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Redazione

Mondiali, Finn oro Juniores

di Salvatore Riggio

Diciassette anni dopo Diego Ulissi, l’Italia torna a vincere il Mondiale Juniores grazie al capolavoro di Lorenzo Mark Finn sotto la pioggia di Zurigo, in Svizzera. Compirà 18 anni il prossimo 19 dicembre, ma mostra già doti da veterano vero. Attacca quando mancano 60 chilometri al traguardo, viene ripreso a -23 km dall’arrivo, ma sulla seconda salita del tracciato scappa via allo spagnolo Hector Alvarez e prepara una cavalcata trionfale fino alla medaglia d’oro, la prima di questi Mondiali, la quarta dopo l’argento di Filippo Ganna e il bronzo di Edoardo Affini nella crono e il bronzo nella crono-staffetta mista. L’argento va al britannico Sebastian Grindley a 2’06”, il bronzo all’olandese Senna Remijn a 3’06”. È caduto, invece, il campione in carica, il danese Albert Withen Philipsen.

«Non era in programma attaccare da solo, sapevo che qualcuno mi avrebbe seguito, infatti avevo paura di esplodere, ma stavo bene: era la migliore giornata della mia vita. Sono rientrati in tre, ma la gamba era buona, poi Philipsen è caduto: spero che stia bene. Quando sono andato via da solo sapevo di poter vincere», le sue parole ai microfoni della Rai. «Ora la stagione è finita in bellezza, riposo e poi pensiamo all’anno prossimo ha continuato farò due anni da under 23 per continuare il mio sviluppo. Sono un corridore da corse a tappe: vado forte in salita e mi difendo a cronometro. Un percorso come quello di oggi mi piace».

La vittoria di Finn è una gran bella soddisfazione per il c.t. Dino Salvoldi grazie a questo ragazzo genovese, che abita ad Avegno e ha il papà inglese. Corre nella formazione tedesca Grenke (il vivaio della Red Bull di Primoz Roglic). Insomma, ci sono tutte le carte in regola per un futuro radioso. Per l’Italia questo è la 12° vittoria juniores. Prima di Finn hanno vinto Visentini (1975), Ciampi (1980), Tarocco (1988), Serpellini (1990), Palumbo (1992 e 1993), China (1995), D’Amore (1997), Cunego (1999) e Ulissi (2006 e 2007). Finn era sì tra i favoriti, ma per vincere serviva comunque una prestazione da fenomeno ed è quello che è accaduto. Frequenta il liceo scientifico e fino a otto anni giocava a calcio e tennis, ma da adolescente si è avvicinato al ciclismo a causa di un problema al ginocchio, pedalando con il padre. Ha così deciso di provare il nuovo sport, innamorandosene. Sogna di vincere in giro per il mondo e si ispira al britannico Geraint Thomas. Intanto, si è preso il Mondiale juniores ed è già un ottimo punto di partenza.

È grande Italia anche nel paraciclismo. Ai Mondiali di Zurigo, nella quinta giornata di gare, arrivano un oro, tre argenti e un bronzo. La protagonista indiscussa è Luisa Pasini, che conquista il titolo mondiale nella categoria WH1, dopo il secondo posto ottenuto nella cronometro. «Questo oro rappresenta il coronamento di tanti sacrifici, frutto di anni di duro lavoro, dedizione e impegno costante, sia in allenamento che in gara. Ogni giorno trascorso su questa strada è stato fondamentale per arrivare a questo risultato. Vincere un titolo mondiale non è solo un traguardo personale, ma anche una grande soddisfazione per tutti coloro che mi hanno sostenuta in questo percorso, dalla mia famiglia ai tecnici della nazionale. Sono profondamente orgogliosa di aver potuto onorare la maglia azzurra e di portare a casa questo prestigioso risultato per l’Italia. È un momento che porterò nel cuore per sempre», ha detto. Le medaglie d’argento sono state vinte da Fabrizio Cornegliani (MH1), Roberta Amadeo (WH2) e Ana Maria Vitelaru (WH5). Infine, medaglia di bronzo per Luca Mazzone nella categoria MH2.

(Photo credits: Federazione ciclistica italiana)