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Portogallo, Romania e Italia. Ecco il podio della produzione bici in Europa

Buone notizie dal fronte due ruote. L'aumento del numero delle biciclette è sotto gli occhi di tutti e con esso è aumentata anche la produzione che pare iniziare a recuperare terreno rispetto ai ritardi accumulati dalla forte richiesta di mezzi. Uno dei motivi è legato al reshoring, ovvero il ritorno nel paese di origine da parte delle aziende europee, dopo che la fuga degli scorsi decenni ha portato a galla limiti evidenziati da Covid e guerra. Limiti nell'approvvigionamento di materie prime e componenti e intere filiere bloccate.

Ecco che allora si torna in Europa. Almeno questo è quanto emerge dai dati raccolti da Eurostat. Il 2021 ha messo in evidenza un aumento della produzione di biciclette nel Vecchio Continente rispetto al 2020, trend già avviato dall'anno precedente. L'incremento del 1,2% rispetto al 2019 ha attestato una produzione di 12,2 milioni di biciclette nei paesi europei. Il 2021 però ha segnato la svolta con un aumento del 11% per un totale di 13,5 milioni di pezzi prodotti nell'Unione europea a 27.

Certo, per buona parte della componentistica di guarda ancora all'Asia seppur i rapporti, anche a causa della guerra tra Russia e Ucraina, non siano più idilliaci e lineari in termini di approvvigionamento. Certo, produrre in Europa ha spesso costi maggiori ma questo va a beneficio del livello di qualità dei prodotti finiti con la conseguente soddisfazione degli utenti finali. Inoltre rilocalizzare accorcia la filiera di produzione la rende più controllabile consentendo di risparmiare energia, visto che manca il trasporto.

La produzione varia notevolmente all'interno dell'Unione Europea con i primi cinque Paesi a farla da padrone con l'Italia gioca un ruolo centrale. Il Portogallo mantiene il primato con 2,9 milioni di pezzi prodotti. Alle sue spalle la Romania con 2,5 milioni, quindi l'Italia con 1,9 milioni. Germania e Polonia chiudono la top five rispettivamente con 1,4 milioni e 1,2 milioni.

Non sono disponibili i dati di alcune nazioni: Austria, Lettonia, Slovenia e Slovacchia, e c’è una produzione zero segnalata da Estonia e Irlanda.