Alle origini dei Trabocchi
Articolo pubblicato su BIKE Volume 8, edizione spring, aprile-giugno 2022
Un passe-partout per un viaggio totale attraverso una delle litoranee più caratteristiche d’Italia. È la Via verde della Costa dei trabocchi, una ciclopedonale in rampa di lancio per promuovere il turismo sostenibile in provincia di Chieti, miniera di storia, cultura, natura ed enogastronomia.
Tra Ortona e Vasto, spiagge e scogliere, i trabocchi sorgono come sentinelle sul mare. Macchine da pesca costruite nel XII° secolo su palafitte in legno e paragonate a “ragni colossali” da Gabriele D’Annunzio, che ne Il Trionfo della Morte li descriveva come “macchine che parevano vivere di vita propria”. In quesi luoghi lo scrittore soggiornò nel 1889 in cerca di ispirazione per scrivere la tragedia.
Proprio l’eremo dannunziano è una delle tappe lungo la Via verde della Costa dei trabocchi: 42 kilometri frutto di un’idea concepita ormai 15 anni fa e ora in fase di realizzazione. Della vecchia linea ferroviaria sono state riutilizzate le infrastrutture (ponti, gallerie e stazioni), per un’opera che rappresenta un tassello cardine del cicloturismo locale. Ci si trova infatti lungo la direttrice della Ciclovia adriatica, che mira a collegare Trieste e Santa Maria di Leuca, all’interno del progetto Bike to Coast per una ciclabile continua lungo i 130 kilometri di costa abruzzese. Puntando verso l’entroterra, si aprono i 263 kilometri di rete ciclabile dei Trabocchi. Una grande arteria verde, insomma, che permette di raggiungere spiagge, riserve naturali, ma anche vigneti, uliveti e le città d’arte a ridosso della costa.
Da nord verso sud, il viaggio inizia ad Ortona, mix di storia (dalla linea Gustav al Castello Aragonese), fede (con le reliquie di san Tommaso apostolo) e natura, con spiagge incontaminate come Ripari di Giobbe e Punta dell’Acquabella. Da San Vito, con il sopracitato promontorio dannunziano di Punta Turchino, ha inizio il tratto di costa con la maggiore concentrazione di trabocchi, molti dei quali diventati ristoranti dove gustare il pesce raccolto dai traboccanti.
L’abbazia di San Giovanni in Venere sovrasta Fossacesia: nata come tempio pagano dedicato alla dea Venere Conciliatrice, fu trasformata dai benedettini in chiesa cattolica. Passando per la caratteristica lecceta di Torino di Sangro, poi, dopo poche pedalate, a Casalbordino si venera la Madonna dei Miracoli in ricordo di una apparizione avvenuta nel 1576.
Prima di arrivare a Vasto, la riserva naturale di Punta Aderci, scrigno incontaminato dell’intera costa abruzzese, insieme alla spiaggia di Punta Penna, è invece culla di biodiversità ed ecosistema a sé stante. E quando si entra in Vasto non si può non provare il tipico brodetto, piatto tradizionale cucinato dai pescatori anche quando sono in barca. Ma non c’è spazio solo per i palati fini: dal rinascimentale Palazzo d’Avalos fino alla vista panoramica sul golfo, ce n’è per tutti i gusti.
Lasciando la costa e addentrandosi nell’entroterra, anche solo per pochi chilometri, si incontrano la cittadina medievale di Lanciano, i vigneti di Tollo, patria del Montepulciano d’Abruzzo, e il castello Ducale di Crecchio. A conferma che il progetto della Via verde mette insieme storia, cultura, arte, natura, fede e buon cibo adatto a tutta la famiglia, che vede la possibilità di fare attività collaterali come kayak, sup ed escursioni a cavallo con strutture ricettive pensate per il cicloturismo. Oltre a hotel, residence, campeggi e b&b, la Costa dei Trabocchi è raggiungibile tramite un treno speciale, la Trabocchi Line, che consente di portare con sé la bicicletta ad un prezzo agevolato, oppure nelle nove ciclostazioni si possono noleggiare bici, mountain bike e monopattini.