Ultimo KM: l'Intermarché-Circus-Wanty è la squadra del momento
Un tratto di strada di mille metri tra una settimana e l’altra. Un passaggio sotto la flame rouge per riordinare sette giorni di pensieri sparsi legati al mondo del ciclismo e non solo. Ultimo Km è la rubrica di Pietro Pisaneschi che riannoda i fatti del weekend e li intreccia con la mente fredda del lunedì mattina.
Le corse d'inizio stagione hanno un fascino tutto particolare. Ci sono i climi caldi e i panorami esotici lontani dall'Europa, i deserti dell'Arabia Saudita (con transenne inutili e ingombranti, voto 2), gli scorci dell'Argentina, la natura australiana. E poi c'è il (caro) Vecchio Continente culla del ciclismo fin dagli albori. Qua il discorso è nettamente diverso.
La bellezza delle corse di gennaio e febbraio in Europa è rappresentata dalla luce invernale un po' smorta: sembra quasi che i corridori inseguano gli ultimi raggi utili per non arrivare al traguardo con il buio. E poi il clima, ancora piuttosto freddino, che rende ancora indispensabili le coperture invernali come gambali e manicotti. Le corse europee d'inizio stagione hanno lo stesso gusto del mare d'inverno: preannunciano la bella stagione con un pizzico di malinconia.
Probabilmente da dopo il lockdown, quando il bisogno di vincere per tenere in piedi tutto l'ambaradan è diventato più pressante, anche in queste corse la concorrenza è diventata spietata. Se prima venivano sfruttate dai corridori per entrare gradualmente in condizione, per scaldare la gamba, per trovare il feeling giusto con la squadra, adesso in qualsiasi corsa si va subito "a tutta". E se questo è il nuovo modus operandi, allora tra tutte le squadre che si stanno dando battaglia in questo avvio di stagione ce n'è una che sta stupendo più delle altre: la Intermarché-Circus-Wanty.
Ribadisco, siamo solo ad inizio stagione. Però è innegabile che la squadra belga del general manager Jean-François Bourlart stia stupendo tutti. Affacciatasi al circuito World Tour nel 2021, aveva chiuso la prima annata con un bottino di sole 9 vittorie tra cui però spiccavano una tappa al Giro d'Italia (la terza con arrivo a Canale e vittoria di Taco van der Hoorn) e una alla Vuelta (anche qua la terza frazione con vittoria di Rein Taaramae). Nel 2022 ecco l'esplosione con 24 successi e adesso è arrivato un inizio di 2023 fulminante fatto di 6 vittorie in appena un mese, l'ultima in ordine di tempo quella di Rui Costa alla Volta a la Comunitat Valenciana (quinta tappa e classifica generale in bacheca) domenica scorsa.
La Intermarché è la squadra del momento. Già l'anno scorso, Biniam Girmay aveva dimostrato di poter stare decisamente al banco dei migliori. L'eritreo è un (gran) corridore "da classiche" che riesce a tenere le ruote più veloci in volata (vedasi il successo alla Gent-Wevelgem lo scorso anno) ma anche a resistere sugli strappi mediamente duri (al Giro 2022 finì secondo in cima al Castello di Visegrad dietro Van der Poel prima di imporsi nella tappa di Jesi). Quest'anno ha già vinto alla Valenciana e si candida ad essere protagonista della primavera quando arriveranno le pietre, i muri e il vento del nord.
Se Girmay è il capofila della Intermarché, accanto a lui ci sono una serie di corridori che sembravano essersi smarriti e che invece nella squadra belga hanno o stanno ritrovando fiducia nei propri mezzi. L'anno scorso, Alexander Kristoff, adesso in forza alla Uno-X Pro Cycling Team, ha centrato 4 vittorie, il numero più alto dal 2019, mentre Louis Meintjes è tornato al successo dopo 7 anni di digiuno mettendosi in mostra anche al Tour de France risultando quotidianamente tra i protagonisti delle fughe nelle tappe di montagna (2° all'Alpe d'Huez dietro Thomas Pidcock e 7° in classifica generale). Jan Hirt invece ha fatto anche meglio. Dopo aver vinto la tappa del Giro d'Italia con arrivo all'Aprica, ha chiuso al 6° posto in generale e quest'anno è riuscito a strappare un contratto con la più quotata Soudal-Quick Step. Infine, in questo inizio di 2023 Kobe Goossens si è portato a casa due "trofei" su cinque al Challenge di Maiorca. Non aveva mai vinto prima, ha iniziato a farlo quest'anno dopo aver cambiato squadra. Casualità? Non credo proprio.
Per proseguire questo filone di rinascite, quest'anno sembra essere la volta di Rui Costa. Il campione del mondo a Firenze nel 2013 ha già vinto due corse più la classifica generale della Valenciana. Prima di questo inizio di 2023, l'ultimo successo risaliva a 3 anni fa ed era stato il campionato nazionale portoghese. "Ho trovato una nuova vita con Intermarché-Circus-Wanty" ha dichiarato nel weekend dopo il successo in Spagna. Non può essere un caso che ogni corridore ritrovi il feeling con la vittoria una volta approdato nella squadra belga, così come non lo è il modo in cui vincono.
Prendiamo proprio l'esempio di Rui Costa. All'ultima tappa della Valenciana sembrava proprio di rivedere il campione del mondo a Firenze, quando sorprese tutti vincendo davanti a Purito Rodriguez e Alejandro Valverde che bisticciavano da compagni di squadra. In quel caso, a godere tra i due litiganti fu proprio il terzo in maglia portoghese. A Valencia è stato più o meno lo stesso. Sornione lì in mezzo al gruppo, forse pure snobbato dai due Ineos e Giulio Ciccone (peccato, un'altra occasione gettata alle ortiche), e poi pronto a piazzare la stilettata decisiva.
Oltre al colpo giusto di pedale, Rui Costa sembra aver ritrovato quel fiuto per capire l'attimo giusto. E questo è un altro punto su cui riflettere. Gli Intermarché si muovono bene, indovinando i tempi, le tappe, le fughe, i momenti. In un ciclismo dominato dalle radioline con le indicazioni dei direttori sportivi, significa che, oltre ad avere qualità, questi corridori ricevono anche le giuste indicazioni. Bravi tutti.
(photo credits: profilo twitter Itermarché-Circus-Wanty)