Il fascino del Monte Penice, balcone sull'Oltrepò
Dalla vetta del Monte Penice si gode uno tra i panorami più belli della bassa padana. Nelle giornate terse, poi, domina la piana che guarda verso Pavia e Milano, con orizzonte sull’arco alpino. In bilico fra Lombardia ed Emilia, conteso fra le province di Pavia e Piacenza, il Monte Penice è una salita che, almeno una volta nella vita, non si può non provare.
Il versante più nobile, semplicemente perché più duro, parte da Bobbio, uno dei borghi più belli d’Italia, celebre per il suo meraviglioso ponte gobbo (che sovrasta il fiume Trebbia) e per il Bobbio Film Festival, che si tiene qui ogni estate. Sono 12,2 km fino al Passo, con pendenze sempre piuttosto impegnative fra l'8 e il 10 per cento. Intensa la prima parte, gestibile quella centrale, da sofferenza quella fra Vaccarezza e Sassi Neri, prima dello sparo finale con punte anche al 12 per cento.
La salita da Bobbio è 'molesta', perché lascia poco respiro ed è quasi tutta esposta al sole. Scenario benedetto quando le temperature non sono troppo alte, ma tragico nelle afose giornate estive, specie nelle ore centrali. Ma per arrivare al Passo si possono scegliere anche il versante di Romagnese (dalla Val Tidone) o quello di Varzi (dal lato pavese), nel complesso più pedalabili, a meno che non si scelgano le varianti per veri intenditori da Lago o da Menconico-Passo della Scaparina.
Da ovunque si salga al Penice, però, è d'obbligo un passaggio al santuario, che si trova a quota 1460 metri. Dal Passo sono altri 3,7 km. Duri, con pendenze spesso in doppia cifra. Ma sono quelli che 'fanno la differenza'. Per l'allenamento e, soprattutto, per il panorama. Che dal piccolo piazzale del santuario è qualcosa di unico: riconcilia con il mondo. Nei weekend e d’estate è aperto anche il celebre Bar tra le nuvole, che rende bene l’idea per farvi capire dove vi trovate.
Insomma, non esiste una ricetta unica per godersi il Penice. Ma un'ipotesi assai valida può essere quella di percorrere il 'doppio-Penice': partenza da Ponte Nizza, poi Varzi, salita fino al santuario, discesa a Bobbio e ritorno. Quando siete al passo per la seconda volta sul contachilometri avrete già 2mila metri di dislivello in 60 km. Comunque, un versante è già più che sufficiente. C’è da sbizzarrirsi e da fare foto da cartolina dal balcone sull’Oltrepò e sulla Val Trebbia.