L'università tira la volata alla mobilità leggera
Articolo pubblicato su BIKE Volume 5 edizione Summer luglio-settembre 2021
Negli Stati Uniti, da dieci anni, i migliori college del Paese si sfidano nella League of American Bicyclists per aggiudicarsi il premio di sostenibilità. In Germania portano addirittura gli esperti di due ruote in cattedra per incentivare l’uso delle biciclette. “Gli atenei possono davvero essere un ottimo modello per un cambio di passo”, ha detto la ministra dell’Università e della Ricerca Cristina Messa tornando per la prima volta alla Bicocca, di cui è stata rettore fino al 2019. E a favorire il cambio di passo certamente potrà contribuire il progetto del ministero delle Infrastrutture e della mobilità e del Gruppo Fs che prevede un investimento di 4,2 milioni di euro per la costruzione di piste ciclabili tra stazioni e università in sette città italiane.
C’è molta fiducia per un ritorno in aula nell’autunno 2021, ma tornare alla situazione pre Covid non è auspicabile. La pandemia ha cambiato le abitudini: “Fra gli studenti l’uso dei mezzi ha perso diciotto punti percentuali, cedendone dodici ad auto e moto e solo sei alla mobilità attiva come la bicicletta o il monopattino”, fa presente Matteo Colleoni, mobility manager Bicocca, citando un’indagine sulla mobilità casa-lavoro nelle università della Rus, la Rete delle università per lo sviluppo sostenibile, che ha coinvolto cinquantacinque di atenei italiani. Il rischio è di ritrovarsi in città congestionate dal traffico. Per questa ragione è in corso una riflessione sulla mobilità accademica e sulla possibilità di orientarla verso mezzi sostenibili, biciclette in primo luogo.
In questo scenario le stazioni ferroviarie diventano un punto strategico. Il treno, ci ricorda l’Istat, è il primo mezzo di trasporto usato dagli studenti in Italia. Aggiunge Rete ferroviaria italiana, che ha mappato le 395 sedi universitarie e le ha incrociate con le abitudini di mobilità rilevate dal suo Osservatorio di mercato: gran parte di chi sceglie il binomio treno-bici ha tra i 18 e i 24 anni. Nel 2019 sono stati 45,6 milioni i viaggiatori per motivi di studio che hanno utilizzato 133 stazioni che possono essere collegate con percorsi ciclopedonali facili a 188 sedi universitarie. Possono, perché ancora non ci sono: su 329 università che hanno una stazione nel raggio di 3 chilometri il 77% non ha un collegamento ciclabile.
“Il Governo intende inserire nel Piano nazionale di ripresa e resilienza investimenti senza precedenti sulla mobilità dolce e sull’uso degli strumenti di mobilità ciclistica”, ha promesso il ministro Enrico Giovannini. Si parla di 600 milioni di cui 200 per la mobilità all’interno delle città. Un piano che sarà gestito con Ferrovie dello stato. Si comincia con un primo finanziamento di quattro milioni e altri undici dovrebbero arrivare nei prossimi mesi. Intanto le risorse saranno assegnate ai primi Comuni coinvolti (Milano, Padova, Pisa, Roma, Napoli, Bari, Palermo) che dovranno avviare la progettazione delle piste ciclabili. Siamo all’inizio di un test importante che potrà cambiare il volto di molte città, l’aria e non solo. “Quando si parla di mobilità si sta incidendo sul tempo delle persone e, di conseguenza, anche sui loro diritti, come quello allo studio” è l’avvertimento della ministra Messa.
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