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Redazione

Pogacar fa sentire italiano anche il Galibier

Da Cesenatico al Galibier. Idealmente il momento più alto del Grand Depart italiano del Tour de France é andato in scena sulla salita del mitico passo alpino, nella prima tappa che ha lasciato i nostri confini dopo la partenza da Pinerolo. La fusione perfetta è avvenuta su quelle rampe, che portavano ai 2.642 metri del valico dal versante di Briancon, perché li Tadej Pogacar ha fatto venire in mente a ogni appassionato il ricordo dell’impresa di Marco Pantani.

La memoria dell’inimitabile e amatissimo fuoriclasse romagnolo era stata onorata appena 48 ore prima dalla partenza della seconda tappa del tour dalla sua Cesenatico, col passaggio del gruppo davanti alle due biglie con le foto di Pantani in bicicletta nella piazza davanti al Grand Hotel dopo il rettilineo di Viale Carducci. Pogacar ha spolverato nuovamente i ricordi partendo sul Galibier e andando a prendersi la maglia gialla come Pantani nel 1998 in quel 27 di luglio ancora adesso scolpito nei cuori di ogni innamorato del ciclismo: 15a tappa, immagini di un uomo in fuga che a fatica riusciva a essere visto tra la pioggia in un grigio plumbeo.

Imprese non paragonabili perché Pantani partì in mezzo alla bufera in una giornata da leggenda di questo sport, la cui epica è spesso legata alle condizioni proibitive in cui viene praticato. Marco staccò Jan Ullrich in modo irrimediabile e sancì di fatto in quella tappa il suo trionfo al Tour impreziosito dalla doppietta col Giro. L’obiettivo storico che si è dato Pogacar per aggiornare l’elenco delle doppiette giallo-rosa fermo a 26 anni fa. Nessuno ci è mai più riuscito dopo Pantani. Lo sloveno ha messo il primo mattone significativo proprio sul Galibier. Ultimo vero capitolo del Grand Depart italiano anche se il confine era già alle spalle. Ma solo quello geografico.

(Foto credit: A.S.O./Charly Lopez)