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Gli architetti delle vie dei biker

Per salire e scendere dalle montagne con le Mountain Bike servono sentieri. Proprio come nei secoli questi sono stati creati per le passeggiate, oggi i percorsi esclusivi per le due ruote vanno pensati, realizzati e conservati assecondando la natura e seguendo regole che facilitino la loro manutenzione.

In principio i percorsi erano adattamenti di tracce esistenti, oggi invece quelli a uso esclusivo diventano necessari per facilitare la convivenza di biker e hiker (gli escursionisti), figure accomunate dall’amore per la montagna. Dietro a ogni rete sentieristica che si rispetti c’è un grande lavoro, dall’analisi del territorio alla costruzione vera e propria, spesso e volentieri partendo da quella che è, a tutti gli effetti, una tabula rasa. Un grande lavoro che viene svolto da quelli che ormai sono riconosciuti come veri specialisti del settore, i Trail Builder. La parola a Markus e Michaelangel del Bike Park Plan de Corones.

Quando hai iniziato a lavorare sui sentieri?

Michaelangel: Nel 2014, quando è stato inaugurato il Furcia Trail.

Markus: Io lavoro dal 2010, ho sempre lavorato anche nel bosco per il taglio legna. Ma si può dire che sono 14 anni che lavoro sui Trail da mountain bike.

Ti occupi di un sentiero particolare?

MA: Dal 2014 mi dedico ai sentieri che scendono sul lato di San Vigilio di Marebbe, quindi Furcia, Crazy Bunny Line, CC Top Line, e Piz de Plaies.

MI: Mi occupo in generale della parte nord di Kronplatz, del sentiero Herrnsteig con tutte le sue varianti (Franz, Hans, Christian, Andreas, Alex, Uschi, Korer, Richard-Anton, ecc). Comunque tutto quello che scende dal versante nord e che fa parte del Trail Herrnsteig.

Qual è la sfida più grande nel lavorare sui sentieri?

MA: La sfida più grande è quella di collaborare con la natura, trovare una via, perché possiamo costruire quello che vogliamo, ma se non va bene alla natura, alla fine non dura tanto.

MI: Per me la sfida più grande nel lavorare sui sentieri è di fare un bel lavoro già dall’inizio, soprattutto per quello che riguarda la gestione dell’acqua. I sentieri devono resistere a tanta pioggia. Quando piove forte, il sentiero deve resistere. Se accade questo, significa che è costruito bene. La seconda parte, logicamente deve essere divertente andare in bici sul sentiero, per avere un certo Flow. È anche importante non avere troppa erosione. L’obiettivo è quello di costruire un sentiero che rimane più tempo possibile in buone condizioni anche quando ci gira tanta gente.

Qual è invece la soddisfazione più grande?

MA: La soddisfazione più grande è quando costruisci un pezzo di trail, o e poi lo rifai in bici.

MI: Per me la soddisfazione più grande è quando vedo persone che tornano di nuovo a girare da noi, così so che abbiamo lavorato bene e che abbiamo fatto i sentieri nel modo giusto. E poi anche quando la gente si ferma sui Trail e ci racconta che ama girare qui a Plan de Corones.

Qual è il sentiero dei tuoi sogni?

MA: Non so se esiste un sentiero dei miei sogni. In base a dove mi trovo, dove sono, mi disegnerei un sentiero, ma dipende sempre un po’ dal posto, dall’ambiente che ci circonda.

MI: Ho girato un po’ e i miei Trail preferiti sono a Whistler, Over the Top e Crank It Up, poi Hangover a Sedona. In Italia il mio sentiero preferito e l’Ossario Trail in Val di Fassa.

Ti ispiri a qualcosa in particolare?

MA: Sinceramente non saprei dire se mi ispira qualcosa. Mi dà piacere costruire qualcosa che posso percorrere in bici, dove posso divertirmi e far divertire anche gli altri.

MI: Io cerco sempre di girare un po’ per vedere anche altri posti, e se vedo delle cose che mi piacciono cerco di portarle qui a Plan de Corones. Altrimenti mi piacciono sempre i Trail che logicamente sono fatti bene, che esaltano i caratteri tipici dei luoghi in cui sono. Come hanno ricollocato le pietre e hanno lavorato la terra.