Gino Bartali beato? Se lo chiede l'Osservatore Romano
"Gino Bartali beato? San Gino Bartali, magari protettore degli sportivi?". A chiederselo non è un giornale qualunque, ma l'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, intervistando sua nipote Gioia, sempre più spesso in giro per l’Italia a raccontare la storia e la figura del nonno.
"Monsignor Attilio Nostro, nuovo vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, ha rilanciato la causa di beatificazione di mio nonno", spiega Gioia Bartali al giornalista Filippo Simonelli. Causa "che è già incominciata tre anni fa su iniziativa dell’ordine carmelitano", fa presente la parente del plurivincitore di Giro, Tour, Sanremo e Lombardia, nonché leggendario amico-rivale di Fausto Coppi.
Gino Bartali faceva il bene senza dirlo, ricorda la nipote che, tra gli aspetti che sottolinea nell'intervista, ce n'é uno che colpisce più di tutti di quel nonno, terziario carmelitano, che con il saio è stato sepolto nel 2000: si tratta dell'amore per la moglie Adriana, nonna di Gioia.
"Ho letto tutte le oltre duecento lettere di mio nonno Gino che mia nonna ha conservato, dal periodo del fidanzamento (si firmava 'tuo in Cristo') fino all'ultimo giorno", dice Gioia Bartali intervistata sull'edizione cartacea dell'Osservatore Romano del 28 ottobre. "Confesso che una delle motivazioni che mi spingono a portare avanti la causa di canonizzazione è proprio il contenuto di queste lettere nelle quali alla fidanzata, poi moglie, parlava di fede e, in particolare, della comune devozione per santa Teresina di Lisieux".