A proposito di Boonen, Museeuw e la sfida di Van Aert per una seconda Monumento
Aperta dalla Omloop Het Nieuwsblad, la stagione delle grandi classiche ha ufficialmente preso il via e, a breve, dopo la Strade Bianche, porterà i più forti esponenti contemporanei del pedale a misurarsi con la prima Monumento dell’anno: la Milano-Sanremo.
La Classicissima, vinta nel 2022 da Matej Mohoric grazie a una memorabile azione nella discesa del Poggio, metterà come sempre in palio il primo traguardo di prestigio per quanto riguarda le gare di un giorno e, c’è da attendersi, porterà a scontrarsi alcuni dei più rinomati corridori del lotto. Fra questi, sarà verosimilmente della partita anche uno che la Sanremo, pur in un’anomala versione agostana - causa calendari stravolti dalla pandemia covid -, l’ha già vinta: è Wout van Aert, uomo attorno al quale nelle ultime settimane si è concentrata l’attenzione di diversi addetti ai lavori e non solo.
Alcuni autorevoli ex del recente passato, infatti, hanno rimarcato la mancanza di cinismo e concretezza nelle classiche Monumento da parte del campione belga esortandolo quindi, in un certo qual modo, a tirar fuori il meglio di sé negli appuntamenti più sentiti e più nobili del calendario.
“Compirà 29 anni quest'anno, è arrivato il momento che vinca qualche grande classica soprattutto dopo l'inverno che ha passato", ha sentenziato uno come Tom Boonen, che di vittorie pesanti se ne intende. "Il livello che ha raggiunto non si è mai visto", ha dichiarato a Het Nieuwsblad. "Per dirla senza mezzi termini: può vincere venti gare di ciclocross, ma questo non interessa a nessuno. Deve vincere le classiche. Io stesso ho odiato quando la mia stagione si è ridotta a questo, ma lui è così forte che al momento solo le classiche aggiungono davvero qualcosa a quello che è. Puoi vincere quindici gare in un anno, ma se non c'è una classica non basta”.
“Naturalmente non possiamo ignorare che sia un fenomeno in grado di vincere cronometro e sprint al Tour, ma siamo onesti, in termini di classiche Monumento conquistate, ha vinto solo la Milano-Sanremo", ha rincarato la dose Johan Museeuw. "Stop. "Non è una critica a Wout, ma ogni anno che passa è un’occasione che se ne va. È ammirevole quello che dimostra, ma è ora che vinca il Giro delle Fiandre, quest'anno o entro 2-3”.
In questo senso, i numeri sono piuttosto esemplificativi: a 28 anni van Aert, con l’affermazione nella singolare edizione della Milano-Sanremo 2020, vanta nelle classiche Monumento 5 podi in 13 partecipazioni complessive (percentuale di vittoria del 7.6%), cifre inferiori sia al suo storico rivale Van der Poel (5 podi in 11 presenze con 2 vittorie, 18.1%) sia a Tadej Pogacar (4 podi in 8 presenze con 3 vittorie, 37.5%), uomini contro i quali, da qui a fine stagione, certamente il fuoriclasse di Herentals si troverà a battagliare e a incrociare le ruote per provare a impreziosire ulteriormente il proprio palmares.
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