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Redazione

Sette medaglie complessive per l'Italia del paraciclismo a Tokyo 2020

A Tokyo 2020 cala il sipario sull'avventura dell'Italia nel paraciclismo. Bilancio positivo per la nazionale guidata dal commissario tecnico Mario Valentini che chiude con 7 medaglie: un oro, cinque argenti e un bronzo.

L’ultima prova, quella in linea, non ha regalato ulteriori medaglie: nella classe C4-5 maschile è arrivato l’ottavo posto di Andrea Tarlao, davanti all’altro azzurro in gara Pierpaolo Addesi nono, in una corsa vinta dal francese Kevin Le Cunff.
I numeri, però, restano importanti: quinto posto per numero di metalli conquistati in questi Giochi dal paraciclismo. Meglio ha fatto finora solo il nuoto.

“Abbiamo fatto vedere ancora una volta di cosa siamo capaci”, il commento di Valentini. “Sono orgoglioso di ognuno dei miei ragazzi, che hanno mostrato lo spessore di questo gruppo, umano ancor prima che agonistico. Siamo uniti, siamo umili, siamo vincenti: questo è quello che dimostriamo prova dopo prova”.

Sette podi per undici atleti, ricorda una nota della Federciclismo, è il riassunto della prova di forza degli azzurri, partiti subito forte con 4 argenti nella cronometro (con Mazzone, Porcellato, Cornegliani e Farroni), su un percorso duro, che ha messo in difficoltà tutti. Con le prove in linea poi sono arrivate altre due medaglie (argento, da Mazzone, e bronzo, da Aere), fino a quella d'oro del team relay.

“Abbiamo vinto la gara più bella, come diceva sempre mio figlio Mauro”, aggiunge il ct. “Un successo che ha dato un significato diverso ai risultati precedenti e ci ha finalmente fatti esplodere di gioia. Ce lo meritiamo, è la giusta ricompensa per questi cinque anni di instancabile lavoro. Abbiamo risposto sul campo alle critiche arrivate sulle nostre scelte tecniche e ai dubbi sul nostro futuro: bisognerebbe parlare solo quando si hanno competenze e corrette informazioni. La mia porta è sempre aperta per qualsiasi confronto”.

Sui singoli atleti il ct ha avuto belle parole in particolare per Colombari, chiamato a sostituire una colonna come Alex Zanardi: “La bella sorpresa è stata Diego Colombari, che ha sostituito più che degnamente Alex Zanardi oltre ad aver raccolto un ottimo quarto posto nella crono, alla sua prima esperienza paralimpica. Ha lavorato duramente e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Lo stesso vale per Katia Aere: in appena due anni è quella che è cresciuta di più nel gruppo. La sua è una medaglia sudata e decisamente meritata”.

E ancora: “Fondamentale è stata la grinta di Paolo Cecchetto, che ha dimostrato ancora una volta attaccamento alla maglia azzurra. La stessa che non è mancata in Luca Mazzone, regolarista del terzetto, che avrebbe potuto prendersi un oro anche nella cronometro, sfiorato per 26 centesimi. Però, come dico sempre, è tutto scritto: il destino ha voluto così e noi ci prendiamo quello che ci offre”. Un bel risultato che segue l'exploit di Filippo Ganna e compagni e i due bronzi conquistati da Elia Viviani ed Elisa Longo Borghini a agosto.

Nella foto il team italiano di paraciclismo a Tokyo 2020 festeggia le sette medaglie (Courtesy Federciclismo)