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m.rigamonti

Justine Mattera, cinquant'anni in libertà

È un’autobiografia ‘sprint’ quella scritta da Justine Mattera per Cairo editore. Frizzante e veloce da leggere, come veloce la bionda newyorkese, lanciata in tv da Paolo Limiti negli anni Novanta quale sosia di Marilyn Monroe, percorre oggi le prove di triathlon, disciplina che, da qualche anno, è entrata nella sua multiforme quotidianità di mamma, sportiva e influencer, come bene sa chi l’ha conosciuta attraverso Bike Channel.

Nata nel ‘71 a Bellerose, ai confini del Queens, ma con sangue italiano che scorre nelle vene, Mattera ha già vissuto parecchie vite, come recita il sottotitolo di Just Me, il libro che ha scritto in occasione dei suoi cinquant’anni. I ricordi si susseguono a ritmo serrato, pagina dopo pagina, dal catechismo nella parrocchia di San Gregorio Magno fino all’incontro con Fabrizio e la maternità di Vincent e Vivienne.

In mezzo ci sono un’infanzia da promessa del nuoto, gli studi di letteratura all'Università di Stanford e Firenze, passando per le gabbie dell'Andromeda e un’infinità di altri locali dove la giovane Justine ha ballato come cubista. Prima per passione e per pagarsi le rette e poi, forse, intravedendo la possibilità di un percorso professionale e una maturità artistica che, complici diversi imprevisti, l’hanno portata fin negli studi Rai di Corso Sempione.

Molto più che modella e showgirl, Mattera è stata anche cantante e attrice di teatro. Tutte le tappe del suo viaggio sono documentate tra mai banali riflessioni e curiosi aneddoti, come quando, in Egitto, durante uno shooting per il suo calendario a Sharm el-Sheikh, nei pressi – a sua insaputa – di una zona militare, fu arrestata e scambiata per una spia. Non mancano pagine drammatiche, come la malattia, superata, della sorella Jessica.

Forte delle proprie idee e di una salda etica personale, Mattera si conferma capace di evolvere e cambiare pelle. Solo apparentemente aliena nei tanti mondi che ha scelto di frequentare, in realtà, la riccia e battagliera americana che emerge tra le righe, si dimostra in grado di sapersi adattare perfettamente ai nuovi contesti. Proprio come l’Italia, dove è rimasta, incontrando così l’amore e tanti amici e amiche di una vita.

Una di queste è Filippa Lagerback che, racconta Mattera, quando lasciò Bike Channel impossibilitata a proseguire con il suo programma, fece il suo nome alla produzione. Contribuendo così a riportare nella vita di Justine la bicicletta, già mezzo di trasporto abituale nei pomeriggi di gioco newyorkesi, per spostarsi nei campus universitari, nonché in fase di riabilitazione da una frattura procuratasi precipitando dai tacchi.

Oggi, la bici, che in Just me compare in più d’una pagina, è un tratto distintivo dell’identità di Justine Mattera che, a cinquant’anni (quest'anno saranno 51), percorre in tempi più che dignitosi le prove sprint del triathlon. Oltre a fare da madrina in diversi eventi sportivi e a seguire, nei fine settimana, i figli impegnati in prove su strada e di ciclocross, facendo un tifo da Superbowl ad ogni loro passaggio. Forse è anche per questo suo spirito libero che tantissimi italiani e italiane l’amano ancora oggi.