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Francesca Cazzaniga

Hushovd: "Mi manca la tattica"

Thor Hushovd è il ciclista scandinavo più vincente di sempre. Il campione norvegese, nato il 18 gennaio 1978 a Grimstad nella parte meridionale del Paese, ha conquistato il Mondiale del 2010 a Geelong (Australia). È stato il più importante dei suoi 74 successi che comprendono anche 10 tappe al Tour, tre maglie verdi della classifica a punti e dieci giorni in maglia gialla. Poi tre frazioni alla Vuelta e una al Giro. Più una Gand Wevelgem e sei Campionati Nazionali. Ora Hushovd è ambasciatore dell’Arctic Race of Norway e team manager della squadra norvegese Uno-X Mobility. Si racconta in questa intervista a Bikechannel.it.

In cosa pensa che possa ancora migliorare l’Arctic Race of Norway?

«Ci piacerebbe coinvolgere sempre più grandi squadre, con i loro migliori corridori e magari portare la corsa all’interno del circuito World Tour».

Quali sono le differenze tra il suo ciclismo e quello attuale?

«È cambiato il modo di correre, oggi si va forte sin dai primi chilometri di corsa. Quando correvo io, era totalmente diverso. Oggi i corridori cercano di rendere la corsa difficile sin dall’inizio, lasciando meno spazio alle tattiche di corsa. Il livello si è alzato moltissimo, così come la velocità grazie anche allo sviluppo dei materiali. Oggi in gruppo c’è anche meno rispetto per gli avversari e spesso i corridori prendono dei rischi, mettendo talvolta in difficoltà il gruppo senza una reale ragione, rendendolo più nervoso».

Qual è l’aspetto più bello del ciclismo

«La tattica. Ogni volta, in ogni corsa, tutti i team hanno le loro tattiche di gara. Ogni team e ogni corridore possono avere delle idee differenti. È una scoperta nuova ogni giorno, non si smette mai di imparare».

Qual è il potenziale della Uno-X Mobility?

«La squadra ha un’ottima organizzazione e validi atleti sia in ambito maschile che femminile. Questo ci rende più forti, professionali, ci permette di crescere sempre di più. Questa squadra è importante per tutta la Norvegia, soprattutto in ottica scouting di giovani talenti per rendere realtà il sogno di ogni bambino che vuole cominciare ad andare in bici».

Qual è il bilancio finora?

«Sono orgoglioso di tutta la squadra, dai corridori allo staff. Tutti stanno lavorando nel miglior modo possibile. Quando si vince una corsa, come successo con Magnus Cort all'Arctic Race of Norway, non significa che abbiamo raggiunto l’obiettivo. Bisogna pensare a vincere la prossima, è una continua crescita, la vittoria non è mai un punto d’arrivo».

Quali sono le ambizioni di Thor Hushovd?

«Creare una buona organizzazione intorno al team, con la speranza che sempre più corridori possano sognare di venire a correre alla Uno-X. Un’altra mia ambizione è quella di sviluppare lo sport in Scandinavia per avvicinare i più piccoli al mondo del ciclismo maschile e femminile. Diventare una squadra World Tour è un nostro sogno. Le licenze per il prossimo triennio partiranno dal 2026, quindi abbiamo ancora un po’ di tempo per continuare a crescere. Crediamo che possa diventare possibile».

Da bambino ha praticato anche lo sci di fondo, poi ha scelto il ciclismo.

«Entrambi gli sport richiedono un grande impegno. Sono due sport molto faticosi. Lo sci di fondo per i ciclisti è un ottimo allenamento per creare resistenza, soprattutto durante il periodo off season».

(In alto Thor Hushovd insieme a Chris Froome, photo credits: ARN/Aurélien Vialatte)