Ediciclo e le ‘salite di carta’ ai tempi del Covid
Articolo di Annalisa Misceo pubblicato su BIKE Volume 1, edizione Summer, luglio-settembre 2020
Una sera qualunque del 1986. Una trattoria, sette amici intorno a un tavolo su cui trionfano polenta e vino rosso. Fuori, appoggiate al muro, le loro biciclette. Sono appena stati sullo Stelvio e ora si rinfrancano dai chilometri affrontati in salita e poi in discesa, discutendo del percorso fatto. Finché uno di loro propone: “Ma perché non la facciamo noi una guida alle salite del Veneto?”. Se ne intendono, loro, di salite: appena hanno dei giorni liberi dagli studi e dal lavoro saltano in sella e salgono in montagna. I passi intorno a casa loro, in Veneto appunto, li conoscono molto bene. Si tratta solo di metterli in ordine… È così che ha inizio la storia di Ediciclo, casa editrice indipendente di Portogruaro, nata da un gruppo di appassionati di salite che volevano raccontare i loro monti con una guida, e diventata oggi il punto di riferimento non solo per il mondo delle due ruote, declinato in tutte le sue sfaccettature, ma anche in quello dei cammini e della narrativa di viaggio.
“Definire questi 30 anni con una parola sola? Scoperta. Perché sono stati una scoperta continua”, dice Vittorio Anastasia, direttore e fondatore di Ediciclo. C’era anche lui a mangiare polenta dopo aver scollinato lo Stelvio, quella sera dell’86, e oggi ricorda con affetto e orgoglio tutto il percorso fatto in questi 30 anni e più: “L’editore è un lavoro molto complicato, ma anche molto bello perché permette di imparare tanto: attraverso il libro abbiamo scoperto cose, persone, storie ma anche luoghi e situazioni. Bisogna dire che quando abbiamo cominciato, eravamo oggettivamente un po’ sprovveduti. Volevamo solo pubblicare una guida, non mettere su una casa editrice”. Invece si sa com’è: le idee portano altre idee e con l’aiuto di intuizioni e coincidenze fortunate il progetto è cresciuto oltre ogni aspettativa. Anche perché Ediciclo ha colmato un vuoto: “All’epoca - spiega Anastasia - non c’era in Italia un’editoria di settore alla quale fare riferimento, noi stessi non avevamo ben chiaro con chi pubblicare la nostra guida”.
Invece, grazie a questa finestra sul mondo delle due ruote, dal 1987 gli appassionati hanno trovato uno spazio in cui esprimersi e con il quale alimentare i loro interessi. Interessi che, per chi ama pedalare, non si limitano alle due ruote: il ciclista è diventato negli anni sempre più curioso, attento all’ambiente, ha voglia di scoprire posti sempre diversi e di fare esperienze nuove. In Ediciclo, che è fatta dagli stessi uomini e donne a cui la casa editrice si rivolge, hanno saputo intercettare questi cambiamenti, hanno saputo evolversi e hanno ampliato l’offerta editoriale. Così dopo le prime guide e gli itinerari cicloturistici per tutti, sono arrivati i Manuali della bicicletta e la collana di Storia della bicicletta, poi le guide per le escursioni a piedi e, nel 2001, la narrativa di viaggio con La strada per Istanbul di Emilio Rigatti, racconto del viaggio in bicicletta da Trieste alla capitale turca, nel 2001 con Paolo Rumiz e Altan.
“Con la diffusione di Internet, l’offerta doveva diversificarsi per forza”, spiega Anastasia, “le guide sono diventate disponibili gratuitamente, tutto quello di cui hai bisogno te lo offre la Rete oppure, sempre gratuitamente, un ente del turismo. Così abbiamo cambiato strategia e ci siamo concentrati su altro: guide 'd’autore', in cui oltre al percorso inseriamo approfondimenti di scrittori che ovviamente in Internet non si trovano e offrono un valore aggiunto, la narrativa di viaggio, una scelta azzeccata il cui successo ci dimostra quotidianamente quanto, per descrivere un territorio, un racconto sia più efficace di una guida negli ultimi anni, Piccola filosofia di viaggio, nata nel 2011 in collaborazione con la casa editrice francese Transboréal, abbiamo chiesto agli autori di riflettere su un tema legato o riconducibile al viaggio”.
Il cambio di strategia ha permesso alla casa editrice di crescere, ampliando il bacino dei lettori, vincendo premi letterari, accogliendo tra gli autori nomi come Enrico Brizzi, Margherita Hack, Claude Marthaler il cicloviaggiatore più famoso al mondo. E la crescita ha dato lo slancio a Ediciclo per realizzare un sogno: organizzare un festival del viaggio in bicicletta durante il quale far incontrare scrittori, lettori e professionisti del settore. Il sogno si è realizzato nel 2007 con la prima edizione di Ciclomundi. “Il nostro figlio prediletto”, racconta Anastasia, “ma purtroppo interrotto dopo solo quattro edizioni: dietro un festival c’è un enorme lavoro, c’è bisogno di uno sponsor. Non disperiamo un giorno di rifarlo, ma ora, come tutti in Italia, dobbiamo pensare alla sopravvivenza”.
Già, la sopravvivenza. Per l’editoria libraria indipendente la crisi provocata dalla pandemia di Covid-19 è stata un macigno, ma chi è abituato a pedalare non si arrende facilmente: “È un momento complicato che richiede nervi saldi e barra dritta”, commenta Anastasia. “Ediciclo farà il possibile per fare sempre meglio quello che sa fare nell’ambito in cui si è costruita una reputazione, e non smette di fare progetti. Stiamo pensando per esempio di rendere disponile in formato audio alcuni testi da ascoltare mentre si cammina o si pedala. Abbiamo in atto un progetto di narrazione sulla ciclovia dell’Arno con la Regione Toscana. Vorremmo far ripartire Ciclomundi. E poi abbiamo un sogno: pubblicare un racconto di viaggio di Jovanotti. Tanta strada, insomma: non ci resta che pedalare”.
(In apertura un'illustrazione di Nadia Viganò)