Un sogno ad occhi aperti: scopriamo la Carretera Austral con TravelsBeer
Un'altra avventura in bici in giro per il mondo! Andrea Alessandrini, pedalatore e curatore del blog di bici ed itinerari TravelsBeer, ci porta stavolta in Cile. Ecco il suo racconto della pedalata attraverso la Carretera Austral.
La Carretera Austral è un sogno ad occhi aperti per tutti i ciclisti del mondo. La storia della Carretera Austral già descrive il suo fascino: negli anni 80, infatti, Augusto Pinochet decise di voler collegare l’isolata Patagonia al resto del Cile con questa strada lunga 1200 km.
L'INIZIO DEL VIAGGIO TRA L'ARGENTINA E IL CILE
La Carretera Austral unisce dunque Puerto Montt a Villa O’Higgins. È meglio percorrere i 1200 km da nord a sud per avere il vento a favore, ma a causa di esigenze di viaggio fui costretto a partire da Villa O’Higgins. Raggiungere questo piccolo paese cileno è stata già un’avventura! Infatti, dopo un volo fino El Calafate, ho preso un bus fino a El Chalten. Dalla Mecca degli alpinisti (El Chalten, infatti, si trova alla base del Cerro Torre e del Fitz Roy) ho preso un ulteriore bus che mi ha portato sulle sponde della Laguna del Deserto.
Dopo averlo attraversato con un battello, ho intrapreso un trekking di 23 km che mi ha portato dall’Argentina al Cile. I primi sei chilometri di questo trekking sono stati contraddistinti da un terreno melmoso, mentre gli ultimi chilometri si sono rivelati splendidi, con meravigliose viste su un fiordo. La sensazione era quella di essere veramente alla fine del mondo. Purtroppo, a causa delle condizioni del mare dovetti fermarmi un giorno in più al confine cileno di Candelario Mancilla: per fortuna, però, vi era un campo da calcio, che ha ospitato una inaspettata partita tra il Cile (per l’esattezza, i Carabinieri del Cile) contro il Resto del Mondo. Arrivato così a Villa O’Higgins in ritardo di 24 ore rispetto al previsto, trovai la mia bicicletta (noleggiata su internet prima di partire) e partii verso nord.
FREDDO, PIOGGIA E PAESAGGI UNICI: PEDALARE SU "RIPIO"
I primi chilometri furono contraddistinti da un tempo da lupi. Il sud del Cile, infatti, è uno dei luoghi più piovosi al mondo. Il freddo e la pioggia, però, mi fecero comunque apprezzare tantissimo la natura locale, in quanto spesso si formavano piccole cascatelle al lato della strada. Inoltre, ho avuto la possibilità di conoscere e visitare la piccola Caleta Tortel, una cittadina di 500 abitanti famosa per le sue mitiche passerelle di legno.
Pedalando verso nord, sempre su ripio (così i cileni chiamano lo sterrato) ho pian piano ammirato paesaggi sempre più spettacolari: il rio Baker, il Lago General Carrera e soprattutto le meravigliose capillas de marmol di Puerto Rio Tranquilo. Quest'ultime sono grotte calcaree, formatesi grazie all’erosione millenaria: un giro in battello di due ore permette di ammirare queste meravigliose formazioni naturali che difficilmente non lasciano a bocca aperta!
Per festeggiare la fine dei primi 400 chilometri di pedalata, e la fine della prima parte del ripio, mi sono fermato a Cerro Castillo per una giornata di trekking, che mi ha permesso di ammirare uno splendido lago.
CARRETERA AUSTRAL: SEMPRE A BOCCA APERTA!
Verso Coyahique il vento mi sorprese: dovetti fermarmi una mezzoretta nel bel mezzo del nulla, aspettando che le raffiche si fermassero un attimo prima di riprendere la marcia verso nord. Pedalando a gennaio, potevo sfruttare giornate di sole molto lunghe. Il tramonto che vidi al Parque Queulat rimane indimenticabile ma nella mia memoria rimane ancora più unica la camminata che ha portato al punto panoramico del Ventisquero Colgante: mai prima di allora infatti avevo visto una cascata nascere da un ghiacciaio.
Gli ultimi due giorni di pedalata sono stati caratterizzati dal lento avvicinamento alla civiltà. Il traffico entrando a Puerto Montt era sicuramente qualcosa di cui non avevo sentito la mancanza nel sud della Carretera Austral, quando potevano passare ore prima di incontrare una sola auto…o bicicletta! Il ritorno alla civiltà, però, è stato semplificato ancora una volta dalla natura: gli alberi tipici della zona (los alerces, caratterizzati da una vita millenaria) ed alcuni bellissimi fiordi mi hanno ricordato quanto sia stato bello pedalare alla scoperta di queste zone.
L’articolo che avete letto è a firma di Andrea Alessandrini, pedalatore e curatore del blog di bici ed itinerari TravelsBeer, così come le foto sono state scattate dall'autore stesso.