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Così il Tour de France omaggia l'Italia

Articolo tratto da BIKE Volume 13, edizione Summer luglio-settembre 2023

Un omaggio all’Italia, alla sua cultura, ai suoi campioni e luoghi. La sintesi migliore è quella di Christian Prudhomme nel giorno della presentazione della Grand Départ, la Grande Partenza da Firenze e dall’Emilia-Romagna 2024: “Il Tour de France in 120 anni non era mai partito dall’Italia ed era una specie di anomalia, di incongruenza”, ha detto il direttore della corsa a tappe più prestigiosa al mondo.

E così la Grande Boucle 2024 ha rimediato con le prime tre tappe interamente in Italia, un omaggio al nostro Paese, ai ciclisti che hanno vinto la maglia gialla, alla storia d’Italia e, perché no, alla cultura enogastronomica con cui competiamo, con i francesi, da sempre. Persino il prestigioso New York Times, nel 2018, ha inserito proprio l’Emilia- Romagna nelle “destinazioni imperdibili del food mondiale”.

Firenze
Partirà da Firenze la prossima edizione della Grande Boucle (Shutterstock)

Il Tour ‘italiano’
Tornando alla corsa, si parte il 29 giugno da Firenze, in piazza Michelangelo, culla del Rinascimento, che portò tra il 15esimo e il 16esimo secolo a maturare un nuovo modo di concepire il mondo e se stessi, per arrivare fino alla prima capitale d’Italia, Torino. In mezzo Piacenza, attraverso l’antico percorso consolare, con la via Emilia, una delle principali costruzioni dell’epoca romana tanto da essere ancora oggi, oltre duemila anni dopo, una delle arterie principali d’Italia.

In 600 chilometri è stato racchiuso tutto, o quasi: la prima tappa (205 chilometri) si chiuderà a Rimini, omaggio a uno dei maggiori registi della storia del cinema, Federico Fellini e la sua Dolce vita. Il 30 giugno, invece, partenza da Cesenatico in direzione Bologna, per ammirare le meraviglie della via Emilia, fino al portico più lungo e bello del mondo, quello del capoluogo emiliano, che è anche patrimonio mondiale dell’Unesco con i suoi 40 chilometri in città (62 se consideriamo quelli fuoriporta); passando per Ravenna, un omaggio al padre della lingua italiana che qui è sepolto da esule: Dante Alighieri. Con la Divina Commedia indicò la via, staccarsi dal latino appannaggio solo dei dotti e gettare le solide basi di una lingua italiana capace di rivolgersi a tutti.

Da Piacenza parte la terza tappa "italiana" del Tour 2024, con arrivo a Torino (Shutterstock)

Poi l’Appennino, con il Grande Fiume, il Po, e i suoi “figli” Giovannino Guareschi e Gianni Brera, e via verso Piacenza, la Primogenita d’Italia che nel 1848 fu la prima città con plebiscito unanime a chiedere l’annessione al Piemonte, dove appunto arriva la terza e ultima tappa italiana: Torino, la prima capitale. Attraverso le Langhe, il Monferrato, Alba con il suo tartufo patrimonio mondiale del gusto, i vini (Barolo, Barbera, Barbaresco e Nebbiolo): non potevano i francesi non salutarli, sfidandoci su questo terreno, anzi terroir, da secoli. Proprio no. E infine il ritorno verso la Francia, ripartendo il 2 luglio da Pinerolo. L’arrivo a Nizza sarà una novità per la 111esima edizione del Tour, ma Parigi sarà blindata per le Olimpiadi.

Marco Pantani al Tour, vinto, nel 1998
Marco Pantani al Tour, vinto, nel 1998 (Getty Images)

Terra di campioni
Non solo storia e cultura, ma anche fatica e sudore, racconti di quando il motore era un lusso. Il Tour de France omaggerà tutti i campioni italiani che hanno conquistato la maglia gialla, a partire proprio dalla data: nel 2024 cadrà il centenario del primo successo di Ottavio Bottecchia (vinse nel 1924 e nel 1925). La partenza da Firenze è un saluto all’eroico Gino Bartali (1938 e 1948) e indirettamente al siciliano Vincenzo Nibali (2014) che è stato adottato dalla Toscana; il passaggio sulla salita di Tortona rappresenta invece tutto per “l’uomo solo al comando”, Fausto Coppi (1949 e 1952). Si passerà nella prima tappa anche sul Mugello, per un saluto a Gastone Nencini (1960) e poi nella Cesenatico di Marco Pantani (1998), che i francesi tanto hanno amato e tanto ci hanno invidiato: come dimenticare il loro neologismo Pantastique coniato in un caldo pomeriggio di luglio sul leggendario Galibier. Chi manca? Felice Gimondi (1965), che era di Bergamo, ma, anche se il percorso non passa in Lombardia, già si è saputo che non mancherà un omaggio al breriano Nuvola Rossa.

Protocollo Tour Grand Départ
La firma del protocollo d'intesa per la Grand Départ dall'Italia

Qualche numero
Secondo uno studio commissionato dalla Regione, per le prime tre tappe del Tour si possono prevedere circa 1,8 milioni di spettatori presenti in Italia, di cui oltre 730mila in Emilia-Romagna. E circa 130mila presenze negli alberghi, la metà sempre in Emilia-Romagna. Importanti le ricadute economiche, con un indotto diretto di 59 milioni di euro, di cui 29 milioni in Emilia, più l’indotto e i benefici indiretti a livello nazionale per ulteriori 47 milioni, con altri 13 milioni sulle aziende della filiera del ciclismo.