La Fausto Coppi si ferma. "Ma non è un addio"
“Non è un addio, solo un momento di pausa per un evento al quale siamo estremamente legati”, queste le parole degli organizzatori de 'La Fausto Coppi', Davide Lauro ed Emma Mana, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Asd Fausto Coppi on the road. A malincuore le migliaia di ciclisti e spettatori che usualmente dal 1987 a oggi hanno partecipato a questa magnifica manifestazione, saranno costretti a rinunciarvi nel 2022, causa un anno di pausa.
Stando a quanto affermano gli organizzatori, la ragione di questa decisione risiede nell’insorgere di “nuovi impegni professionali” che non permetterebbero loro di preparare l’evento conformemente agli elevati standard delle edizioni passate. Una granfondo, che per la magnificenza dei luoghi attraversati, nel cuore delle Alpi Marittime, e le asperità che mettono a dura prova le gambe dei ciclisti più o meno allenati, entra a pieno diritto tra le più prestigiose, nonché longeve d’Italia, come, tanto per citarne una, la Nove Colli che vanta uno storico di 50 edizioni, contro le 33 della Fausto Coppi. Il percorso GF della Fausto Coppi, infatti, vanta una lunghezza di 177 km x 4.125 metri di dislivello, e il medio 111 km x 2.550 metri di dislivello, comprendenti entrambi la scalata allo storico monte Fauniera che scollina a 2.481 metri con i suoi 22.3 km e 1.689 mt di dislivello complessivi.
Sicuramente a conferirle una medaglia di merito sul piano etico è in primo luogo, il fatto di coinvolgere ogni anno non solo i partecipanti sulle due rote, bensì tutta una costellazione di figure emblematiche, tra cui oltre 100 volontari la cui disponibilità ha permesso di garantire un’ottima riuscita della manifestazione. In secondo luogo, l’ammirabile scelta di destinare oltre 100mila euro per il recupero e la salvaguardia delle strade in quota, con annessa sistemazione di tratti di asfalto, muretti di sostegno e pulizia strade, nonché la donazione di un’auto alla Lilt, con un progetto di solidarietà che sta a cuore agli organizzatori.
Articolo di Federica Cancellieri