Ultimo KM: sarà un 2023 complesso per Julian Alaphilippe
Un tratto di strada di mille metri tra una settimana e l’altra. Un passaggio sotto la flame rouge per riordinare sette giorni di pensieri sparsi legati al mondo del ciclismo e non solo. Ultimo Km è la rubrica di Pietro Pisaneschi che riannoda i fatti del weekend e li intreccia con la mente fredda del lunedì mattina.
La stagione 2023 si è ormai messa in moto. Sono già tante le corse disputate al caldo tra Australia, Argentina, Africa e paesi arabi. Nel weekend si è però aperto anche il calendario europeo con le cinque corse spagnole che compongono il Challenge di Maiorca. In tre di queste, ai nastri di partenza si è rivisto anche Julian Alaphilippe. Il due volte campione del mondo ha chiuso al 9° posto il Trofeo Calvia, al 18° il Trofeo Andratx e al 43° il Trofeo Serra de Tramuntana. Tre piazzamenti tutt'altro che indimenticabili che non fanno altro che alimentare il dubbio che serpeggia ormai da qualche tempo: che Alaphilippe sia ormai entrato nella parte calante della carriera?
Sicuramente non sono sufficienti tre "corsette" spagnole per dirlo. Gli appuntamenti cerchiati di rosso da LuLu (prendo in prestito il soprannome dal collega Luca Gregorio) sono ben altri tra Strade Bianche, Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo e le altre classiche fino ad arrivare al Tour de France. Certo è che quella 2023 sarà una stagione cruciale per il francese, che ha ancora un anno di contratto con la Soudal-Quick Step e che, visti i risultati delle ultime stagioni, inizia ad andare sempre meno a genio a Patrick Lefevere, il vulcanico general manager della squadra.
L'ultima stoccata è arrivata la settimana scorsa, proprio alla vigilia del ritorno in strada di Alaphilippe a Palmanova in Spagna. "Alaphilippe dice che non abbiamo parlato di futuro? Io dico che lo abbiamo fatto" ha dichiarato Lefevere all'emittente belga Sporza "Ho detto a Julian che non ero per niente contento. Capisco le malattie e le cadute, ma non puoi continuare a nasconderti dietro queste cose. Ho detto solo la chiara verità. Tutti sanno che io non me la prendo con i corridori infortunati, ma se questi hanno attaccato un cartellino con un prezzo molto alto, allora qualcosa posso dire". Lefevere ha poi fatto il conto delle vittorie di Alaphilippe negli ultumi 3 anni: "Nel 2022 Alaphilippe ha vinto due gare, nel 2021 ne ha vinte quattro e nel 2020 tre. Non l’ho preso in squadra per questo".
Lefevere parla chiaro, a volte fin troppo, con il rischio a mio parere di andare oltre il semplice voler spronare un corridore che, è vero, nelle ultime stagioni ha vinto poco. Ho come la sensazione che nella maggior parte dei casi siano sparate fatte deliberatamente per mostrare "chi comanda". Le ritengo scarsamente utili, se non proprio controproducenti. Credo che un campione del calibro di Alaphilippe, con tutto quello che ha vinto in carriera, non si meriti di vivere costantemente sulla graticola ed essere ciclicamente punzecchiato dal grande capo per il fatto di guadagnare (molto) bene e vincere poco. Soprattutto dopo un'annata come quella 2022 nella quale la sfortuna si è accanita contro di lui.
Sempre a Sporza, Lefevere dice di non prendersela mai con i corridori infortunati. Alaphilippe ha impiegato gran parte della stagione scorsa a recuperare dal bruttissimo infortunio rimediato alla Liegi-Bastogne-Liegi quando si procurò la frattura di scapola, costole e problemi ai polmoni. Un recupero non andato nel migliore dei modi che impedì all'allora campione del mondo di partecipare al Tour de France. Tornato alla Vuelta, Alaphilippe cadde nuovamente nell'undicesima tappa riportando una lussazione alla spalla. Un 2022 da dimenticare ma che a Lefevere non è andato giù, soprattutto per il fatto che fosse il primo anno dopo il rinnovo del francese.
Anche sull'affermazione "non l'ho preso in squadra per questo" c'è poi da ridire. Detta così, sembra quasi che Alaphilippe sia stato raccolto da Lefevere ai margini di una strada e inserito nella Soudal-Quick Step per fargli un piacere quando invece, torna utile ricordarlo, il francese ha firmato il rinnovo da campione del mondo in carica. Perché è vero che LuLu vince poco però quando lo fa centra vittorie importanti. Nei nove successi raccolti negli ultimi tre anni ci sono due campionati del mondo e due tappe al Tour de France, ossia le due corse ciclistiche più importanti del mondo se non due degli eventi sportivi stagionali più seguiti a livello globale. Le vittorie non hanno tutte lo stesso peso specifico e questo Lefevere dovrebbe saperlo mentre a volte sembra dimenticarlo.
Sommando tutto questo, è facile percepire come il 2023 sarà un anno complicato per Julian Alaphilippe. Giunto ormai a 30 anni, il francese necessita di ritrovarsi. Deve farlo per se stesso prima ancora che per Lefevere il quale, c'è da scommetterci, continuerà con le sue sparate. Ormai fanno parte del personaggio. La sensazione è che quello tra i due sia un matrimonio nato male che continuerà a risultare infelice anche qualora arrivassero vittorie a pioggia. Nel ciclismo di oggi, pieno di campioni che gareggiano tutto l'anno (grazie al cielo!), la competizione è elevatissima. Bisogna presentarsi alle corse nelle condizioni ideali e sperare di avere lo spunto dei giorni migliori. Alaphilippe deve ritrovare entrambi e tornare ad alzare le braccia al cielo. Un corridore come lui sa come si fa, deve solo ricordarselo.
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