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Stefano Scacchi

La salita meglio “vestita” d’Italia è il Selvino

La salita meglio “vestita” d’Italia. È quella che porta da Nembro ai 962 metri di Selvino, all’inizio della Val Seriana: 636 metri di dislivello in 11 chilometri. È l’ascesa più conosciuta e frequentata della provincia di Bergamo, una delle terre a più alta densità ciclistica del nostro Paese. Dal 2017 questa salita ha una caratteristica che la rende ancora più riconoscibile: ognuno dei suoi 19 tornanti ha un cartello dedicato a un ciclista professionistico bergamasco, con l’indicazione dell’altitudine e della distanza percorsa dall’inizio. È il frutto di un’iniziativa dei soci del Velo Club Selvino, voluta per imitare la mitica Alpe d’Huez dove ogni tornante porta il nome di un vincitore della tappa regina del Tour de France.

In Francia esiste una cultura molto più aperta alla “vestizione” delle salite, un modo di accompagnare la fatica del ciclista che scala, dandogli la sensazione di essere guidato verso la cima. In Italia, invece, uno dei pochi casi è proprio quello della Nembro-Selvino. "Abbiamo chiesto il permesso all’amministrazione provinciale, ci siamo dovuti adeguare alle loro richieste di colori e grafica, poi abbiamo fatto tutto noi: comprato e installato i cartelli. La cosa più difficile è stato scegliere i nomi perché sono stati ben 120 i ciclisti professionisti nella bergamasca", racconta Marco Ghilardi, presidente del Velo Club Selvino. I prescelti, in ordine di partenza da Nembro, sono Diego Magoni (unico professionista di Selvino), Oliviero Morotti, Ennio Vanotti, Paolo Lanfranchi, Attilio Rota, Giovanni Fidanza, Marco Pinotti, Mirco Gualdi, Wladimir Belli, Valerio Tebaldi, Claudio Corti, Flavio Giupponi, Giuseppe Guerini, Gaetano e Gianbattista Baronchelli, Pietro e Vittorio Algeri, Antonio e Guglielmo Pesenti, Paolo Savoldelli, Ivan Gotti e Felice Gimondi al tornante numero 1, l’ultimo prima dell’arrivo.

Selvino cartello Gimondi

Dal 16 agosto 2019, la data in cui Gimondi se ne è andato, è ancora più toccante transitare davanti a quel cartello nel ricordo del grandissimo campione bergamasco. Il Velo Club Selvino vorrebbe anche realizzare una statua in memoria di Gimondi da collocare all’ingresso di Selvino, non lontano dalla fontanella dove i cicloamatori bevono terminata l’ascesa. La speranza è quella di riuscire a farcela prima della 15a tappa del prossimo Giro d’Italia che passerà da questa salita il 21 maggio.

Due giorni prima è in programma una celebrazione goliardica: il Velo Club Selvino celebrerà con una salita collettiva l’impresa di uno dei suoi soci che quel venerdì pomeriggio scalerà la Nembro-Selvino per la millesima volta. Un altro momento divertente è quando Belli, commentatore tv per Eurosport, sottolinea il passaggio davanti al “suo” tornante durante la telecronaca del Giro di Lombardia. Salire nelle domeniche d’estate è un divertimento assoluto, quasi una grande scampagnata di gruppo.

"È la salita ideale, non è né troppo facile né troppo difficile. Perfetta per gli allenamenti perché consente di fare ripetute, lavorare sulla forza e sugli scatti", spiega Ghilardi. E da sei anni è dotata di uno sfondo che aiuta a superare i 600 metri di dislivello distraendosi dai muscoli affaticati, grazie a quei cartelli dedicati a campioni che aiutano un po’ a sentirsi campioni.

(Foto: Shutterstock)