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Redazione

L'Uae Team Emirates racconta a BIKE Tadej Pogacar, tra successo al Tour e Olimpiade

"Un'emozione molto forte". Così Mauro Gianetti, ceo della Uae Team Emirates, ha commentato ai microfoni di Scatto e controscatto, Speciale Tour de France, il successo di Tadej Pogacar alla Grand Boucle al rientro da Parigi. "A differenza dello scorso anno che abbiamo vestito la maglia gialla solo all'ultimo giorno, quest'anno siamo venuti al Tour de France con la voglia e l'ambizione di vittoria. Ci siamo ritrovati con la maglia gialla già dopo una settimana, quindi la squadra giorno dopo giorno ha dovuto lottare, lavorare, creare gruppo e mettersi attorno a Tadej per difendere questa maglia".

"Ovviamente abbiamo avuto avversari molto validi che ci hanno attaccati, alcuni sfortunati che hanno dovuto abbandonare il Tour come Roglic, però è stato un crescendo di emozioni veramente straordinario", ha aggiunto Gianetti. "Quella di Parigi è stata una bella festa ma sinceramente nella nostra squadra la festa è ogni giorno. Un gruppo così solido, così amico è qualcosa che io non ho mai visto in 35 anni, e penso che si sia visto anche il televisione. Non c'è solo un gruppo di professionisti, ma un gruppo che ha molta voglia di stare insieme e con grande voglia di aiutare Tadej che ormai è qualcosa di straordinario. Non abbiamo più aggettivi per descrivere la bellezza di questo ragazzo, atleta e persona. E' un faro talmente forte che tutti noi vogliamo aiutarlo ad essere quello che dovrà essere, senza mettere limiti e obblighi. Lasciamo che continui a divertirsi, e noi insieme a lui", ha concluso il ceo della formazione emiratina.

"Quello che trovo paragonabile tra Tadej e Marco Pantani è l'istinto", ha aggiunto Andrea Agostini, responsabile marketing, comunicazione e sponsorship della Uae Team Emirates. "Tadej come Marco ha un istinto d'attacco, un istinto che va oltre. Se dovessi usare una parola per descrivere Tadej userei la parola 'semplice', è un ragazzo semplice, è educato a cui tutti vogliono bene. Ecco sotto questo punto di vista ha poco del campionissimo un po' arrogante. Tadej è il ragazzo della porta accanto".

"Tadej è un ragazzo di 22 anni che vive questo sport con spensieratezza, e ne avevamo davvero bisogno nel mondo del ciclismo", ha confidato a Francesca Cazzaniga e Pier Augusto Stagi il suo compagno di squadra Davide Formolo. "Tadej non ha mai una giornata storta, neanche in allenamento. Lui anche dopo tre settimane in questo Tour de France riusciva a fare gli stessi watt come al primo giorno".

Il prossimo appuntamento per il fenomeno sloveno saranno i Giochi Olimpici di Tokyo: "Vediamo come recupera da queste tre settimane di Tour", ha osservato il ct della nazionale slovena Andrej Hauptman, "però conoscendolo so che è già con la testa sulle Olimpiadi, in qualsiasi corsa lui mette il 100% e quindi non ho paura".

Rivedi la quarta puntata di Scatto e controscatto – Speciale Tour de France: