Aru saluta il ciclismo dopo la Vuelta: "Ho dato tutto, ma non chiudo la bici in garage"
Come ultima corsa Fabio Aru ha scelto quella della sua vittoria più bella: la Vuelta. Sulle strade spagnole, nella corsa a tappe che ha conquistato nel 2015, il Cavaliere dei quattro mori chiuderà così la sua carriera tra i professionisti, dopo che a maggio aveva annunciato il ritorno.
È stato lo stesso Aru, al via della Vuelta con il Team Qhubeka NextHash, ad annunciare la fine della sua carriera. “Raggiungere questa decisione non è stato facile ma è qualcosa a cui penso e discuto con la mia famiglia da tempo. Corro da 16 anni e da più di un decennio da professionista, ma ora è giunto il momento di dare la priorità ad altre cose nella mia vita, alla mia famiglia. Spero di essere stato in grado di dimostrare i veri valori della sportività durante la mia carriera, e nel farlo ho reso le persone orgogliose. Voglio anche esprimere un profondo senso di gratitudine a tutti i miei ex compagni di squadra e al personale delle mie ex squadre, Astana ed Uae Team Emirates. Abbiamo condiviso alcuni momenti incredibili di cui sarò per sempre grato”, racconta Aru.
"Infine, voglio rendere un omaggio speciale al Team Qhubeka NextHash. All'interno della nostra organizzazione parliamo dello spirito di Ubuntu – lo sono perché lo siamo – e questo senso di unione, in un momento in cui il mondo ne ha così tanto bisogno, è stato sorprendente. Devo ammettere che quando sono entrato a far parte del team ero consapevole che fosse speciale, diverso, ma non avevo un'idea reale di come sarebbe stato veramente. Questa squadra senza dubbio è unica non solo nel ciclismo ma in tutto lo sport, sono incredibilmente orgoglioso di correre qui e onorato di concludere la mia carriera da professionista con loro. Dopo alcuni anni difficili, nel 2021 sono riuscito a correre di nuovo ad un livello di cui sapevo di essere capace, sorridendo sulla mia bicicletta. Questa è una vittoria già di per sé, e di questo sarò sempre grato al team", continua Aru.
"Voglio esprimere i miei più sinceri ringraziamenti a Douglas Ryder, Lars Michaelsen, Gabriele Missaglia, Mattia Michelusi e a tutto lo staff del team e naturalmente ai miei compagni di squadra: è un onore essere un vostro compagno di squadra", dice il campione sardo. "Nel nostro team parliamo di speranza, opportunità e iniziative per poter cambiare vita con la bicicletta. Aver fatto la mia parte in questo sarà qualcosa che mi resterà a cuore per il resto della vita e sarò per sempre un sostenitore di questo progetto. Continuerò ad andare in bicicletta perché è quello che amo fare ma per ora sono concentrato sulla Vuelta di Spagna voglio correre al meglio delle mie capacità con i miei compagni di squadra del Team Qhubeka NextHash. Ed è giusto che il mio viaggio finisca qui in Spagna, un paese e una gara dei quali avrò sempre ricordi straordinari".
Aru ha inoltre pubblicato un post su Instagram, in cui ha scritto: "Vorrei dire tante cose in questo momento ma preferisco godermi ogni singola emozione di quello che chiude un capitolo così importante della mia vita. Con il passare dei giorni e del tempo avrò la possibilità di raccontare tutti quelli che sono stati i momenti più belli e brutti della mia carriera sportiva professionistica. Ma ora il punto è un altro. Ho riflettuto a lungo su quale fosse la decisione giusta da prendere, notti insonni, pianti e quant'altro. Ma se devo essere sincero ho imparato ancora di più ad amare il mezzo e lo sport che mi ha portato a raggiungere traguardi che mai avrei immaginato, lottare con i ciclisti più forti del mondo, viaggiare, conoscere nuove culture, partecipare ed essere protagonista alle Olimpiadi. E ad oggi nonostante sia qui a comunicarvi questa scelta importante della mia vita posso gridare a gran voce che amo il ciclismo, amo ancor di più andare in bici, amo allenarmi e non ho nessuna intenzione di lasciarla in garage. Ma come tutti gli inizi c'è sempre una fine. Da quel lontano 5 maggio 2005 sono stato immerso in un sogno e viaggiato a 1000 all'ora, non rimpiango niente, anzi rifarei tutto, e con l'esperienza che ho adesso lo farei ancora meglio. La Vuelta sarà la mia ultima gara da ciclista professionista. Sono molto orgoglioso di ciò che ho fatto ma essendo un gran testardo avrei voluto fare tanto di più. Una cosa però è certa: ho dato tutto me stesso, sino all'ultima goccia di sudore e lo darò anche nelle prossime settimane. Ora è giunto il momento di godermi un nuovo capitolo della mia vita, accanto alla mia famiglia. Per i ringraziamenti ci sarà tempo i prossimi giorni ma un grazie speciale va a chi mi ha permesso con grandissimi sacrifici di diventare quello che sono. Mia mamma Antonella, mio papà Alessandro e la mia compagna Valentina che mi ha regalato il dono più grande che potessi desiderare, la nostra piccola Ginevra. Grazie per esserci sempre. Vi voglio bene."
Grazie Fabio per le grandi emozioni che ci hai regalato e che ci regalerai nelle prossime settimane!
(Foto: Courtesy TeamQhubeka)