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f.rossi

Quando la bici aspetta il treno

Articolo pubblicato su BIKE Volume 6 edizione Autumn ottobre-dicembre 2021

I ciclisti amano i treni, ma i treni amano i ciclisti? Dev’essere stata più o meno questa la domanda da cui è partito lo studio che ha portato alla pubblicazione del report Cyclists love trains: An analysis of the bicycle friendliness of European railway operators (scaricabile a questo link). Oltre cento pagine di numeri e tabelle, con cui la European Cyclists’ Federation (Ecf) ha provato a fotografare la situazione delle ferrovie di tutta Europa e oltre, cercando di capire se e come si combinano treno e bici. In altre parole, i due mezzi di trasporto oggi più sostenibili ed ecologici riescono ad andare a braccetto?

Un lavoro che gli analisti di Ecf hanno portato avanti per cinque mesi, riuscendo a raccogliere i dati di una settantina di compagnie ferroviarie, lungo un territorio di 4mila km: da Bucarest a Helsinki, da Malta ad Amsterdam. E che è stato presentato a luglio 2021 in un evento di portata internazionale (lo trovate sul canale Youtube della Federazione), rivelando che gli ostacoli da superare son ancora parecchi: su 69 aziende analizzate, ad esempio, il 22% non offre alcun servizio di trasporto bici. Oppure ci sono limitazioni sulle fasce orarie, biglietti esorbitanti… Insomma, “se si pensa che il 2021 è stato dichiarato European Year of Rail e che l’Europa punta ad azzerare l’impatto climatico con il Green Deal, non è accettabile”, come ha dichiarato a Bikechannel.it Fabian Küster, direttore Affari Europei e Advocacy presso l’Ecf, tra gli autori del report.

Questi i criteri adottati: quanti posti sono riservati alle bici? La compagnia ferroviaria prevede un programma di noleggio? Quanto costa il supplemento? Tramite quali canali posso prenotare il trasporto? In quante lingue è tradotto il sito dell’azienda? Ogni parametro confluiva in un sistema di punteggio incentrato sul criterio della flessibilità per l’utente. Dopodiché, sono stati coinvolti anche i membri di Ecf per feedback e contributi. Fino ad arrivare a dare i voti: il primo della classe è l’Intercity dell’olandese Ns, che sette volte al giorno collega Amsterdam e Berlino. Offre tanti spazi per le bici, prevede diversi sistemi di noleggio, è rapido. Un’anomalia, se si pensa che su molti altri intercity transfrontalieri è addirittura vietato caricare una bici.

Ottengono ottimi voti anche le Ferrovie federali svizzere (con una media di 19 posti per le bici in ciascun treno), la Compagnia ferroviaria nazionale del Belgio, l’ungherese Máv-Start e l’austriaca Westbahn. Poi c’è chi s’è piazzato quinto ma avrebbe potuto applicarsi di più, come Deutsche bahn, con un sito che parla solo ai ciclisti di lingua tedesca. Gli ultimi della classe, invece, sono gli operatori di Spagna e Svezia, dove (con l’unica eccezione di FlixTrain) le bici non possono viaggiare su nessun treno.

E Trenitalia? Con un punteggio del 50 per cento, resta penalizzata dall’assenza di servizi di noleggio e dai biglietti troppo cari. Peccato, perché sui parametri ‘canali di prenotazione’ e ‘lingue del sito’ aveva invece ottenuto il massimo dei punti. La strada da percorrere, dunque, è ancora lunga: “I ciclisti amano i treni, ma il loro amore non è senza condizioni”, commentano i curatori del report. “Perciò invitiamo i Governi e gli operatori ferroviari a seguire queste indicazioni: solo così combinare bici e treno sarà una possibilità reale e, per molti ciclisti, un’esperienza più positiva”.

(Foto: Shutterstock)