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Francesca Cazzaniga

L'Italia è rosa con Longo Borghini

Elisa Longo Borghini ha messo il sigillo sul Giro d’Italia Women, riportando in Italia un successo che mancava da ben sedici anni quando a vincere fu Fabiana Luperini. Longo Borghini conquista il suo primo Giro a 32 anni, dopo il secondo posto nel 2017 e il terzo nel 2020. Lei che il Giro l’ha sempre voluto, desiderato e rincorso.

Un trionfo meritatissimo, che si aggiunge alla lunga lista di successi tra cui spiccano, tra gli altri, due Fiandre, una Roubaix, una Strade Bianche e due Trofeo Binda. La portacolori della Lidl-Trek (dalla prossima stagione quasi sicuramente difenderà i colori della UAE ADQ) è la leader indiscussa del nostro movimento: al Giro d’Italia Women ha tenuto sempre la Maglia Rosa, dal primo giorno della cronometro di Brescia fino a L’Aquila, teatro del grande finale di questa manifestazione organizzata per la prima volta da RCS Sport.

È stato una delle edizioni del Giro femminile più combattute, se non la più combattuta di sempre: “Vincere il Giro è un sogno che diventa realtà, era uno dei grandi obiettivi di quest’anno e ho lavorato duramente per arrivare qui nella miglior condizione possibile. Ho potuto contare su una squadra perfetta: il Giro lo abbiamo vinto tutte noi, le mie compagne e tutta la mia squadra”. Lo sguardo consapevole e le sue prime parole hanno riassunto tutto quello che c’è dietro a questo successo: i numerosi tentativi, gli infortuni e la voglia di conquistare questa corsa, una delle più prestigiose nel panorama ciclistico internazionale femminile: “Ora la Maglia Rosa è mia”. 

Elisa ha vinto questo Giro a modo suo, da tenace, tosta, dura. Lo ha fatto in un ciclismo femminile sempre più in crescita con atlete forti provenienti da tutto il mondo. Longo Borghini in tutti questi anni è andata in giro per il mondo a tenere alta la nostra bandiera e lo ha fatto nel modo più dolce e romantico che ci possa essere, fino a riuscire a riportare la maglia rosa a casa. Un finale tutt’altro che scontato, con la Campionessa del Mondo Lotte Kopecky che alla vigilia dell’ultima tappa aveva solo 1’’ di ritardo nei confronti di Longo Borghini: “Mi piace il brivido, mi piace l’adrenalina. Amo la lotta e combattere fino all’ultimo”. 

Subito dopo l’arrivo a l’Aquila c’è stato l’abbraccio con suo marito e suo compagno di squadra in Lidl-Trek: Jacopo Mosca, partito alle 2.30, nel bel mezzo della notte, per sostenere la sua Elisa in uno dei giorni che sarebbe diventato uno dei più belli della carriera. Poi il toccante abbraccio di Elisa con sua mamma, commossa per il successo della figlia. I ringraziamenti a tutte le persone che sono da sempre al fianco di Elisa, con un pensiero speciale rivolto a papà Ferdinando, che l’ha messa in bici per la prima volta: “Mio padre ed io non esterniamo troppo i nostri sentimenti, fa parte del nostro essere montagnini. Lui non viene spesso alle corse perché è impegnato a casa con mucche e fieno, ma non perde mai un secondo delle mie gare. E’ stato mio padre a mettermi in bici. Quando ero piccola mi diceva spesso: 'Vedrai Elisa, tu diventerai forte e vincerai tante corse'. Io lo guardavo negli occhi e mi chiedevo cosa stesse dicendo”. 

“A mio padre, a mia madre e mio fratello Paolo vorrei dire un grande grazie. Loro mi hanno sempre incitata e spinta a fare ciclismo, credo che siano questi i regali della vita. Auguro a tutte le ragazze che sognano di andare in bici di avere un padre e una famiglia come ho avuto io”, dice la piemontese con la voce rotta dall’emozione. Adesso, come lei stesso aveva dichiarato al via ai microfoni di BIKE Channel, un po’ di riposo a casa insieme a suo marito e poi testa bassa e ultime rifiniture in vista di un altro grande appuntamento: tra una ventina di giorni - il 4 agosto - Elisa sarà la capitana azzurra nella prova in linea ai Giochi Olimpici di Parigi (dopo i bronzi conquistati a Rio nel 2016 e Tokyo nel 2021). 

(Photo credits: La Presse)