posteriore, azionato da un sistema di leve. Lo stesso anno a San Pietroburgo venne costruito il primo velocipede da neve, con degli sci al posto della ruota posteriore. I velocipedi avevano sempre più successo, affermandosi come mezzi di trasporto e non soltanto come elementi di costume, ma continuavano ad essere scomodi.
Dal legno iniziale i telai divennero metallici, sempre più leggeri: realizzati in ferro pieno o riutilizzando i vecchi tubi del gas. Le ruote, passate anch'esse dal legno all'acciaio, continuavano però a rimbalzare sonoramente sulle strade dissestate della seconda metà dell'Ottocento, fatte di pietrisco macadàm, di terra battuta, quando andava bene di pavè.
Si montarono molle sotto la sella e si cominciò a inserire ingranaggi a sfera nei mozzi di ottone, si provò ad attenuare un po' l'effetto passando a copertoni in gomma piena, ma il risultato non fu di certo risolutivo. Coniugare velocità e praticità era una sfida ancora aperta.
(Foto Schutterstock)
Rileggi tutti gli articoli precedenti (cliccando sul titolo):
1 Il genio di Leonardo e l’invenzione della bicicletta
2 Draisine, celeriferi e ‘macchine per correre’: le antenate della bici
3 Michaux e una grande scoperta: i pedali