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Federico Guido

Pogačar come i grandissimi: i numeri e la precocità del campione sloveno

Con una facilità e una classe proprie solo dei fuoriclasse, Tadej Pogačar ha cominciato il 2023 riprendendo da dove aveva lasciato lo scorso anno, ovvero tagliando il traguardo a braccia alzate. Concluso infatti il 2022 su note altissime con i successi alla Tre Valli Varesine e al Lombardia, il campioncino sloveno dell’Uae Team Emirates senza troppi indugi ha riannodato immediatamente il filo con la vittoria ottenendo quattro affermazioni (più due classifiche) nei primi sei giorni di corsa della sua stagione.

Tale avvio, una vera e propria partenza col botto, gli ha consentito di valicare quota 50 vittorie da professionista in carriera diventando il terzo corridore più giovane di sempre, a 24 anni, 4 mesi e 27 giorni, a raggiungere una simile cifra dietro solo a Eddy Merckx (23 anni 4 mesi) e Freddy Maertens (23 anni e 7 mesi), due che, qualche decade fa, hanno scritto più di un (grandioso) capitolo della storia del pedale.

L’accostamento a queste figure, già di per sé, rende bene l’idea del valore delle imprese realizzate finora dal nativo di Komenda ma, nell’ottica di contestualizzare con più precisione la portata dei suoi exploit, non è l’unico dato di rilievo da tenere in considerazione.

Come evidenziato da L’Equipe, è altrettanto rimarchevole sottolineare come, quando si parla del classe 1998, il 66% delle corse da lui conquistate appartengano alla categoria World Tour e come, ancor più rilevante, egli abbia concluso al primo posto il 22% delle gare a cui ha preso parte finora (solo Mathieu van der Poel col 23% vanta una percentuale migliore).

La grandezza di Pogačar risiede però anche nell’invidiabile completezza che lo contraddistingue, una dote questa evidenziata dalle differenti modalità con cui ha conseguito i suoi 51 successi da professionista dal 2019 a oggi: a parte le undici affermazioni in gare a tappe infatti, lo sloveno ha collezionato undici vittorie prevalendo in duelli testa a testa, dodici in solitaria, otto regolando gruppi composti da un massimo di cinque unità, tre imponendosi su plotoni superiori ai cinque elementi e, infine, quattro sbaragliando la concorrenza in prove contro il tempo.

Pogačar dunque, in sostanza, come i più grandi interpreti del passato, tra spunto veloce, resistenza, freddezza e accelerazione in salita dispone di un incredibile numero di frecce al proprio arco, armi queste che, in poco più di quattro stagioni tra i grandi del pedale, gli hanno consentito di imporsi praticamente dovunque dato che, nella sua bacheca, ad oggi si possono annoverare tre monumento, sei classiche minori, trenta traguardi parziali in gare a tappe e undici affermazioni conclusive in corse di più giorni.

Per gli avversari, quindi, la presenza di Pogačar al via di una corsa significa indiscutibilmente, al giorno d’oggi, avere meno chance di conquistare il bottino pieno, ricompensa questa che poi, anche quando gli sfugge dalle mani, lo sloveno va comunque sempre vicino a far sua. A dimostrazione di ciò si possono citare le inequivocabili statistiche inerenti i piazzamenti ottenuti dal portacolori della formazione di Mauro Gianetti il quale, considerando le ultime cinque stagioni, ha visto il proprio pupillo totalizzare 69 Top 3 (11 nel 2019, 16 nel 2020, 22 nel 2021, 25 nel 2022 e 5 nel 2023) e ben 138 Top Ten (33 nel 2019, 24 nel 2020, 40 nel 2021, 36 nel 2022 e 5 quest’anno).

Quest’incredibile costanza di rendimento ha permesso a Pogačar, a soli 24 anni, di confezionare numeri che non si vedevano da tempo e avvicinare in maniera concreta primati di precocità e un discreto quantitativo di altri record che, di fronte alla “fame” di un tale asso delle due ruote, potrebbero presto essere seriamente ritoccati.

Tadej Pogacar sul palco del festival 'Monaco BeKing 2021' (Getty Images)