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p.pisaneschi

Ultimo KM: Italia, è un grande avvio di stagione a ogni latitudine

Nel weekend appena trascorso, l'Italia del pedale ha vinto ovunque. Su strada e in pista, con gli uomini e con le donne. Un fine settimana da incorniciare per il ciclismo azzurro che batte più di un colpo ricordando a tutti di essere vivo e vegeto. Vittorie a sorpresa, piacevoli scoperte, certezze che si riconfermano e nuovi protagonisti che si affacciano alla ribalta. C'è tutto questo nell'avvio di stagione di italiani e italiane in giro per il mondo.

L'immagine più bella arriva sicuramente dagli Emirati Arabi Uniti. In cima alla salita di Jabel Hafeet, nella tappa più dura del nuovissimo UAE Tour femminile, Elisa Longo Borghini e Gaia Realini arrivano in parata, tenendosi per mano, dopo aver frantumato tutto il gruppo durante l'ascesa. È trionfo, è grande Italia. La giornata da cartolina si conclude con il 3° posto di Silvia Persico. Questo è anche il podio per la classifica generale. Longo Borghini diventa la prima donna a trionfare in una corsa World Tour nel medio oriente. Soddisfatta, annuncia anche l'imminente matrimonio con il suo compagno Jacopo Mosca, anche lui corridore nella Trek-Segafredo.

La bella scoperta (almeno per il sottoscritto) è Gaia Realini, minuta e agguerrita scalatrice ventunenne al primo anno con la Trek. Durante l'ascesa verso Jabel Hafeet, sembrava dover domare una bicicletta molto più grande di lei ma in piedi sui pedali, la pescarese ha impresso un'andatura debordante sapientemente guidata da Paolo Slongo in ammiraglia. Mentre pedalava verso l'arrivo, scortando Longo Borghini da fida gregaria, con passo armonioso, parlava con il direttore sportivo e rideva, gustandosi appieno il momento. Se queste sono le premesse, ci sarà da divertirsi durante la stagione.

Il podio tutto italiano all'UAE Tour femminile: Longo Borghini, Realini e Persino (Credits: Sprint Cycling Agency)

Un altro colpo di scena azzurro arriva dalla Spagna dove domenica è andata in scena la Clasica de Almeria. A spuntarla in volata, in mezzo ai vari Gaviria, Kristoff, Nizzolo, Meeus e De Lie è Matteo Moschetti. Il corridore della nuova Q36.5 Pro Cycling Team è sbucato dal nulla, come il mastino dei Baskerville, e ha azzannato il traguardo. Si tratta della prima vittoria per il nuovo team professional che batte bandiera svizzera ma ha un po' d'Italia nelle vene visto che, come consulente e ambassador, ha Vincenzo Nibali. Il trionfo di Moschetti ad Almeria porta a 6 le vittorie italiane su strada in questo 2023, con 6 corridori diversi. Non è una cosa da poco.

E se "la strada è la vita" come scriveva Jack Kerouac, la pista ne è la ovvia succursale. L'Italia esce dagli Europei di Grenchen con un bottino di 7 medaglie: 3 ori, 3 argenti e 1 bronzo. Detta legge il quartetto dell'inseguimento che si prende la rivincita sulla Gran Bretagna dopo l'ultimo mondiale. Ganna, Lamon, Milan e Moro stabiliscono anche il nuovo record della pista mentre Simone Consonni (prossimo ospite del format di BIKE Channel "Scatto e Controscatto") fa suo anche l'oro nella corsa a punti oltre agli argenti nell'americana e nell'Omnium. Una mezza delusione arriva da Elia Viviani, che chiude 5° nell'elimination. Le aspettative quando scende in pista il campione del mondo sono sempre alte.

A riprova di una certa circolarità di questo avvio di stagione azzurro c'è il fatto che sia Consonni che Milan, hanno trionfato sia in pista che su strada. Soprattutto il corridore della Cofidis ha centrato due successi individuali. Oltre all'oro nella corsa a punti, il bergamasco ha vinto l'ultima tappa del Saudi Tour corsa a tappe nella quale una frazione è stata anche appannaggio di Jonathan Milan.

Simone Consonni e Michele Scartezzini, argento agli Europei di Grenchen nell'Americana (credits: FCI)

Tra le scoperte di Grenchen c'è Mattia Predomo. Al primo anno da élite, il classe 2004 di Bolzano ha stupito tutti qualificandosi per la finale del keirin e chiudendo al 4° posto. Tutti o quasi visto che non più tardi di 8 mesi fa, ai mondiali juniores di Tel Aviv, conquistava due ori, uno nel kerin e l'altro nell' sprint. Predomo è la vera speranza azzurra per quanto riguarda la velocità. Per questo concordo con il grido d'allarme lanciato dal ct Marco Villa e ripreso da tuttobiciweb in un articolo a firma Paolo Broggi.

In Italia servono gare internazionali per far competere i nostri talenti e far loro assaggiare subito certi palcoscenici. Abbiamo il velodromo di Montichiari, Villa auspica (o per meglio dire, implora) di poterlo utilizzare per "farci qualcosa". Ricordo anche che c'era l'idea di costruire un velodromo a Spresiano. Ho dato un'occhiata su internet, i lavori sono fermi da tre anni ma secondo La Tribuna di Treviso un nuovo bando sarà aperto a breve. Abbiamo i talenti, le medaglie, il record dell'ora, rinverdiamo una tradizione di pistard che appartiene alla nostra cultura sportiva. Ci mancano le gare, il solito soldino per fare la benedetta lira.