Silenzio, parla il fango: a Hoogerheide il mondiale di ciclocross più atteso di sempre
Sui giornali fiamminghi non si parla d'altro. Non è vero, ma è un buon incipit per illustrare l'attesa che nella regione settentrionale del Belgio si riversa sul mondiale di ciclocross. Che è oltrefrontiera, ma di pochissimo. Il tracciato di gara infatti è a cinque chilometri dal confine, e a venticinque da Anversa, città principale delle Fiandre. Ma soprattutto è a quindici chilometri da Kapellen e a una cinquantina scarsa da Herentals, che detti così non sono altro che due paesini del nord del Belgio ma che, per chiunque mastichi di ciclismo, sono soprattutto i luoghi da cui provengono i duellanti: Mathieu van der Poel e Wout van Aert.
Più un mondiale di casa per il primo, quindi, che benché sia nato e abbia sempre vissuto nelle Fiandre non ha mai rinunciato a portare i colori dei Paesi Bassi, ma si parla in ogni caso di un territorio in cui Wout van Aert non è certo estraneo, e lo dimostrerà il numero soverchiante di tifosi che lo accompagnerà. Più di casa per van der Poel anche per semplici ragioni familiari, perché Hoogerheide è il luogo di nascita del primo dei VDP, il papà Adrie, al quale la corsa locale è intitolata sin dal 2000, che da allora fa parte in prima persona dell'organizzazione.
Ci sono due corridori che se le danno sin dagli juniores, ma non si era mai arrivati a un mondiale con un intreccio così intenso, al termine di una stagione che, per la prima volta nella storia, sembra aver persino ribaltato i rapporti di forza tra i due. E tanto basta perché non si parli d'altro. La Gazet van Antwerpen già ieri aveva il mondiale in prima pagina, dedicandogli ben cinque pagine all'interno, proprio come Het Nieuwsblad. Het Laatste Nieuws ha cominciato la sua diretta online minuto per minuto quando ancora dovevano cominciare le ricognizioni del percorso.
Si potrebbe pensare che succeda così ogni anno, ma questa volta di più. Perché la sfida tra i due fenomeni ha un sapore da Mezzogiorno di fuoco, perché i due non sono mai arrivati a livelli così vicini tra i professionisti, perché intorno a loro ci sarà un pubblico esorbitante: quarantamila persone (sono 28mila i biglietti venduti con le sole prevendite) che vorranno riprendersi tutto quello che è mancato a Oostende 2021, quando la rassegna iridata fu disputata a porte chiuse.
I due si sono evitati la scora settimana, con van Aert che ha corso e vinto a Hamme, mentre van der Poel ha viaggiato sino a Besançon, in Francia, per vincere anch'egli l'ultima tappa di Coppa del Mondo (e l'ultima gara insieme al fratello David, non convocato per Hoogerheide, che si ritirerà a fine stagione). Ora la parola sta alla strada, o forse al fango, per quanto al momento sia la pioggia il grande assente. Mathieu van der Poel parte leggermente favorito in quasi tutti i pronostici, ma van Aert è vicino, quasi alla pari. Sarà molto aperta e coinvolgente la lotta per il podio, con Lars van der Haar che si è sempre trovato molto bene su questo tracciato e che ai mondiali raramente sbaglia un colpo. Eppure questa volta dovrà impegnarsi molto per respingere i due rivali belgi Laurens Sweeck e Eli Iserbyt, mentre Michael Vanthourenhout arriva dopo una lunga influenza che ne ha rovinato l'avvicinamento. Sarà interessante anche seguire le dinamiche in casa belga, con Sweeck che pare un corpo estraneo al gruppo, mentre tra gli altri compagni traspare una rara unità di intenti.
Eppure un mondiale non è solo una gara, è una rassegna, e a Hoogerheide si distribuirà la solita pioggia di medaglie. Si parte oggi alle 12:30, con la seconda edizione della staffetta mista, prova spettacolare ma che, proprio come al debutto 12 mesi fa, è destinata a svolgersi nel disinteresse di squadre e media. Al momento è ancora la gara dei comprimari, proprio come nel ciclismo su strada, ma non ci vorrà molto perché sia amata e combattuta, come capita nella mountain bike.
Domani si comincia con juniores femminile e U23 maschile (dove parte favorito un altro importante figlio d'arte come Thibau Nys) per raggiungere il culmine nel pomeriggio con la prova donne élite, una gara che segnerà definitivamente il cambio generazionale. Dopo una stagione dominata dalle giovanissime, ci si attende di nuovo grande spettacolo da parte di Puck Pieterse e Fem van Empel, il cui ritmo difficilmente sarà eguagliabile da rivali più esperte come Silvia Persico, Ceylin del Carmen Alvarado e Lucinda Brand. Mancherà invece Shirin van Aanroij, che ha preferito restare nella categoria U23 per un ultimo tentativo di acchiappare un'iride che ancora le manca. La sua esibizione, prevista domenica dopo la prova maschile juniores del mattino, sarà l'antipasto ideale per la sfida finale. Un mezzogiorno che arriverà alle tre del pomeriggio, e che sarà ben poco di fuoco dal punto di vista delle temperature, ma in quanto a calore promette di essere già il momento più bollente di tutto l'anno ciclistico.
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