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Redazione

Storie straordinarie di persone comuni. Garmin premia lo sport lontano dai riflettori

Giovedì 1° dicembre si sono accesi i riflettori sulle premiazioni dei Garmin Beat Yesterday Awards 2022, i riconoscimenti con cui da sette anni Garmin Italia celebra i protagonisti di imprese straordinarie, dal cycling al trail running, dalla nautica al truck, passando per l’outdoor. Storie vissute e compiute non tanto dai volti noti dello sport, ma piuttosto da persone comuni che decidono di superare i propri limiti per uscire uscire, almeno per un giorno, dall'ordinario.

Questa è forse la vera essenza dello sport, che talvolta impone la micidiale consapevolezza dei propri limiti e mezzi, ma che sa anche regalare la scoperta di impensabili risorse. Sport che, in ultima analisi, è la più fiera celebrazione di sé e di un percorso tutto personale e non necessariamente di un traguardo agonistico istituzionale.

I Beat Yesterday Awards, da sette anni, celebrano proprio questo immenso potere dello sport e, per il 2022, hanno visto la presentazione di oltre 1.000 candidature. “Sette anni di Beat Yesterday Awards significa sette anni di storie e racconti incredibili cui Garmin ha dato una voce straordinaria, una voce che altrimenti non avrebbero avuto" è il pensiero di Stefano Viganò, Amministratore Delegato di Garmin Italia.

Ecco dunque la realtà così vicina a noi eppure ugualmente fuori dall'ordinario di Laura Broglio, camionista, mamma e scrittrice. Una vita che testimonia quanto spesso coniugare l'essere donna, mamma e lavoratrice non sia facile, soprattutto quando si guida un camion. Eppure, a Laura è bastato toccare per un secondo il volante e, come un colpo di fulmine, capire che quella sarebbe stata la direzione che la sua vita avrebbe preso, da quel giorno in poi.

Cristina Nuti ha una rivale giornaliera che lei stessa definisce una sorta di "compagna di vita": la sclerosi multipla. Nello sport, Cristina ha ritrovato la sua forza. Nel triathlon, per l'esattezza e nell'Ironman che ha portato a termine a Klagenfurt, prima italiana affetta da questa malattia a riuscirci. Ma vivere per lo sport significa anche avere una seconda opportunità, com'è capitato a Davide Pescuma, oggi responsabile idraulica dello shore team di Luna Rossa. Per lui che rischiava di vedere il sogno tramontare per due gravi infortuni al ginocchio, è stato come vedere un cerchio chiudersi.

La storia di Marcello Villani ruota invece intorno alla rinuncia. Il valore di quest'ultima glielo ha insegnato la montagna e l'alpinismo. Deciso a tentare la scalata del suo primo 7.000, Marcello ha ricevuto un "no" secco dalla montagna che lo ha respinto costringendolo a desistere dall'impresa, pena la sua stessa vita. La montagna va ascoltata, come un vero e proprio alpinista sa, e a volte non è solo conquista ma bensì rinuncia.

Infine, è stata premiata la storia di Sabrina Schillaci, atleta ultracyclist e coach professionista. Impegnata nel quotidiano ad assistere il marito tetraplegico, attraverso il Triathlon ha scoperto una nuova forza che l’ha resa allo stesso tempo temeraria e consapevole di poter attingere a risorse caratteriali per affrontare con entusiasmo la vita. Ma anche per riuscire a coinvolgere e supportare suo marito in questo delicato passaggio. Non solo. Questa nuova forza interiore l’ha spinta anche ad aiutare altre persone in difficoltà: giovanissimi ai quali ha insegnato che lo sport è una risorsa sana e divertente, che non può mancare nella vita delle generazioni che costruiranno il nostro futuro.