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Un futuro tutto Doc

Articolo pubblicato su BIKE Volume 8, edizione spring, aprile-giugno 2022

In bici va forte ma non è solo una grande promessa del ciclismo italiano. Matteo Sobrero, 24enne di Montelupo Albese, a due passi da Alba, è stato campione nazionale a cronometro fra gli under-23 nel 2019 e lo è diventato anche fra i pro nel 2021, battendo, tra gli altri, due specialisti come Edoardo Affini e il due volte campione del mondo Filippo Ganna. Eppure, nella sua vita, c’è già molto di più della bicicletta; per esempio le vigne e il vino. E forse non avrebbe potuto andare diversamente per un ragazzo nato nel cuore delle Langhe, terra di vini pregiati e colline che sono patrimonio Unesco dal 2014.

“L'azienda agricola Sobrero e la cantina hanno iniziato nel 1940, qui a Montelupo Albese, producendo vino e nocciole", racconta a BIKE il corridore della Bike Exchange Jayco. “Il motore di tutto è sempre stato mio nonno Francesco, che mi ha insegnato il rispetto per la terra, per la natura e anche l’importanza di tramandare le tradizioni”. Uno dei ricordi più belli che Matteo conserva è di “quando, subito dopo la vendemmia, mi portava in cantina di nascosto a bere il mosto”, racconta emozionato. “Le vigne hanno sempre fatto parte della mia vita”, prosegue Sobrero, “ed è proprio in mezzo ai filari che ho cominciato a pedalare quando avevo sei anni”. Non si fermava mai. Fino a che, “a un certo punto, mio padre, che non ne poteva più, mi ha portato a correre in bici. Lasciai il calcio e iniziai il mio percorso”.

Matteo Sobrero
Matteo Sobrero (Foto: Courtesy Bike Exchange Jayco)

Cresciuto sportivamente nella Dimension Data, Sobrero ha debuttato al Giro d’Italia 2020 con la Ntt: “Un’esperienza pazzesca, tre settimane che sono volate via in un attimo”. Con “particolare emozione”, di quel suo primo Giro, ricorda la partenza da Alba alla penultima tappa: “C’era tutta la mia famiglia e i miei amici erano lì per me”, confida Matteo. Ora lo attende un biennio con il team di Brent Copeland, per provare a fare il salto di qualità definitivo: “Devo ancora scoprire bene i miei limiti”, ammette. “Oltre alle cronometro, dove spero di continuare a poter far bene, mi piacerebbe diventare un corridore forte nelle corse di una settimana come la Tirreno-Adriatico, anche se il mio sogno è vincere un giorno il Lombardia”.

Fidanzato con Carlotta Ganna, sorella di Pippo, che è anche suo compagno di allenamenti, Sobrero è profondamente attaccato alla sua terra e alle sue radici, tanto che non è uno di quei corridori migrato in paradisi fiscali come la Svizzera, Montecarlo o San Marino: “Io e mia sorella prenderemo le redini dell’azienda e in futuro speriamo di espanderci sempre più, in Italia e all’estero. I nostri valori cardine sono la qualità, la passione e il rapporto col consumatore. La nostra è un’agricoltura naturale, che non usa diserbanti ed è attenta a ogni fase del processo. Appena posso mi piace stare a casa, pedalare sulle mie colline e occuparmi del nostro vino”. I vigneti della famiglia Sobrero occupano le colline fra Castiglione Falletto (paese dove c’è anche il punto-vendita dell’azienda) e San Marzano Oliveto, da dove escono bottiglie di Barolo, Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Cahrdonnay e Moscato. Senza trascurare la produzione di liquori classici come il Barolo Chinato e la Grappa.

Per il prossimo decennio almeno è ragionevole ipotizzare che Sobrero sarà più corridore che produttore di vino, ma intanto ha già chiarito il suo futuro, quando smetterà di pedalare. Insomma, un ragazzo intelligente, lungimirante e dal sapore profondo. Proprio come uno dei suoi vini rossi.

Rivedi l'intervista a Matteo Sobrero per Le Storie di BIKE