Immagine

Anonimo

Van der Poel mondiale di tutto

Solo 7 giorni. È questo il tempo in cui, dallo scorso 4 febbraio a oggi, Mathieu van der Poel si è trovato a non detenere contemporaneamente almeno due maglie di campione del Mondo. Il periodo in questione è quello che va dal 29 settembre a domenica scorsa, giornata in cui, dopo una settimana spesa unicamente da titolare dell’iride élite nel ciclocross, il fuoriclasse olandese ha conquistato a Leuven l’oro nel Mondiale Gravel 2024

Trascorse dunque appena 168 ore dalla mancata conferma del titolo su strada (tentativo che l’ha visto piegarsi davanti al fulgido talento di Tadej Pogacar ma, ad ogni modo, uscire dalla contesa con un bronzo al collo), il portacolori olandese dell’Alpecin-Deceuninck si è riscattato andando a chiudere davanti a tutti la prova disputatasi nel Brabante Fiammingo su un percorso il cui finale (noto anche a noi di Bike per averci pedalato sopra lo scorso giugno) ha esaltato per l’ennesima volta la sua proverbiale e impareggiabile potenza.

Grazie ad essa (e a una tattica di gara aggressiva che l’ha visto impegnarsi nello sfoltire la rosa dei papabili contendenti sin dalle prime battute di gara), van der Poel ha disinnescato la superiorità numerica dei belgi e messo così le basi per un arrivo in solitaria poi concretizzatosi attraverso l’allungo decisivo portato a poco meno di quindici chilometri dalla conclusione. Suggellando l’impresa, come si è soliti fare con le grandi vittorie, levando al cielo la sua Canyon Grail CFR subito dopo aver tagliato il traguardo, il ventinovenne di Kapellen, che deve ancora decidere se disputerà la stagione invernale di ciclocross, ha quindi messo il punto esclamativo su una giornata storica il cui valore, forse, non è stato sottolineato col risalto che ci si sarebbe potuti aspettare.

Van der Poel infatti, già bronzo nella prima edizione dei Campionati del Mondo Gravel tenutasi due anni fa in Veneto, non solo ha ottenuto il primo oro iridato nella specialità e, complessivamente, l’ottavo titolo mondiale élite della carriera ma è anche, se non soprattutto, diventato il primo corridore di sempre ad essersi imposto in almeno un Mondiale su strada, gravel e ciclocross. Tale primato, come in pochi hanno opportunamente sottolineato, rimarca ancor di più come l’autore dell’ultima accoppiata Ronde-Parigi-Roubaix non sia forse il più forte stradista in circolazione al momento (attributo questo che, alla luce delle ultime affermazioni, non può che spettare a Pogacar) ma, certamente invece, il più prolifico dei corridori polivalenti su piazza, un atleta senza eguali nell’interpretazione ad alto livello della multidisciplinarietà che, nel caso di MVDP, contribuisce assolutamente a nobilitare il suo percorso ciclistico facendone una figura che, anche una volta appese le bici al chiodo, sarà di sicuro a lungo imitata e ricordata.

(Photo credits: Shutterstock)